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Amburgo ci insegna una nuova parola: gefahrengebiet. Sarà sinonimo di Acab?
Ad Amburgo c’è il coprifuoco.
Ad Amburgo c’è una zona rossa circondata da plotoni.
Ad Amburgo ci sono migliaia di poliziotti in piazza e ogni foglia che si muove viene identificata e portata via.
Ad Amburgo son settimane che accadon cose … che nessuno sembra volerci raccontare.
Ad Amburgo c’è un vecchio teatro che dal 1989 è stato rinominato RoteFlora,
ad Amburgo c’è un bel gruppo di migranti e militanti che dopo i morti di Lampedusa ha deciso di non tornare a casa in silenzio,
ad Amburgo ora si ha a che fare con la legge marziale, almeno questo è quel che sembra a guardar un po’ di immagini distrattamente,
ad Amburgo c’è una zona detta “gefahrengebiet” che solo se provi ad attraversarla ti arrestano.
Lo possono fare, come se niente fosse: ti fermano perchè esisti, e lì non devi esistere. Punto.
Difficile fare un riassunto dei fatti, perché son tanti e si accavallano tra le ultime settimane di dicembre e questo inizio d’anno: dal tentativo di sgombero del Rote Flora, all’immediata criminalizzazione del movimento nato dopo l’eccidio (posso chiamarlo così) di Lampedusa che non ha mai potuto muovere un passo senza esser caricato violentemente, passando per l’ “evacuazione” dell’ Esso-Hauser, un complesso di vecchi edifici, che verranno demoliti a luglio, senza che i 70 abitanti possano proferir parola (per ora sono sistemati in alberghi e avranno assistenza statale per una casa alternativa a quella da dove son stati evacuati)… la notte di capodanno poi ( e questo è uno dei motivi per cui è stata dichiarata la gefahrengebiet) ci sarebbe stato un attacco degli Autonomen contro la Davidwache, il commissariato di polizia a St.Pauli, durante il quale sarebbero rimasti feriti due poliziotti. Peccato che uno stesso comunicato della polizia parla di scontri con gli Autonomen sarebbero avvenuti a diverse centinaia di metri dal commissariato.

Cazzo è?
insomma, Amburgo ribolle e lo Stato pensa bene di rispondere a tutto ciò con l’istaurazione di uno stato di guerra.
Nella zona che è stata dichiarata gefahrengebiet vivono migliaia di persone: possono recarsi a casa solamente a piedi, e una volta raggiunta non devono lasciarla, se non in orari prestabiliti.
Se sei un giornalista ti ritirano il tesserino e te lo distruggono , se sei un fotografo… peggio.
Il coprifuoco per migliaia di persone.
Per quanto? e poi dove ancora?
La gentrificazione avanza a mano armata, col grasso appena passato sugli anfibi.
In questo paese abbiamo ambasciate, consolati e molto altro battente bandiera tedesca.
Dovremmo pensare ad una gefahrengebiet:
Per loro!

ecco la zona rossa …
Napoli: sgomberi al Materdei
Posto il comunicato dei compagni di Napoli, sgomberati ieri dal quartiere Materdei.
Contemporaneamente è stata sgomberata Casa Pound, nello stesso quartiere
Napoli: Sgomberata la Ex-Schipa occupata!
Questa mattina all’alba, con 9 blindati e la celere in assetto antisommossa, è stata sgomberata la Ex-Schipa occupata di via Salvator Rosa. 40 persone, tra attivisti e nuclei familiari che li vivevano, sono state sorprese nella notte e sono uscite dopo una trattativa di 30 minuti. Ciò malgrado sono state deportate in questura dove sono state denunciate per “invasione e occupazione di edificio”. In questo momento, mentre gli occupanti escono dalla questura dopo le identificazioni, attesi da un presidio di altri compagni, stanno murando l’ingresso della Skipa e con esso i nostri sogni, il nostro lavoro, la ludoteca che partiva martedi (qualcuno lo spiegherà ai bambini!), la sala cineforum dove già si erano fatte le proiezioni in questi giorni ecc.
Abbiamo saputo che contemporaneamente è stata sgomberata Casapound a Materdei. 4 i fascisti che sono stati fermati. Delle due l’una: o hanno concordato lo sgombero o l’esiguità delle presenze rivela chi con l’occupazione rispondeva a un bisogno sociale e chi invece ne faceva una speculazione politica di estrema destra. Gli Schifone, i Taglialatela, i Santoro, rappresentanti istituzionali di una destra che quando le fa comodo sostiene di fare abiura del fascismo, dovrebbero spiegarci se l’appoggio e il sostegno concreto e continuo a un’organizzazione che per statuto si propone di “innovare e rinverdire l’eredità del fascismo” è semplicemente nostalgia per il loro passato di “camerati” o altro…
Noi non accettiamo in nessun modo questa equiparazione tra chi fa parte di una tradizione di esperienze e di autogestione a scopo sociale (che comprende non solo i centri sociali, ma gli occupanti casa, i movimenti dei disoccupati, perfino esperienze religiose ecc) e un gruppo sparuto di persone che punta a insediarsi a Napoli in strutture pubbliche per riprodurre le pratiche neofasciste, xenofobe e razziste di cui si sono resi protagonisti in tutta Italia! Con modalità squadriste e agguati che già abbiamo imparato a conoscere… Oggi il comune di Napoli e le altre istituzioni citttadine hanno compiuto un grave errore di pavidità culturale e politica. Una responsabilità anche per il futuro. Crediamo che la città debba schierarsi su questo, perchè ne va del grado di civiltà stessa della vita sociale.
Rete napoletana contro il neofascismo, il razzismo e il sessismo
Ian Tomlinson: ma quale casualità
Sembrava a tutti molto strano che Ian Tomlinson, l’edicolante 47enne morto durante le cariche ai cortei di protesta contro il
G-20 a Londra, si fosse trovato lì per caso, perchè uscito di casa per fare acquisti. Ancora più strana la versione dalla morte naturale, cioè un improvviso infarto che l’avrebbe colpito mentre si trovava alla manifestazione (sempre per caso). La Indipendent Police Complaints Commission (IPCC) -commissione governativa indipendente che ha la supervisione del comportamento della polizia- ha ricevuto diverse testimonianze oculari secondo cui la vittima si è accasciata a terra dopo essere stata assalito da agenti anti-sommossa, armati di manganelli (ovviamente nella fitta nuvola di lacrimogeni).
La verità non è ancora ufficiale, ma un altro morto ha macchiato un controvertice in Europa. Ma quale casualità: siete solo assassini
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