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Nuova pubblicazione di nomi e passaporti di attivisti ISM. L’ultima volta era stato Vittorio…

ma eccoci di nuovo.
Questa volta niente foto, ma l’elenco che appare sotto il testo che vi metto qui, è inquietante e vergognoso.
Decine di nomi e cognomi, date di nascita e numero di passaporto: quelli che loro definiscono “coloro che hanno interferito con le attività anti-terroristiche dell’esercito israeliano in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.Un appello a segnalare queste persone ovunque si trovino alla polizia locale o all’FBI. Fatico anche a mettere questa parte del loro testo, ma non essendo possibile linkarla (è possibile mettere solo il link dell’homepage del sito)è meglio farlo, visto che magari sparirà tra qualche giorno come accadde quella volta con la foto di Vittorio e degli altri. (Sotto l’ignobile lista è riportato un articolo su Vittorio pubblicato da Il Giornale a firma di Fiamma Nirenstein)
Israele e le sue scuole di “genocidio”
SCONCERTANTE! NON SI FINISCE MAI DI IMPARARE E RIMANERE SENZA PAROLE!!!
Come penetrare in un territorio arabo, i briefing con Mossad e Shin Bet..una settimana a contatto con l’apartheid, dalla parte dei carnefici. Ecco quello che produce Israele, la cosiddetta democrazia del medioriente.
Qui il programma della settimana, tranquilli: tutto cibo kosher!
Maledetti.
An Israeli Adventure of a Lifetime
The Ultimate Mission to Israel
May 16-23, 2011
“A military, humanitarian, historical, judicial, religious, and political reality check.” Experience a dynamic and intensive week exploration of Israel’s struggle for survival and security in the Middle East today:
![]() Inside Tour of the IAF Unit Who Carries Out Targeted Killings
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![]() Visit to the Military Court
Watch Hamas Terrorist Trial |
ATVs Tour on the Syrian Border
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![]() Israel From the Air:
Small Airplanes Flight |
![]() Visit to Erez Crossing
on the Gaza Border |
![]() Visit to Forward Position on the Lebanees Border
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![]() Shabbat in the Western Wall
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- Briefings by Mossad officials and commanders of the Shin Bet.
- Briefing by officers in the IDF Intelligence and Operations branches.
- Inside tour of the IAF unit who carries out targeted killings.
- Live exhibition of penetration raids in Arab territory.
- Observe a trial of Hamas terrorists in an IDF military court.
- First hand tours of the Lebanese front-line military positions and the Gaza border check-points.
- Inside tour of the controversial Security Fence and secret intelligence bases.
- Meeting Israel’s Arab agents who infiltrate the terrorist groups and provide real-time intelligence.
- Briefing by Israel’s war heros who saved the country.
- Meetings with senior Cabinet Ministers and other key policymakers.
- Small airplane tour of the Galilee, Jeep rides in the Golan heights, water activities on Lake Kinneret, a cook-out barbecue and a Shabbat enjoying the rich religious and historic wonders of Jerusalem’s Old City.
“I now understand why the Mission is called “The Ultimate Mission”. It is indeed the ultimate mission, the name is not just marketing. The Mission has exceeded ALL my expectations in every possible area. The speakers were amazing and, even though they are very busy people, they actually showed that they found it important to be with us. The sites we saw were impressive, what an excellent choice!” .
Geraldo Lima Filho, Sao Paulo, June 2010.
First Class Accommodation:
- Five-star accommodations at the Leonardo Plaza (formerly Sheraton) Jerusalem (Glatt Kosher);
- Three meals a day (all Kosher);
- Luxury bus transportation and knowledgeable tour guide;
- A dedicated Executive Communications Center at the hotel;
- Personal cell phone for each participant.
“I have visited Israel about 15 times (since 1968). I have joined Shurat Hadin on three missions. Before my first mission, I checked references. One of the references happened to be a friend who has traveled to Israel 25 times. She told me it was the best trip she ever had, and she was repeating it also. The trip promises many interesting experiences, and delivers in spades. I would recommend this to anyone, especially someone who has visited Israel before. Outstanding program, I guarantee you won’t be disappointed!”
Howard Feldman, Del Mar, CA, June 2009
Costs:
Cost of the Mission is US $2,835 per person.
- Not including air fare.
- Based on double occupancy.
- A mandatory donation of $500 – $5,000 per person is required. Donations are needed to assist in the funding of the terror victim litigation against the Palestinian terrorist organizations, their leaders and financial patrons. The donations will permit the survivors of the hundreds of killed and injured to seek justice and compensation through the court systems around the world. All donations in the US are tax-deductible.Shurat HaDin – Israel Law Center is a fully independent non-profit organization, unaffiliated with any political party or governmental body. Shurat HaDin’s budget relies entirely on the generosity of donors.
Contact Us:
US Phone: 212-591-9347
Israel Phone: 972-3-7514175
Israel Fax: 972-3-7514174
email: mission@israellawcenter.org
Palestina: ancora un’intervista che si trasforma in testamento dopo 5 minuti.
Da Vittorio Arrigoni ci arriva questo testamento.
Doveva essere un’intervista, ma in pochi minuti è diventata un testamento. Accade spesso in terra di Palestina
Il mio nome è Mohammed Shaban Shaker Karmoot. Sono nato nel 1964.
Ho iniziato a lavorare come agricoltore quando ero giovane, prima di sposarmi, più di 35 anni fa.
Quanti figli hai?
Ho sei figli maschi, questo è qui Kamal (indica il ragazzo), nato dalla seconda moglie. Ho quattro figli e tre figlie dalla mia prima moglie, e tre figlie e due figli dalla mia seconda moglie.
Ho comprato due dunam (un dunam equivale ad un chilometro quadrato)accanto alla via comunale più vicina alla buffer zone nei pressi Al Basayna. Qui ho desiderato e costruito una casa nella quale vivere con la mia famiglia.
Accanto a questo muro?
A 22 metri di distanza da quel muro. Queste due dunam sono mie, le ho comprate.
Quanto ti sono costate?
Le ho comprate per 7500 dinari giordani (circa 8 200 euro)
E dimmi, può raggiungere quei due ettari della tua terra?
Sì, certo, ma è molto rischioso, perché i soldati sparano.
Quindi non la puoi coltivare e neanche costruirci sopra?
Esatto, non posso fare nulla nella mia terra.
E’ stato così fin dall’inizio?
Una volta non era così. La mia terra era piena di alberi: palme, limoni, arance, clementine e altri frutti. Era piena di tutti i tipi di frutta possibili e immaginabili la mia terra. L’albero di mandorle che mi permetteva di riempire sacchi e sacchi di mandorle quando c’erano frutti, (i soldati israeliani) me l’hanno sradicato proprio nel momento in cui ero pronto a raccogliere. Sono venuti di notte con i bulldozer e lo hanno sradicato.
Come è stata la tua vita? Come hai fatto per mantenere la tua famiglia?
Eravamo abituati a vivere una vita felice, lavorando su queste terre riusciamo a fare 650 NIS ogni mese (circa 150 euri), più il lavoro nei campi altrui, riuscivamo a cavarcela bene.
Questo in che anno è accadeva?
Prima che mi distruggessero le terre, credo nel 2003, all’inizio dell’ultima intifada.
Come ti sei sentito in quel momento?
Beh, come pensi che mi sia sentito? Mi sentivo come qualcuno a cui stavano strappando via il mio cuore, mentre coi bulldozer gli israeliani distruggevano le mie terre. Ho assistito alla distruzione tutta una notte. Là c’era un grande albero di sicomoro, quando è arrivato il bulldozer e ha distrutto e sradicati tutto sono uscito con una torcia e ho visto che almeno mi avevano lasciato quell’albero dopo essersi ritirati. Era una notte di Ramadan, quando è successo, e poi le ruspe sono tornate di nuovo all’alba e hanno distrutto ciò che era rimasto dell’albero. Hanno impiegato solo tre ore per distruggere tutto la zona, utilizzando 8 bulldozer per distruggere tutta la zona.
E oggi continui a vivere in questa zona?
Quello che faccio qui o che si suppone io faccia, lo si può capire guardando questi alberi verdi qui. Sono io che lo ho coltivati, come ho coltivato il grano e l’orzo che al momento del raccolto è stato bruciato dall’esercito israeliano. Quest’anno quando siamo venuti a semonare i campi i soldati ci hanno sparato addosso.
5 MINUTI DOPO AVER RILASCIATO QUESTA INTERVISTA ALL’ONG ITALIANA GVC, UN CECCHINO ISRAELIANO A SPARATO E UCCISO MOHAMMED SHABAN SHAKER KARMOOT. Quest’ultimo assassinio è una sorta di avvertimento mafioso per quanti solidarizzano con i lavoratori palestinesi che resistono, gli ultimi veri uomini in questi tempi anonimi.
Gerusalemme e la “collera”
Ieri non ho avuto modo di aggiornare il blog, quindi non ci sono mie righe di commento ai fatti di Gerusalemme e, nemmeno, alla decisione del premier israeliano di accordare la costruzione di nuovi insediamenti, in barba non solo a decine e decine di risoluzioni ONU, ma anche alle direttive statunitensi.
Momento di tensione eccellente quindi, come poche voltre in precedenza: i rapporti diplomatici e politici tra Israele e Stati Uniti hanno preso una bella sprangata sui denti dopo questa decisione unilaterale di Nethanyahu.
Così ieri la popolazione è scesa in piazza, soprattutto a Gerusalemme, in quella che è stata denominata la “giornata della collera”.
Ieri ci sono stati scontri e pestaggi, barricate e sassaiole per la città che non sto qui a raccontare visto anche lo spazio che hanno trovato nei media mainstream.
Scrivo in ritardo di un giorno quindi, solo per ribadire la mia totale vicinanza a quel popolo in lotta, in una lotta che anno dopo anno è sempre più massacrante, estenuante e contro un nemico che fa rimpiangere i “mulini a vento”.
Ieri, oltre alla giornata della collera e dell’ira era anche l’anniversario della morte, dell’assassinio di Rachel Corrie, schiacciata da un bulldozer dell’esercito israeliano mentre manifestava pacificamente contro le demolizioni di case palestinesi nella Striscia di Gaza.
Ciao Rachel, sorella di Palestina.
In questa pagina il ricordo che ho fatto lo scorso anno, con stralci delle sue lettere e un po’ di immagini!
17 APRILE : LA GIORNATA DEL PRIGIONIERO POLITICO in PALESTINA
La prima volta che venne commemorata la giornata del prigioniero politico in Palestina fu il 17 aprile del 1974, giornata in cui fu rilasciato, con uno scambio di prigionieri con Israele, Mahmoud Hijazi Baker. Nella “società” palestinese il carcere è pane quotidiano per tutta la popolazione: non esistono famiglie che non hanno detenuti, oltre al fatto che la loro vita -di chi è libero- è vissuta in stato di cattività perenne.
Il 40% della popolazione maschile è passata per le carceri israeliane: dati incredibili ci dicono che dal settembre 2000 (quando è scoppiata la seconda Intifada) al 2008 sono stati arrestati 65.000 uomini, 750 donne e 7500 bambini.
Le autorità israeliane e i loro scagnozzi in divisa possono arrestare tutti, sempre e ovunque senza alcuna ragione. Arresti sono costantemente compiuti dentro case, scuole, aule universitarie, ospedali e checkpoint spesso in forma di arresti di massa punitivi o rastrellamenti, altre volte per le violazioni dei continui coprifuoco che flagellano la società, lo studio, il lavoro e lo scorrimento della vita.
Spesso, troppo spesso, lo Tsahal compie retate di massa nei villaggi, costringendo tutta la popolazione maschile compresa tra i 16 e i 45 anni ad uscire dalle proprie abitazioni per rimanere ore e notti fuori, nudi,con le mani legate dietro la schiena e incappucciati, in attesa di una decisione che molto spesso si trasforma in carcere. Preventivo.
Ogni arresto che viene compiuto all’interno delle case prevede la devastazione delle abitazioni e di tutti gli oggetti che i soldati si trovano davanti: ogni volta si trovano le scorte di cibo (riso, latte, grano, olive) rovesciate o calpestate: DISTRUGGERE, TERRORIZZARE, ARRESTARE questo è quello che viene compiuto quotidianamente da 60 anni nei Territori Occupati. E le carceri scoppiano.
Attualmente si contano circa 1600 detenuti, di cui 17 malati terminali per problemi oncologici, che necessitano di cure urgenti e speriamo non si aggiungano ai 196 decessi che si sono verificati a partire dal 1967 per negligenze igienico-sanitarie. Durante i mesi della seconda Intifada i decessi in carcere sono stati 72.I dati di settembre 2008 parlano di 69 prigioniere politiche detenute nelle carceri femminile in Israele (sono solamente due Hasharon-Telmond e Neve Tertza famose per la frequenza di abusi e umiliazioni soprattutto a sfondo sessuale) , di cui 6 bimbe.
400 sono i detenuti che hanno un’ età tra i 13 e i 18 anni, la maggiorparte delle volte detenuti in carceri per adulti e nelle stesse celle, con gli stessi trattamenti durante gli interrogatori e senza alcuna assistenza psicologica e medica. La percentuale di questi piccoli detenuti è in continuo aumento: spesso i ragazzini confessano immediatamente cose mai commesse pur di interrompere determinati trattamenti che vengono compiuti in luoghi lontani e a loro sconosciuti, senza alcuna possibilità di avere un’assistenza legale o di comunicare con un familiare.
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