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Siria: donne a bloccar autostrade
Una giornata di lotta interamente al femminile quella di oggi in Siria.
La prima località è stata Baida, piccolo villaggio a qualche decina di kilometri da Banias, cittadina costiera. Dalla mattinata quasi cinquecento donne sono scese in strada chiedendo la scarcerazione dei loro compagni, figli e mariti, arrestati dalle forze governative durante le precedenti manifestazioni, che in quella zona sono state forti e hanno visto cadere a terra decine di persone.
Dopo un paio d’ore dall’inizio della mobilitazione si sono spostate sull’autostrada che porta a Latakia e poi al confine turco, bloccandola. ” Le donne di Baida stanno bloccando l’autostrada, vogliono indietro i loro uomini” è stato il lancio dell’Osservatorio siriano per i diritti umani. In queste settimane, nel solo villaggio che oggi manifestava, sono stati arrestati 200 residenti e due persone sono rimaste uccise durante gli scontri.
Dall’inizio delle proteste contro il presidente Bashar al-Assad e tutto il potere che detiene nelle mani, i morti ufficiali sono duecento: il governo continua a bombardare la popolazione dicendo che il tutto è opera di “infiltrati” provenienti dall’estero che vogliono destabilizzare il potere.
Centinaia di altri ” infiltrati”, in gran parte studenti, hanno invece manifestato nella città settentrionale di Aleppo, seconda per importanza e numero di abitanti nel paese. Nel campus che circonda la facoltà di lettere studenti e forze di sicurezza si sono scontrati per molto tempo, prima che i gas disperdessero tutto: si parla di soli quattro arresti, almeno sulla stampa ma molte testimonianze parlano di pestaggi selvaggi portati avanti da agenti in borghese. A cui dopo poco si son aggiunti dei “civili”, sostenitori del regime. Le manifestanti fermate sono state rilasciate poco dopo.
Anche l’università di Damasco ha vissuto diversi momenti di mobilitazione in giornata.
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Omicidio Verbano, spunta un nuovo dossier sui fascisti. Recapitato davanti alla porta di casa
Questa si che è ‘na news!
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