Rivoluzione d’Egitto: scope e cestini!
La prima vittoria schiacciante è quella di essersi riappropriati delle strade, della parola, della socialità.
Tre settimane a dormire fianco a fianco e Il Cairo ora non riesce a smetterla con questa promiscuità, con quest’esaltazione dello stare insieme, finalmente, senza badare a nulla e nessuno, tantomeno all’orologio e al coprifuoco.
Il “coprifuoco all’egiziana” è divertente perché non lo rispetta nessuno. Le strade si svuotano svogliatamente, più per quel senso di spossatezza che comunque inizia a colpire dopo questo mese senza quasi mai tornare a casa.
La prima vittoria schiacciante, dicevo, è proprio stare insieme e tutti, senza distinzioni religiose né di genere.
C’è la scusa di pulire poi! Ed è dilagata nel paese intero, dalla capitale ad Iskyndriya (Alessandria), dalle città dal Delta alla ribelle Suez, la più incazzosa e radicale nei giorni della rivoluzione.
Ora i giovani e i giovanissimi, che poi compongono la stragrande maggioranza di questo paese, hanno deciso che quelle sporchissime strade (incredibili!! Anche a causa degli scioperi costanti delle settimane precedenti) le ripuliranno una ad una…
e così a migliaia li vedi, a gestire le loro città e ripulirle: le piazze e le strade dove, pettorina e guanti, scope pennelli e vernice, hanno anche una fitta autorganizzazione per la gestione del traffico!
Al centro delle rotonde, questi neo-ventenni gestiscono il traffico della città dimostrando l’inutilità di tutte le divise che infestavano la città (e ci tengono a sottolinearlo in ogni conversazione)… nel frattempo volantinano e vendono i gadget della rivoluzione che qua e là producono per finanziare tutti quei barattoli di vernice con cui stanno ricolorando marciapiedi e ringhiere, panchine e pali …
Poi i giornali…è un continuo correre di ragazzini e fanciulle con fasci di giornali al braccio.
“Il popolo della rivoluzione”, “L’alba” … ogni giorno ne spunta qualcuno, venduti da attivisti e militanti in tutti i locali, infilati nelle macchine, nei milioni di taxi, tirati ai soldati che stazionano sui tank agli angoli delle strade.
Si parla, si scrive, si volantina…
i quattordicenni buttati nelle aiuole mettono per iscritto la LORO Costituzione: se ne scriveranno centinaia al giorno. In ogni strada e marciapiede, in ogni aula di scuola, nei tetti sbilenchi che vedono il sole filtrato dallo smog e dalle tempeste di sabbia dell’inizio primavera…
che atmosfera…..
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10 luglio 2011 alle 09:54Il mio Egitto tra le strade…primi racconti « Polvere da sparo
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