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La pagheranno mai? @Corteo Nazionale in occasione del G-14@

27 marzo 2009 Lascia un commento

LA CRISI LA PAGHINO BANCHIERI e PADRONI, EVASORI e CORRUTTORI
GIU’ LE MANI DAL DIRITTO ALLO SCIOPERO
GIU’ LE MANI DAI NOSTRI DIRITTI
FERMIAMO LA QUOTIDIANA STRAGE SUL LAVORO

 

A DOMANI.

Ma quale sciopero virtuale!

27 febbraio 2009 1 commento

L’ATTACCO AL DIRITTO DI SCIOPERO E’ UN ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA

Con le nuove norme previste dal Governo sul diritto di sciopero si sta andando rapidamente verso un nuovo e pericolosissimo capitolo del più 
vasto tema della limitazione delle libertà sindacali e costituzionali, della democrazia nel mondo del lavoro e nella società.
Dietro un linguaggio formalmente tecnicistico, presentato come un intervento per il solo settore trasporti, il governo predispone la legislazione per gestire la fase attuale e futura di grave crisi economica e le conseguenti risposte dei lavoratori al tentativo di farne pagare a loro il costo.
Ciò è confermato dal fatto che il governo ha annunciato norme che dovrebbero impedire di bloccare strade, aeroporti e ferrovie, forme di lotta utilizzate da tutti i lavoratori in casi particolarmente drammatici.

Foto di Valentina Perniciaro _Napoli, Marzo 2001 Lo spezzone dei COBAS_

Foto di Valentina Perniciaro _Napoli, Marzo 2001 Lo spezzone dei COBAS_

L’attacco al contratto nazionale, le nuove norme che si intendono introdurre sulla rappresentatività sindacale, la nuova concertazione tra governo,  confindustria e sindacati confederali che si è trasformata in una vera e propria alleanza neocorporativa, sono elementi finalizzati ad impedire le  rivendicazioni e la difesa dei diritti dei lavoratori.
Ciò avviene proprio quando più grave è la crisi economica, più pesanti le conseguenze per i  lavoratori e maggiore la necessità di risposte determinate.
Lo scopo del governo è quello di imporre per legge la pace sociale, vietando e criminalizzando il diritto di sciopero. Di ridurre al silenzio i lavoratori  mentre si celebrano i misfatti nel settore dei trasporti – Fs , Tirrenia,  Alitalia – con migliaia di esuberi, di messa in mobilità, di licenziamenti e il relativo aggravio sulla qualità del servizio e dei costi 
UN COLPO DI MANO CHE VA SVENTATO SUL NASCERE , INSIEME A TUTTI I TENTATIVI  PROTESI A METTERE AL BANDO LA COSTITUZIONE E I DIRITTI FONDAMENTALI. 
Illegittima e autoritaria l’ipotesi di consegnare lo sciopero, che è un diritto individuale sancito

Vincent Van-Gogh

Vincent Van-Gogh

dalla Costituzione, alla disponibilità gestionale  di sindacati che rappresentino il 50% dei lavoratori; assurdo perché in molte aziende la sindacalizzazione non arriva neanche al 50%. Nonché il referendum preventivo che tende a dilazionare e snaturare l’azione di sciopero, già oggi estremamente contrastata dalle limitazioni della Commissione di Garanzia e dai ripetuti divieti del governo. Altrettanto improponibile è l’adesione preventiva allo sciopero, un non senso giuridico che prevederebbe l’impossibilità del singolo di poter mutare il proprio atteggiamento rispetto ad un’azione sindacale indetta. Inaccettabile infine la forma di lotta virtuale che di fatto elimina il diritto di sciopero ed assegna alle parti la capacità/volontà di individuare la “penale” per l’azienda in caso di “sciopero lavorato”, mentre ai lavoratori si ritira l’intera giornata di lavoro: quindi la perdita secca della giornata per il lavoratore ed una impercettibile riduzione dei profitti per l’azienda.

A questo ennesimo tentativo di eliminare il diritto di sciopero rispondiamo con la mobilitazione immediata contro governo e padroni, cisl- uil – ugl ,e finalizzando a questo obbiettivo gli scioperi già programmati a partire da quello per il trasporto aereo del 4 marzo.

Il sindacalismo di base ha indetto una manifestazione nazionale a Roma il 28 marzo e uno sciopero generale per il 23 aprile anche per difendere il 
diritto di sciopero e la democrazia sindacale

CUB – CONFEDERAZIONE COBAS – SDL INTERCATEGORIALE
26 FEBBRAIO 2009

Gli ultimi bocciati per “condotta”

29 agosto 2008 Lascia un commento

–1998, io e M. , ultimi bocciati per “condotta”– di Valentina Perniciaro           Liberazione, 29 Agosto 2008

Avevo spaccato una bacheca di vetro e poi un’altra ancora, eppure mi sembrava di sentire solo il desiderio di continuare e spaccare tutto quello che mi circondava. Era normale la mia rabbia, normale per una ragazza di appena 16 anni davanti alla prima vera ingiustizia subita. “Non promossa”. Questo diceva quella bacheca in frantumi, accanto al mio nome. Non era possibile. Ma come? E perché? Dovevo avere una materia (la solita matematica), forse due (quell’anno era iniziata fisica)…ma come? Ero stata l’unica sufficienza all’ultimo compito di greco di tutta la classe?! Rileggevo la maledetta riga, attentamente, materia per materia, cercavo   

Foto di Valentina Perniciaro

Foto di Valentina Perniciaro, 30 anni da Giorgiana....e non sentirli

 velocemente con gli occhi i numeri scritti in rosso. Matematica: rosso. Va bene si sapeva. Fisica: rosso. Me lo potevo immaginare. E poi? Che cos’era quel rosso lì? Non bocciavano al quarto? I miei erano tre: che cos’era? Condotta: 7.
La rabbia saliva, solida, in un secondo. La rabbia d’aver perso un anno perché erano stati puniti i miei pensieri, i miei sogni, quel poco di lotta che stavo imparando. L’occupazione era finita con un pesante sgombero richiesto dal preside in persona: decine di denunciati e processati. Volevamo ricordare il 1977 e invece ci erano state vietate tutte le assemblee programmate; vietato soprattutto invitare degli esterni «se non su invito della presidenza». Eravamo in due a pagare per tutti, per non aver fatto nulla se non discutere, scrivere, attacchinare, credere in qualcosa. Avevano colpito il collettivo nel modo più infame, cacciandoci da scuola in due, con quel nulla osta che aspettava solo di esser ritirato in presidenza. Il ministro della Pubblica istruzione Berlinguer aveva già abrogato il voto di condotta, ma il provvedimento sarebbe stato effettivo solo a settembre. Io e M. eravamo fuori. Nel modo più infame. Era il 1998 e noi due eravamo gli ultimi bocciati in Italia per il voto di condotta.

 

 

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