In Egitto gli scontri proseguono; in Syria un deserto di morte.
Dal massacro avvenuto nello stadio di Port Said non c’è ovviamente più stata tregua…
a quei 73 corpi, massacrati, se ne sono aggiunti altri, che purtroppo aumentano di giorno in giorno.
Da giovedì solo al Cairo sono otto i manifestanti rimasti uccisi, mentre il numero dei feriti balla da fonte a fonte,
ma è comunque altissimo. Appena poche ore di tregua durante questa notte,
poi appena il sole ha iniziato a riflettersi nelle acque del Nilo,
gli scontri davanti al Ministero dell’Interno sono ricominciati.
Il popolo ribelle non vede diminuire le sue fila: composte da shebab di tutti i credo e i gruppi.
La rabbia esplosa dopo quel massacro, foraggiato dall’indifferenza assassina della polizia e poi dal suo infierire,
si è portata via il paese intero, con Il Cairo in prima fila.
A Suez, la città dove il livello di scontro è sempre più alto che altrove,
chi si è riversato nelle strade l’ha fatto andando a colpire subito i centri nevralgici della repressione:
le questure, i commissariati, i tribunali.
Questa è la lotta che si combatte ora in Egitto, prima ancora di quelle nei posti di lavoro:
la lotta per liberarsi dall’oppressione,
la lotta per liberarsi dalla morsa costante ed immutata delle forze di sicurezza,
dei tribunali militari, delle celle delle prigioni dove si continua a torturare: la guerra è a Hussein Tantavi
e a tutto il Consiglio Supremo delle Forze Armate.
Gli slogan cambiano tono: non c’è più la ricerca di cambiamento, ora sembra esserci il desiderio di veder rotolare le teste.
Anche da quelle parti le ultime dichiarazioni dello Scaf farebbero sbellicare se non ci fossero tonnellate di vite di mezzo:
tutto quel che è accaduto a Port Said e quindi poi in tutto il paese, è causato da “forze straniere” che tentano di destabilizzare la transizione che invece loro son bravissimi a gestire.
Certo.
Va bene, c’è sempre la mano straniera, è tutto molto semplice.
Intanto guardate il volto di questa fanciulla, attivista del Cairo, colpita al volto come molte altre persone intorno a lei,
- Il volto di @Salmasaid
mentre manifestava nei pressi del Ministero.
Colpita con pallini da caccia, che tentano di mirare agli occhi, spesso riuscendoci.
A @Salmasaid questa volta è andata bene, perfortuna.
Del muro abbattuto dalla furia l’altro giorno è rimasto poco, tanto che lo SCAF ha predisposto la costruzione di ben 4 muri al posto di quello…
ma le ultime informazioni dalla piazza ci raccontano che dopo le ultime cariche, i blindati sono arretrati di qualche centinaia di metri.
La voglia di buttarli giù tutti è palese: è un desiderio che vuole spazzar via i palazzi del potere e tutti coloro che scaldano quelle sedie.
Stavolta è così, il gioco l’hanno capito: stavolta vogliono le teste e affronteranno i loro fucili,
il gas nervino nei lacrimogeni come a novembre,
perderanno altri occhi e altre vite…
ma vi spazzeranno via.
IRHAL IRHAL YA TANTAWI!
Ora aspettiamo di vedere che giornata sarà l’11 febbraio, in cui è stato programmato uno sciopero generale nazionale contro l’esercito.
Nel frattempo, in Syria, il massacro avanza e ruota tutto intorno alla città di Homs, già pesantemente colpita nei giorni scorsi.
Il quartiere di Khalidiya l’altro ieri e quello di Bab Amro da una 30ina di ore, vivono uno stato di guerra guerreggiata.
Circondati dai carri armati, imprigionati in un assedio impenetrabile, vengono bombardati da ore.
Dei 337 morti della prima notte non abbiamo saputo molto altro; non sappiamo da quel momento a che cifra siamo arrivati, ma cambia poco.
E’ un vero e proprio bombardamento: i racconti parlano di interi palazzi ridotti in briciole, con famiglie intere rimaste là, prive della possibilità di chiedere soccorso o portarlo.
Una storia irraccontabile.
Che mi spezza l’anima.
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Io non conosco la situazione in Siria e Mao diceva che chi non fa inchiesta non ha diritto di parola. Credo che tu la conosci molto meglio di me e quindi ti chiedo: cosa dire ai compagni che nella situazione siriana si schierano con Assad? Un esempio ne è quest’articolo “Ancora una volta al fianco dei Paesi non allineati” di Riccardo Di Vito
http://www.comunismoecomunita.org/?p=3063
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Caro Salvatore…tocchi un tasto dolente su cui ho scritto molto in questo blog.
Se vai nella categoria SIRIA puoi leggere molte cose dedicate ai compagni italiani impregnati di geopolitica e di complottismo al punto da schierarsi con un macellaio.
Un’infinita tristezza, che a me fa proprio del male
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Perchè non parliamo delle PALLE che gli sporchi sionisti & $us$bank amerikana mettono in giro per screditare Assad?
In Siria si può manifestare contro come in tutti i Paesi Liberi, ma non venitemi a dire che gli altri Stati hanno diritto nelle questioni interne perchè DITE IL FALSO!
Guardatevi un po’ questo video, prima di credere AI CIALTRONI BANCHIERI che vorrebbero la caduta di Assad SOLO PER FARE I LORO PORCI COMODI E AFFAMARE LA POVERA GENTE.
Vergogna, a correre sempre dietro alla propaganda. Vergogna, imparate a cercarvela da soli la Verità!
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AHAHAHAHAHAHAHA…
ma ci sei mai stato in Siria o guardavi Aldo Giovanni e Giacomo a casetta tua?
povero te.
che pena mi fai…libertà di manifestare in Syria…
AHHAHAHAAHAHAHAHAHAHAHHA
sei quasi simpatico guarda!
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Facili reazioni difficili riscontri ora il mondo conosce qualcosa di più di Budapest Berlino Ceaucescu.
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