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Burgos: scontri e barricate contro le nuove speculazioni urbanistiche
Qui non si riesce a seguire nulla,
dopo le poche righe scritte su Amburgo che ci hanno permesso di imparare una nuova parola tedesca, gefahrengebiet, che ricorda la nostra zona rossa genovese, ma un po’ peggio; ecco, dopo quelle righe mai son riuscita a riaprire pc.

Le barricate di Burgos…
Oggi cado su Burgos, città spagnola sfiorata nell’adolescenza nomade,
che si sta ribellando, fuoco alla mano, all’ennesimo scempio urbanistico e culturale. Non riescono a capire, i padroni e i papponi del cemento, che ora le loro colate devono passare su di noi: non che a loro interessi, non che loro non vogliano proprio murarci vivi…
Eh si, intrallazzini e palazzinari di ogni dove, dalla Turchia di GeziPark alla Spagna che non vuole una nuova avenue nel quartiere di Gamonal.
Nella Spagna della crisi economica si è come al solito incrementato l’uso spropositato della “grande opera urbanistica”,
alla faccia della disoccupazione crescente, degli asili che non ci sono, dell’assenza di servizi pubblici (proprio in questi mesi hanno tagliato diverse linee di bus) , dello scempio della sanità.
Ma nella Spagna delle strade, dei marciapiedi, delle piazze questo non passa: Burgos è una città spaccata,
dove la classe dirigente, borghese e capitalista ha sposato immediatamente l’idea del cambiamento urbanistico (fossero de Susa?!) da otto milioni

Come accoglie i manifestanti, la polizia spagnola
di euro solo nella prima fase (sappiamo che poi il tutto lieviterà verso altro tipo di cifre),
alla faccia di un’intera popolazione che è scesa in strada per urlare il proprio no.
Una manifestazione pacifica contro il bulevar de la calle Vitoria, iniziata con una cacerolas e finita con scontri durati ore, vista l’immediata reazione della repressione dello stato spagnolo, che ha schierato immediatamente migliaia di poliziotti in assetto antisommossa che non hanno atteso un secondo per caricare e ricoprire di lacrimogeni tutta la zona.
Una battaglia campale durata ore ed ore, dove la polizia non ha trovato proprio campo comodo per le sue sfilate di violenza, anzi.
Il quartiere non è nuovo alle battaglie contro lo Stato: già nel 2007 c’era stata una grossa rivolta popolare contro la costruzione di un parcheggio e contro i pesanti cambiamenti della città, che non hanno portato altro che stratificazioni di precarietà, sfruttamento, tassazioni folli, gentrificazione.
Ora ci risiamo e con molta più determinazione: il resoconto di questa notte parla già di 17 arresti…vi lascio una carrellata di foto…
per seguire gli eventi su twitter usate gli hashtag #Gamonal #Burgos #NoAlBulevar e #ardeBurgos
Sull’uso delle Bales de goma leggi: 1 – 2

Solidarietà!
Amburgo ci insegna una nuova parola: gefahrengebiet. Sarà sinonimo di Acab?
Ad Amburgo c’è il coprifuoco.
Ad Amburgo c’è una zona rossa circondata da plotoni.
Ad Amburgo ci sono migliaia di poliziotti in piazza e ogni foglia che si muove viene identificata e portata via.
Ad Amburgo son settimane che accadon cose … che nessuno sembra volerci raccontare.
Ad Amburgo c’è un vecchio teatro che dal 1989 è stato rinominato RoteFlora,
ad Amburgo c’è un bel gruppo di migranti e militanti che dopo i morti di Lampedusa ha deciso di non tornare a casa in silenzio,
ad Amburgo ora si ha a che fare con la legge marziale, almeno questo è quel che sembra a guardar un po’ di immagini distrattamente,
ad Amburgo c’è una zona detta “gefahrengebiet” che solo se provi ad attraversarla ti arrestano.
Lo possono fare, come se niente fosse: ti fermano perchè esisti, e lì non devi esistere. Punto.
Difficile fare un riassunto dei fatti, perché son tanti e si accavallano tra le ultime settimane di dicembre e questo inizio d’anno: dal tentativo di sgombero del Rote Flora, all’immediata criminalizzazione del movimento nato dopo l’eccidio (posso chiamarlo così) di Lampedusa che non ha mai potuto muovere un passo senza esser caricato violentemente, passando per l’ “evacuazione” dell’ Esso-Hauser, un complesso di vecchi edifici, che verranno demoliti a luglio, senza che i 70 abitanti possano proferir parola (per ora sono sistemati in alberghi e avranno assistenza statale per una casa alternativa a quella da dove son stati evacuati)… la notte di capodanno poi ( e questo è uno dei motivi per cui è stata dichiarata la gefahrengebiet) ci sarebbe stato un attacco degli Autonomen contro la Davidwache, il commissariato di polizia a St.Pauli, durante il quale sarebbero rimasti feriti due poliziotti. Peccato che uno stesso comunicato della polizia parla di scontri con gli Autonomen sarebbero avvenuti a diverse centinaia di metri dal commissariato.

Cazzo è?
insomma, Amburgo ribolle e lo Stato pensa bene di rispondere a tutto ciò con l’istaurazione di uno stato di guerra.
Nella zona che è stata dichiarata gefahrengebiet vivono migliaia di persone: possono recarsi a casa solamente a piedi, e una volta raggiunta non devono lasciarla, se non in orari prestabiliti.
Se sei un giornalista ti ritirano il tesserino e te lo distruggono , se sei un fotografo… peggio.
Il coprifuoco per migliaia di persone.
Per quanto? e poi dove ancora?
La gentrificazione avanza a mano armata, col grasso appena passato sugli anfibi.
In questo paese abbiamo ambasciate, consolati e molto altro battente bandiera tedesca.
Dovremmo pensare ad una gefahrengebiet:
Per loro!

ecco la zona rossa …
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