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Rivolta in Siria: Hezbollah si schiera con i carriarmati


Hassan Nasrallah, carismatico e geniale leader del partito armato sciita Hezbollah, ha taciuto per molti giorni mentre piazza Tahrir con la sua determinazione cacciava a calci in culo Hosni Mubarak dopo trentanni di indiscusso potere. C’ha messo tanto, Nasrallah, a prender parola, lui che della parola è esperto maestro: ha impiegato molto tempo ed ha avuto anche diversi problemi nello spiegare il motivo di tutta questa attesa.
Le masse islamiche partecipanti alle piazze rivoluzionarie lo hanno atteso per molto, con infinita aspettativa; volevano la sua legittimazione, volevano che strizzasse l’occhiolino a loro, lui che tante volte era riuscito a far tremare addirittura l’invincibile esercito israeliano. Ha atteso ma alla fine s’è schierato, con un certo imbarazzo ma alla fine ha detto faccia alle telecamere che desiderava anche lui, per le masse di giovani arabi musulmani e non, uno slancio democratico che cacciasse via i vecchi mostri torturatori detentori del potere.
L’ha fatto per la Tunisia, ma solo dopo che i fatti egiziano travolgessero il presente. Ora, con la Siria e i suoi carriarmati schierati; ora che è Bashar al-Assad a sparare sulla gente e tenere le redini del potere, ora che sono i siriani a provare ad alzare la testa e riappropriarsi di un po’ di libertà, il “partito di Dio” corre a stringersi a coorte.
Sostegno totale al partito Baath, sostegno totale alle forze di sicurezza siriane, sostegno a chi spara e assedia le città: la televisione al-Manar oggi è riuscita anche a dichiarare che l’esercito e i cingolati sono arrivati su esplicita richiesta della popolazione nelle mani di frange estremiste che gestiscono la rivolta. Un delirio.

Per quanto riguarda le strade siriane.. i morti non si contano ormai più e le notizie sono sempre più allarmanti da diversi punti del paese, soprattutto in vista di domani, un venerdì che sarà l’ennesimo bagno di sangue. I confini con Giordania e Libano son serrati. A Daraa, la città in stato d’assedio da giorni, il quarto reggimento arrivato in tutta fretta da Damasco ha iniziato uno scontro a fuoco contro il quinto reggimento, in cui molti nei giorni scorsi hanno disobbedito all’ordine di sparare sulla popolazione. 

  1. ginodicostanzo
    28 aprile 2011 alle 23:42

    leggi un po’ qua, è di Fulvio Grimaldi. Personalmente, ancor prima di leggere questo articolo (che pare dare molte informazioni “altre”) già presentivo che il giornalista avrebbe descritto una situazione del genere, tipo rivolte iraniana e libica… Comunque io ci farei un pensierino, perchè sappiamo che i media “possono farci odiare gli oppressi e amare chi ci opprime”…

    Siria, epilogo di mezzo secolo di assedio?

    manifestazione a Damasco pro Assad
    Bombardandola, spedendovi i killer del Mossad per far fuori dirigenti palestinesi, sanzionandola, accusandola dell’attentato Mossad al premier Rafiq Hariri in Libano (prima di spostare l’accusa, clamorosamente smentita da falsi testimoni pentiti, a Hezbollah), minacciandola perennemente dalle alture rubate del Golan, la Siria è sotto schiaffo USraeliano, quanto la Libia, da quando il partito panarabo socialista prese il potere nel 1963, prima con i marxisti-leninisti di Atassi e poi con Assad. Con la Libia di Gheddafi, dopo la caduta di Saddam Hussein, unico ostacolo tra Atlantico e Golfo alla normalizzazione imperialista chiamata Grande Medio Oriente, la Siria alleata dell’Iran, protettrice del Libano resistente, sostenitrice della Resistenza palestinese, spina nel fianco dei satrapi agli ordini dell’Occidente, ostile alla manomissione della propria sovranità da parte delle multinazionali, è finita nel vortice delle rivoluzioni colorate. Nonviolente e pacifiche, ma con tanto di bande armate che, munite di armi di ogni tipo arrivate da chissà dove, come in Libia, sparano dai tetti su folle manifestanti, istigate da religiosi integralisti, e sulle forze di sicurezza.
    Ai media occidentali, impegnati come sempre a spianare la strada al pianificato intervento armato della “comunità internazionale” e, nel frattempo, alla guerra civile per “libertà e democrazia”, interessano poco le manifestazioni oceaniche in appoggio al governo succedutesi in risposta alla sollevazione fondamentalista di Daraa, città all’insidioso confine con una Giordania collaborazionista di Israele e degli Usa. Non li spostano dalla linea della “rivolta contro la dittatura di Assad”, che pure avrà nelle sue fila qualche insoddisfatto di un parziale socialismo di Stato e, nell’attualità, del peso economico di un milione di iracheni in fuga dagli eccidi di occupanti e fantocci, le conferme degli 8 milioni di dollari ancora recentemente pagati dagli Usa a un fuoruscito dell’opposizione, dell’assegno di 300mila dollari del principe Saudita Turki Bin Abdul Aziz, già socio di Osama bin Laden, ai dirigenti della destra libanese perché provocassero agitazioni in Siria e del solito aggregato di prezzolati dei servizi britannici attivato a Londra da quel Rifaat El Assad, fratello del presidente defunto, che dovette scappare dal suo paese accusato di traffico di droga, malversazioni di ogni tipo e collusione con il nemico israeliano.

    E siccome i goal dell’altro giocatore in campo sono per definizione da annullare, non turba i media l’apparizione nella tv siriana di cecchini che confessano di aver ricevuto armi dagli imam di certe moschee e da altre fonti misteriose e di averle usate, sia contro la popolazione che manifestava in forma pacifica, per potenziare una ancora limitata rivolta, sia contro militari e poliziotti uccisi a decine, in particolare durante i loro funerali, per innescare quanto potrà essere descritto come guerra civile. Ammissioni inconfutabilmente corroborate dalle orripilanti immagini di militari uccisi dai cecchini e poi seviziati a coltellate, con parti del corpo recise e gli occhi escissi. Il copione è quello dei ribelli di Bengasi, nella loro carneficina di libici e lavoratori migranti neri e renitenti al colpo di Stato. Militari tutti con un nome: Mohamed Ali, Ibrahim Hoss, Ahmed Abdallah, Nida al Hoshi, Mohamed Alla….
    Affermazioni definite apoditticamente “poco credibili” sul “manifesto” perfino da Michele Giorgio che, pure, nei suoi ultimi servizi da Bengasi aveva saputo bene illustrare la natura di marmaglia corrotta, venduta e famelica del cosiddetto Consiglio Nazionale di Transizione e non aveva neppure trascurato gli elementi spuri ed eterodiretti della rivolta siriana. Cosa che avrebbe potuto indurlo a dare maggior credito alle valutazioni del governo siriano circa il ruolo dei fratelli musulmani, massima forza organizzata del paese e, come in Egitto, prona alle istanze occidentali, e circa l’identità di membri di organizzazioni terroristiche fondamentaliste dei provocatori confessi, ai quali gli sceicchi fornitori di armi avevano assicurato che coloro che uccidono forze militari e di sicurezza e lottano per il cambio di regime sono martiri e che avrebbero avuto denari e armi e impunità purché si impegnassero nella jihad. Suona famigliare, vero? Suona come Al Qaida. E da quando Al Qaida, a partire dalla guerra contro i sovietici, poi in Bosnia e Kosovo, poi in Algeria e nel Maghreb e infine in Libia, non vuol dire Cia?
    E poi dicono che Muammar Gheddafi è un pazzo visionario.

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  2. Tony
    30 aprile 2011 alle 15:41

    ciao Baruda,sono sempre io,Tony

    guarda che anch’io come Gino. sono molto perplesso…

    non per insegnarti niente ma….dai una letta a cosa scrive Pepe Escobar su Asia Times qua :
    http://atimes.com/atimes/Middle_East/MD28Ak01.html

    e senti anche questo compagno siriano qua:
    http://www.contropiano.org/it/archivio-news/documenti/item/1014-la-cospirazione-crescente-contro-la-siria

    per me sta diventando chiarissimo che ‘qualcuno’ sta ripetendo in qualche modo il copione libico : su una base FORSE di vera rivolta popolare si innesta una risolutiva psyop di regime change.
    il resto e’ propaganda per il gregge delle TV.

    un saluto

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  3. 30 aprile 2011 alle 16:08

    guardate…
    penso anche io che le pressioni occidentali siano fortissime.
    Penso che il tutto sia partito da scintille più che occidentali, o cmq provenienti da siriani all’estero da anni…
    non sono così scema e illusa.
    Dico solo che conosco quella terra…e che stanno morendo decine e decine di persone..
    che magari saranno pure strumenti di chiccessìa, che magari non si rendono conto di esser pedine di chi vuol mandare a casa Bashar e quindi il potere antiamericano e antisionista(hezbollah e iran), che magari tutto quello che vi pare…
    ma hanno i cecchini davanti.

    tra i cecchini e il popolo io so da quale parte stare.
    tutto qui

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  4. ginodicostanzo
    1 Maggio 2011 alle 00:34

    Sì, la situazione è ingarbugliata, Grimaldi dà una sua versione sui cecchini… mah …

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  5. 1 Maggio 2011 alle 09:03

    Grimaldi ?? Eh eh eh

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  6. ginodicostanzo
    1 Maggio 2011 alle 10:43

    🙂 Lui è uno che viaggia, è stato in libia due settimane fa… sui cecchini dice che fanno parte degli stessi che aizzano e manovrano la popolazione, fra cui i notori Fratelli Musulmani…

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