Siria: state dalla parte dei cecchini? via da qui allora!!
La giornata della sfida, questo venerdì era stato battezzato così dai manifestanti siriani che in massa si son riversati nelle strade delle città di buona parte del paese. Ieri gli studenti scandivano uno slogan nuovo, agghiacciante, di “sfida” ai cecchini.
“Eccoci qua, non ci spostiamo di un passo, questo è il nostro collo, questa la nostra fronte: SPARATE PURE!”
Ma questo sta avvendendo. I carri armati, che lentamente si stavano allontanando dalla città “flashpoint” (st’inglesi ogni tanto coniano parole geniali) di Daraa, ora occupano il centro di Homs e di Hama, le città che meglio di tutte conoscono la repressione e lo sterminio mandato avanti dal partito Baath, visto le migliaia di morti degli anni ’80, seguiti alla rivolta della fratellanza musulmana, estirpata con i bombardamenti. Homs dicevamo, ma anche le periferie settentrionali di Damasco, anche i dintorni beduini di Daraa, anche Lattakia in gran parte alawita.
Elettricità e telefoni sono staccati ad Homs, Zabadani, Madaya, Hama, nelle periferie di Damasco, Latakia, Banyas…
Ancora a parlare di ingerenze occidentali qui, di Mossad, di infiltrazioni: ma vaffanculo, stateci da soli dalla parte dei cecchini.
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🙂 Diciamo che ipotizzare che i siriani che scendono in piazza siano “massa di manovra”, non significa stare dalla parte di chi gli spara addosso. E sottolineo ipotizzare, perché più che informazioni certe si possono operare solo deduzioni storiche e logiche per tentare di capire…
Un altro filmato mostrò cecchini che sparavano sia addosso alla folla che alle forze della sicurezza… Sono due poteri che si fronteggiano, come spesso accade, ed il popolo è tra incudine e martello, con un “mantice” nascosto che soffia e ne ravviva l’incandescenza… Le condizioni in cui i ceti popolari hanno vissuto fino ad oggi in Siria, tu me lo insegni, non ne favoriscono certo lucidità politica e coscienza. Tu stessa parlasti di una sorta di medioevo sociale. Quindi sarebbe molto facile profittare di istanze popolari più che legittime, ci mancherebbe, per rovesciare un regime disobbediente. La questione è sempre la stessa: non farsi soffiare sotto al naso una eventuale vittoria sociale ottenuta con fiumi di sangue. Vedi Egitto. Essere dalla parte dei più deboli non deve impedirci di analizzare le cause e la tempistica di certi moti “rivoluzionari”. Chiedere maggiore democrazia, pane, lavoro, diritti umani senza diventare strumento inconsapevole di un altro peggiore potere, questo è il nodo. Chi dà a questi coraggiosi rivoltosi questa coscienza? Ma le mie sono solo speculazioni teoriche, le informazioni sono troppo frammentarie…
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Ciao vorrei farvi notare nell’ultima scena di questo video l’uomo cade a terra prima dello sparo ….guardatelo bene ….
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Ah capisco!! Non avevamo valutato l’ischemia celebrale del manifestante! Il suono è un po’ più lento del piombo… Non deliriamo, شكراً
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La situazione a Damasco vista da Chehayed Rustam
venerdì 27 gennaio 2012
Dopo tutti questi mesi dall’inizio della crisi siriana ormai e’ innegabile la presenza del terrorismo, della minaccia e dell’intimidazione a fini politici da parte dei gruppi d’ opposizione.
Questi episodi sono prevalentemente concentrati nelle zone periferiche della capitale, mentre all’interno della città e nelle zone centrali e’ evidente un clima di tensione degli abitanti a causa dei recenti attentati come quello di Kafer Suse e del Midan. Anche oggi nella zona del Midan si e’ verificata l’esplosione di una bomba artigianale con comando a distanza che ha causato la morte di un giovane di 12 anni di nome Ibrahim Mabrouk e il ferimento di altre 12 persone; lo stato d’animo della popolazione e’ portato all’esasperazione da questo tipo di episodi sempre più all’ordine del giorno, realizzati dagli oppositori al governo che hanno lo scopo di mantenere alta la tensione e terrorizzare la gente.
Non si sono registrate manifestazioni di protesta oggi a Damasco come viene invece fatto credere dai soliti canali satellitari. In questo preciso momento mi trovo nel quartiere Barzee, vicino al Caboun, dove la situazione e’ da diversi mesi indubbiamente tranquilla e sotto controllo, sporadicamente si verificano piccoli episodi di proteste all’uscita dalle moschee il venerdì, con piccoli gruppetti di circa 50 persone. Manifestazioni che durano sempre solo pochi minuti (giusto il tempo per fare qualche ripresa sotto commissione e inviarla alle emittenti satellitari del Golfo che ormai da tempo provvedono ad ingigantire e diffondere una realtà falsificata degli avvenimenti).
Si registrano, inoltre, episodi di intimidazione, con tentativi di attacco a edifici pubblici e abitazioni private dei rappresentanti dell’amministrazione pubblica, ormai sempre più nel mirino dei gruppi di terroristi armati.
Come misure precauzionali il governo ha istituito posti di blocco all’entrata e all’uscita della città e raddoppiato il personale di guardia, fortificando con sacchi di sabbia e barriere le strade circostanti degli edifici pubblici considerati più sensibili agli attentati – in particolare a possibili autobombe.
L’energia elettrica viene staccata 3 ore al giorno: circa 2 ore al pomeriggio e 1 ora la sera, con varianti a seconda del quartiere. Questa mancanza di elettricità comprende anche le sedi ministeriali e il palazzo presidenziale, che comunque usano generatori a gasolio in alternativa, ed e’ la conseguenza degli attentati che hanno interessato centrali elettriche, oleodotti e gasdotti nel paese , oltre all’effetto delle sanzioni economiche imposte dai paesi occidentali che vogliono mettere in ginocchio il paese e che impoveriscono palesemente la popolazione, uccidendone l’economia.
Nonostante questa situazione e il malcontento generale, la popolazione continua a scendere in piazza numerosissima per mostrare il suo sostegno al presidente siriano e ai suoi piani di riforma.
Nelle zone periferiche, invece, l’energia elettrica viene staccata per 3 ore al pomeriggio e 3 ore la sera indifferentemente se la zona sia prevalentemente abitata da oppositori o sostenitori del governo.
Le zone periferiche sono quelle nelle quali si concentrano le bande armate di oppositori, quelle che alcuni chiamano esercito libero composto da disertori, ma che a tutti gli effetti comprende prevalentemente ex criminali, delinquenti comuni, trafficanti di droga, elementi poco istruiti o fanatici religiosi.
Questi gruppi, che sono finanziati dall’opposizione e dai loro alleati internamente ed esternamente, a loro volta creano fortificazioni, barriere e posti di blocco all’entrata e all’uscita della zona periferica sotto il loro controllo.
Si tratta di gruppi che non esitano a derubare o uccidere i civili che non sono schierati dalla loro parte, che non chiudono i loro negozi in segno di protesta o che continuano a mandare i loro figli a scuola;
oltre a commettere i più svariati reati (come, ad esempio, rapimenti, sequestri di persona) per avere denaro, auto e mezzi per quella che loro definiscono ipocriticamente una “rivoluzione per la libertà e la democrazia”.
Nelle manifestazioni di protesta contro il governo questi gruppi armati sono mescolati ai manifestanti, e, tra i loro slogan in questi giorni, mi hanno colpito particolarmente quelli che definiscono la nuova costituzione in programma una “presa in giro”, dal momento che la loro nuova costituzione deve essere unicamente il Corano.
Simili manifestazioni in genere vengono tollerate finché rimangono all’interno delle zone periferiche. Recentemente, nella zona di Zamalka, un corteo di protesta si è diretto verso la strada principale che la collega a Damasco; una volta arrivati al posto di blocco dell’esercito regolare all’ingresso della capitale è stato imposto l’ALT. A quel punto i manifestanti hanno reagito colpendo con pietre i soldati, i quali, per disperdere il gruppo, hanno dovuto sparare alcuni colpi in aria. Una volta che il corteo di protesta ha indietreggiato, sono comparsi i gruppi armati che non hanno esitato a sparare e colpire a morte sei giovani soldati dell’esercito regolare e solo dopo l’arrivo dei rinforzi, cui è seguita una lunga sparatoria, sono fuggiti verso la periferia.
Questa tolleranza da parte delle forze di sicurezza non è condivisa da buona parte della popolazione, che si trova così a soffrire maggiormente a causa della presenza di questi gruppi criminali di opposizione e che desidererebbe un intervento più duro da parte dei militari in grado di eliminare definitivamente la presenza di queste bande armate criminali.
Alla luce di questa situazione, anche molti degli indecisi, in un primo momento non schierati né con il governo né con gli oppositori, si stanno sempre più orientando dalla parte dei sostenitori del governo e delle riforme promesse, dal momento che, con il passare del tempo, risulta sempre più evidente che l’obbiettivo degli oppositori non sono libertà e democrazia, ma caos, fanatismo religioso e divisioni settarie. Sempre con maggior evidenza, infatti, stanno emergendo le continue falsificazioni e fabbricazioni ad hoc degli eventi, più volte smascherate, e i continui crimini commessi da questi gruppi, come l’uccisione di innocenti dopo aver estorto loro false dichiarazioni volte ad incolpare e mettere in cattiva luce le forze di sicurezza e il governo, debitamente filmate e poi trasmesse dalle solite tv satellitari menzognere del Golfo, complici, nonché, probabilmente, mandanti di questi crimini.
leggi tutto… contrai post…
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ma conosco bene Rustam.. anche suo zio generale dell’esercito siriano!
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“Ciao vorrei farvi notare nell’ultima scena di questo video l’uomo cade a terra prima dello sparo….guardatelo bene….”
Qualcuno te l’ha spiegato che la pallottola va più veloce del suono? 😉
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