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#20N: Assedio ad Hollande e al vertice Italia-Francia. Una sola grande opera!
Oggi pomeriggio Roma scende in piazza,
la sollevazione che in queste settimane ha portato centinaia di migliaia di persone in piazza si ripresenta sui sanpietrini della nostra città.
L’assedio ad Hollande e all’incontro tra Italia e Francia ha un solo grande boato che risuona,
contro la Tav, contro la speculazione e la devastazione dei territori,
per una sola grande opera: CASA e REDDITO per tutte e tutti.
Ore 16, Piazza Farnese.
A dopo.
L’incontro intergovernativo Italia-Francia che si svolgerà il 20 novembre a Roma, presso Villa Madama, ratificherà l’accordo sulla Torino-Lione. La visita di Hollande e la vetrina internazionale costruita per l’evento dovrebbe permettere ai due paesi di presentarsi con le carte in regola per ottenere dall’Unione Europea il massimo del cofinanziamento previsto.
Nonostante l’opposizione al TAV dell’intera popolazione locale e di un movimento nazionale, la governance europea continua a proteggere gli interessi dei poteri forti e delle lobby con decisioni illegittime, repressione e occupazione militare di un territorio. Altri temi all’ordine del giorno saranno le speculazioni legate alla crisi Alitalia e il rapporto con Air Fr ance, oltre al progetto di polizia europea e la cogestione delle frontiere tra gli Stati membri attraverso l’agenzia Frontex. Dopo l’importante manifestazione del 19 ottobre, il movimento contro la precarietà e le politiche di austerity riunitosi il 9 e 10 novembre alla Sapienza di Roma ha lanciato una mobilitazione nazionale contro il vertice.
Sotto il ricatto permanente del debito, il sesto anno di crisi economica e sociale ha avuto conseguenze devastanti per l’Italia in termini di impoverimento generale, precarizzazione, disoccupazione di massa e smantellamento del welfare. Per questo diventa centrale il tema dell’allocazione delle risorse pubbliche che non devono essere impegnate in grandi opere inutili e devastanti per i territori. I 24 miliardi di euro che verranno stanziati per il Tav in Val di Susa andrebbero spesi per un piano straordinario sulla casa, per garantire il diritto alla salute, per investire nella scuola e nella formazione, per garantire reddito a tutte e tutti.
L’unica grande opera che vogliamo è casa e reddito per tutte e tutti!
La #sollevazionecontinua appuntamento Piazza Campo de’ Fiori alle ore 16
Assemblea Pubblica al nuovo studentato occupato a Roma: Casa dei precari Alexis
COMUNICATO DI LANCIO DELL’ASSEMBLEA DI VENERDì 7 ALLE18—
STUDENTATO/CASA DEI PRECARI –ALEXIS
Ieri abbiamo occupato lo stabile in via Ostiense 124 e lo abbiamochiamato Alexis ,
perché quando diciamo che i compagni/e vivono nellelotte, ci crediamo veramente.
Infatti la giornata di ieri è stata una grande giornata di lotta, una giornata di cortei, di occupazioni e di risposta reale .
Lo avevamo detto, scendere in piazza a consumare le strade non ci basta più, cominciamo a portare elementi di proposta, luoghi dove sperimentare il comune e le possibilità oltre l’esistente, oltre il capitalismo.
Alexis vuole essere uno spazio aperto alla città, vuole essere una risposta abitativa per gli studenti che non hanno alcuna agevolazione da parte delle università dal punto di vista di alloggi che vengono messi in affitto e nei quali l’accesso è sempre più limitato se non sconveniente, visto il decentramento degli alloggi che spostano il problema abitativo con quello della mobilità, oltretutto concepiti come mini-caserme (documenti all’entrata).
Ma Alexis vuole anche uscire dalla situazione prettamente studentesca in quanto poi parlare di soggetto studente oggi è qualcosa di molto difficile , preferiamo parlare di precari in formazione, essendo questo soggetto inserito da subito nella totale precarietà, e quindi pensare ad una casa anche dei precari e delle precarie in un contesto sociale e con un mercato del lavoro non solo disastroso, ma sempre più portato verso il baratro da parte delle misure di austerity messe in campo per il mantenimento del sistema economico-politico.
Tutti noi siamo già da tempo nella giungla della precarietà e ci ritroviamo nel “gioco” delle 47 modalità contrattuali o a nero a dover accettare lavori sottopagati e prese in giro varie, qualcosa di sempre più diffuso, ma la necessita di non accettare questa condizione si fa sempre più forte.
Alexis quindi si colloca in uno spazio cittadino, di una citta dove l’abuso edilizio e la speculazione sono altissimi, dove sono più le case senza persone che le persone senza case, ma anche direttamente nello spazio territoriale dove a pochi metri si compie una grandissima speculazione su quello che era l’ex “quartier generale” Acea tenuto in affitto al costo di un miliardo e mezzo l’anno da partedella regione , vuoto e frutto delle speculazione di più privati, aziende , costruttori noti e in un territorio che subisce fortemente in maniera negativa la presenza di una grande fabbrica, la fabbrica del sapere di Roma3.
Allo stesso tempo Alexis vuole collocarsi in uno spazio transnazionale ed Europeo, perché sente forte il bisogno di una connessione e di generalizzare il conflitto in tutti gli ambiti sociali, sente il forte bisogno di cambiamento e di alterità, vuole darsi come tendenza lo sciopero sociale.
Rivendichiamo reddito, perché non vogliamo piegarci al ricatto del lavoro sottopagato e dello sfruttamento e lo facciamo riprendendocene un pezzetto, smettendo di pagare l’affitto e le case, i soldi che buttano, con cui speculano, devono cominciare a darli alle persone.
Stamattina hanno sgomberato l’occupazione di Sette Camini e, mentres criviamo, sappiamo essere in atto altri tentativi di sgombero, ma anche conseguenti mobilitazioni per rispondere subito ad ogni intimidazione;
noi portiamo la nostra vicinanza e complicità e sappiamo tutti e tutte che anche se sgomberati,
Oggi pomeriggio invitiamo tutte le realtà di movimento , tutti soggetti, singoli, gli abitanti del quartiere, studenti e chiunque voglia, ad intervenire e a prendere parola con noi in un’ASSEMBLEA PUBBLICA CITTADINA e a sentirsi complici di un progetto ed una prospettiva, che tende al cambiamento non solo possibile ma necessario.
APPUNTAMENTO ORE 18
IN VIA OSTIENSE 124
I mineros e le pallottole di gomma: immagini di una piazza

L’incredibile forza del corteo dei mineros, che in piena notte ha raggiunto Madrid dopo la lunga marcia….

Questa la risposta dello stato poco dopo..
QUANDO PARLATE DI VIOLENZA,
PENSATE AL PORTELLONE DI QUESTO BLINDATO,
PENSATE A LUI CHE ESCE E SPARA IN FACCIA A CHICCESSIA,
PALLETTONI DI GOMMA PERICOLOSISSIMI,
CAPACI DI CREARE LESIONI GRAVISSIME, SOPRATTUTTO AGLI OCCHI.
(Tra i feriti, ieri, da queste pallottole anche una bimba di 11 anni)
In questo sito molte informazioni sull’uso di questi armamenti nelle piazze spagnole:
STOPBALESDEGOMA.ORG
Minatori asturiani: arrivano a Madrid, insieme alle pallottole di gomma
Sono arrivati a Madrid, dopo la lunga marcia, in piena notte, accolti da migliaia di persone.
Tutti i minatori delle Asturie, di Aragona, Castilla y Leon, Castilla-La Mancha e Andalusia, ma anche molti solidali da ogni punto del paese, si son ritrovati oggi nella capitale del potere politico ed economico spagnolo,
per combattere contro la chiusura delle miniere di carbone, unica fonte di reddito per tutta quella zona del paese.
Un taglio del 63% degli aiuti al settore: questo il piano killer del governo che passerà così da 310 a 111 milioni il finanziamento preciso, anche in barba all’accordo strategico precedente firmato tra sindacato e padronato.
Un vero e proprio attentato al lavoro di migliaia e migliaia di persone, tra miniere e indotto,
che infatti stanno difendendo a denti stretti il loro salario, con ogni mezzo a disposizione.
Dall’uso sistematico e continuo dei blocchi stradali, delle barricate, agli scontri senza remore con gli apparati speciali delle forze di sicurezza,
che da settimane militarizzano le regioni ad altra concentrazione mineraria.
Più di 500 autobus, accolti da una grande ovazione della piazza.
L’accoglienza è stata decisamente diversa da parte della polizia che dopo le prime cariche non ha esitato ad usare anche proiettili di gomma;
El Pais parla già di 7 arresti ed una 40ina di feriti, avvenuti quasi tutti su Paseo de la Castellana, grande arteria del centro città, sede del ministero dell’industria, dove è partita la prima sassaiola contro le forze dell’ordine che ha fatto poi partire le cariche della polizia antisommossa.
Ci aggiorniamo tra poco.
SOLIDARIETA’ AI MINATORI SPAGNOLI!
UNA CRONACA DELLA GIORNATA: QUI
PER SEGUIRE LA DIRETTA DALLA PIAZZA: QUI
Asturie: la repressione si abbatte sull’insurrezione dei mineros
La repressione spagnola tenta di abbattersi sulla lotta dei minatori, che più che una lotta in difesa del proprio posto di lavoro e del proprio salario
sembra prendere le forme dell’insurrezione.
Di quelle che non si fermano davanti a nulla.
I blocchi stradali e autostradali vanno avanti da settimane, con una forza impressionante e con una solidarietà diffusa in tutta la provincia autonoma della spagna settentrionale, zona ricca di giacimenti e impianti di estrazione mineraria.
E’ proprio sull’autostrada A-66, all’altezza dei tunnel di El Padrun (che dire, il nome ispira di suo una dinamitarda lotta di classe) che gli scagnozzi dello stato spagnolo, truppe speciali della Guardia Civil, si sono abbattuti sui manifestanti che stavano costruendo una barricata incendiata, una delle tante che rendono impossibili gli spostamenti nella zona.
Il pestaggio è stato compiuto soprattutto su tre minatori, uno dei quali ferito in modo grave e poi lo scontro è andato avanti, fino all’arresto di tre persone, poi rilasciate dopo poche ore.
Anche nelle caserme, nei blindati e nei luoghi di detenzione la repressione spagnola non ha esitato ad abbattersi pesantissima sui manifestanti: dei tre arrestati, uno è stato ricoverato successivamente per le gravi lesioni riportate.
Sono diversi i punti della zona dove le autostrade vengono ripetutamente bloccate, con code e rallentamenti che da mesi ormai hanno variato tempi e spostamenti degli abitanti:
che, ripetono, malgrado i grossi disagi si son sempre rivelati solidali ed uniti alla lotta dei minatori, nelle Asturie come in León e Aragona.
Basta vedere quanti, tra i fermi e gli arresti, appartengano a tutt’altre categorie: dagli studenti ai pensionati, dai dipendenti pubblici ai metalmeccanici.
Venerdì scorso è stata forse la giornata di scontri più pesanti: la contrapposizione tra lavoratori e reparti speciali della Guardia Civil alza il tiro giorno dopo giorno, con una rabbia e una determinazione a noi sconosciute, ormai.
Il territorio poi gioca la sua parte, e la conoscenza dei tunnel permette ai minatori in lotta e ogni tanto in fuga dalla repressione, di sparire e apparire qua e là, come spettri che si aggirano per cunicoli e città:
ormai impossessatisi dei pozzi, i mineros riescono spesso a sfuggire agli arresti entrando nei pozzi che, come quello di San Antonio comunicano direttamente con il centro della città.
Si impara sempre dal passato, e loro tra tunnel ed esplosivi partono già avvantaggiati:
PIENA SOLIDARIETA’ AI MINATORI IN LOTTA!
Leggi: I minatori sardi solidali con quelli delle Asturie
Su questo blog: La rabbia dei minatori sbarca a Madrid
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