Archivio
L’Aquila: archiviate le denunce per l’occupazione dell’autostrada, ma ne restano molte altre. Come in ValSusa, la repressione colpisce chi lotta per il proprio territorio
Archiviate le denunce per occupazione dell’autostrada …
Ma i tentativi di reprimere la dignità e chi prova a resistere sul territorio aumentano come la non trasparenza della “ricostruzione”. Una storia simile al TAV…
I procedimenti giudiziari che riguardavano l’occupazione dell’autostrada avvenuta il 16 Giugno 2010 durante una manifestazione di 20 mila persone (video), sono stati archiviati. Pubblichiamo qui sotto in esclusiva gli atti dell’archiviazione.
Le denunce che a L’Aquila colpiscono movimenti e società civile rimangono comunque moltissime, una sessantina, e tutte le altre – a differenza di questa dell’autostrada – non coinvolgono politici di professione, rappresentanti istituzionali.
Il 23 Febbraio ci sarà il primo processo per i fatti avvenuti a Roma lo scorso 7 Luglio 2010 (leggi l’articolo e il comunicato di 3e32) e il prossimo 10 Aprile inizierà quello sull‘occupazione di CaseMatte.
Denunce che vogliono colpire un movimento che si è sempre dimostrato determinato, ma civile, nonostante si sia scontrato con all’incalzare di cricche senza scrupoli dotate di copertura politica; con il dramma del dopo-terremoto e della non ricostruzione, con le risate degli sciacalli e degli uomini dal potere assoluto di speculazione come Guido Bertolaso e con quelli incapaci di far rispettare le competenze locali e i diritti della cittadinanza come il sindaco Massimo Cialente.
Oggi assistiamo agli arresti che colpiscono alcuni esponenti del movimento no-tav. Quando si cerca di difendere ostinatamente il proprio territorio dalla violenza di questo Stato, che pensa solo alle grandi opere e agli interessi delle solite cricche, succede questo. Qui potete leggere il comunicato del comitato 3e32 in loro solidarietà.
Non si può nascondere però, ragionando proprio su questi arresti, un certo timore verso le strategie della repressione poliziesca. Repressione poliziesca che a L’Aquila fa la spola con una sistematica mancanza di trasparenza nella ricostruzione e nella destinazione dei fondi, come dimostrano ormai centinaia di documenti.
Ci teniamo a divulgare quindi delle informazioni che riguardano alcune nomine sul nostro territorio già infestato dai commissariamenti e pieno zeppo di carriere, che si fanno o riprendono il proprio corso, sdoganandosi qui a L’Aquila, o meglio sull’Aquila e sulla pelle di chi prova a viverci con dignità.
Tutto inizia proprio il 6 Aprile 2009 poco dopo la scossa disastrosa. Quel giorno con una certa sorpresa viene nominato prefetto di L’Aquila un uomo dei servizi segreti, ex direttore del sisde (poi ribattezzato AISI) Franco Gabrielli.
Dal 1° Maggio 2009 al 31 gennaio 2010 Gabrielli è stato anche Vice Commissario Vicario dell’Emergenza Abruzzo, al fianco del Commissario Guido Bertolaso. Nel novembre 2010 Gabrielli, che da prefetto di L’Aquila aveva il compito di controllare l’operato della protezione civile e i soldi da questa gestiti a L’Aquila, prende casualmente il posto di Guido Bertolaso a capo della protezione civile (leggi anche qui).
Durante il suo mandato fa in tempo invece a dare i primi segnali di repressione verso i movimenti e la cittadinanza attiva, minacciando l’uso della forza e facendo partire i primi strumentali procedimenti giudiziari anch’essi oggi in via di archiviazione (anche la stampa locale ha partecipato alla stupidità della vicenda). Si tinge però di ridicolo con l’ormai famoso “sequestro delle carriole” che va a inscriversi nel suo curriculum accanto alla caccia alle Br.
In prefettura a sostituire Gabrielli arriva Anna Maria Iurato, nominata nonostante al momento della sua scelta fosse presente nella lista anemone, una lista in cui compaiono destinatari di interventi di ristrutturazione in cambio di favori politici.
Il prefetto Iurato, poco dopo la sua nomina, viene indagata dalla Procura di Napoli su alcuni appalti per la sicurezza, in cui è chiamata in causa anche Finmeccanica ed alti funzionari dello Stato. Appalti per la sicurezza come la costruzioni di caserme e la realizzazione di impianti per la videosorveglianza, che i magistrati ipotizzano siano stati aggiudicati in maniera illecita.
In particolare c’è un appalto da 37 milioni di euro per il centro elaborazione dati della polizia di Capodimonte, che è stato aggiudicato alla Elsag Datamat società del gruppo Finmeccanica, scelta anche per gestire i sistemi informatici del G8 di L’Aquila. Tra i dirigenti dell’azienda compare anche il marito del prefetto dell’Aquila Giovanna Iurato.
La Iurato è ancora oggi al suo posto.
Avvicendamenti nel frattempo invece ci sono stati in seno alla questura. Avvicendamenti che purtroppo riguardano sempre poliziotti condannati per violenze o altri reati commessi contro i movimenti.
Appena lo scorso dicembre 2011 Fabio Ciccimarra è divenuto nuovo capo della squadra mobile di L’Aquila guadagnandosi anche la promozione di “vice-questore aggiunto”. Nel riportare la notizia il quotidiano il centro omette un’informazione di pubblico interesse importante, operazione non concessa ai comuni mortali.
Ciccimarra è stato arrestato e poi nel maggio 2010 condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi per sequestro di persona nell’ambito delle violenze avvenute a Napoli il 17 Marzo 2001 a termine delle manifestazioni per il global forum (leggi anche qui). Insieme a dei colleghi portò nella caserma “Raniero Virgilio” di piazza Carlo III, 85 ragazzi dove li tennero per ore, insultandoli e minacciandoli.
Ciccimarra è stato indagato anche per le violenze avvenute qualche mese dopo Napoli, nella tristemente famosa vicenda della mattanza della scuola Diaz di Genova (leggi anche qui) per la quale è stato condannato in appello nel Maggio 2010 l’ex capo della mobile di L’Aquila, Salvatore Gava rimasto in servizio nel capoluogo abruzzese fino a Novembre 2010.
Salvatore Gava, è accusato di aver redatto un falso verbale d’arresto per 93 persone, in cui si attestava il ritrovamento e il sequestro delle famose bottiglie molotov che, in realtà, erano state trovate altrove, e non nella scuola Diaz.
Dal Sito: MediaCrewCaseMatte
Campeggio antinucleare
Dal 24 al 28 Agosto 2010
2° Campeggio Antinucleare
Località Masseria Fattizze
sulla San Pancrazio-Porto Cesareo ,a 2 Km da Porto Cesareo ( Lecce )
Siamo ormai nel terzo anno di una crisi economica che a dispetto dei proclami del governo è ben lungi dall’essere alle nostre spalle. Anzi la crisi accelera, i grandi gruppi finanziari ed assicurativi, dopo essere stati salvati con i soldi dei contribuenti, impongono riavviando il perverso ciclo della speculazione finanziaria una manovra Europea coordinata dalla Germania tutta “lacrime e sangue” per i cittadini di ogni paese.
Il conto di oltre 20 anni di liberismo sfrenato, globalizzazione selvaggia, privatizzazioni di pezzi importanti di welfare state viene oggi fatto pagare ai lavoratori, ai precari ai disoccupati ai pensionati. Anche chi pensava come i dipendenti pubblici di essere al riparo dagli sconquassi di un turbocapitalismo tecnocratico globalizzato è oggi colpito e nell’angolo incapace di una reazione.
Il ritorno al nucleare in Italia è sicuramente parte importante di un progetto autoritario e reazionario scelto dal Governo Berlusconi per consentire ad aziende incapaci di progettare modelli di sviluppo differenti una scialuppa di salvataggio nel mare in tempesta della crisi mondiale.
Le grandi Multinazionali dell’Energia: Enel, Edf Edison, Eni, quelle dell’impiantistica da Areva a Finmeccanica, le lobby del cemento si apprestano al banchetto. Voglio i 30 miliardi di euro cifra minima prevista per le prime 4 centrali nucleari in Italia per continuare a fare ingenti profitti, devastando territori, annientando con politiche repressive qualunque forma di resistenza.
La crisi accelera dicevamo con la Fiat ,che al solito anticipa quanto accadrà in futuro, chiede la resa dei lavoratori a Pomigliano e non avendola ottenuta minaccia e licenzia delegati sindacali per rappresaglia, promettendo delocalizzazioni per chi non ci sta e nuovi contratti senza diritti per chi ci sta.
E’ il nuovo mondo, la modernità senza diritti ma solo con doveri. Da tali contraddizioni esplodono ovunque conflitti, gli operai di Pomigliano, il popolo dell’acqua pubblica con il milione e quattrocentomila firme, i precari della scuola, i comitati contro il carbone delle centrali Enel, la TAV ed il Ponte sullo Stretto, tante battaglie sociali ed ambientali, appuntamenti internazionali come Cancun, momenti di resistenza purtroppo oggi frammentate e divise. Con questo 2°campeggio – luogo di incontro ,dialogo,socialità – proviamo a fare un passo avanti nel riconnettere le vertenze cosi’ da sostanziare un comune percorso di resistenza e cambiamento.
Il ritorno al nucleare ,dentro il disegno governativo di sfruttamento intensivo di tutte le fonti energetiche comprese quelle rinnovabili, con l’ulteriore devastazione ambientale e i connessi cambiamenti climatici che induce, così come il ciclo integrato dei rifiuti e le dannose “grandi opere”, nella incalzante sottrazione dei beni comuni ,dell’occupazione,dei diritti individuali e collettivi, sono i temi all’ordine del giorno di questo 2° campeggio .5 giorni di tavoli seminariali e di pubbliche uscite antinucleari come la “Notte della della Taranta” il 28 Agosto, per contribuire a rendere vivace e coinvolgente l’agenda politica dell’autunno 2010.
Brindisi 29.07.10
Comitato promotore regionale pugliese “NO al Nucleare”
Coordinamento nazionale antinucleare Salute –Ambiente-Energia
Per informazioni:368 582406
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