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L’urlo di Towanda
Vi ricordate di Towanda?
di Valentina Perniciaro, Queer, inserto settimanale di Liberazione, 9 novembre 2008
Vi ricordate di Towanda? Provate ad urlarlo. Non potrà non tornarvi in mente quel grido di battaglia che
trasforma Evelyn, una delle protagoniste del film culto “Pomodori Verdi fritti (alla fermata del treno)”, in una donna nuova, pronta ad affrontare qualunque avversità nel suo percorso di emancipazione e liberazione.
Quell’urlo sembra proprio essere tornato, e sta riempiendo l’Onda di contenuti nuovi, di determinazione, di protagonismo tutto femminile. Un gruppo di giovani donne, studentesse medie ed universitarie e collettivi di genere hanno dato vita ad un coordinamento che prende proprio questo nome: Towanda nasce il 20 novembre 2007 per poi muovere i suoi primi passi nella manifestazione di donne per le donne contro la violenza maschile che ha sfilato, imponente e determinata, per le vie di Roma il 24 novembre dello scorso anno.
La particolarità che salta agli occhi è la giovane età, Towanda è in gran parte composto da collettivi femministi di diverse medie superiori di Roma e provincia. Proprio perciò non poteva rimanere estranea all’esplosione di mobilitazioni di questo periodo: dal primo giorno è parte integrante di un’Onda che sta scuotendo il mondo della scuola, dagli asili agli atenei universitari.
Queste giovani donne non sono solo impegnate a protestare contro il decreto Gelmini, ma si muovono nelle piazze gremite di studenti per riempire la protesta di contenuti diversi. Considerano il decreto sessista perché colpisce soprattutto le donne: molte insegnanti, grazie ai tagli previsti, perderanno il lavoro mentre la cancellazione, di fatto, del tempo pieno, spiegano, limita ulteriormente la libertà che ogni donna ha di portare avanti la maternità e allo stesso tempo il diritto di lavorare ed essere autosufficiente. Come se non bastasse, la riforma è profondamente razzista, perché le “classi ponte”renderanno ancora più difficile il processo d’integrazione dei giovani migranti o dei figli di seconda generazione.
L’urlo di Towanda sa che quest’Onda, per non morire, deve verificare i propri contenuti e crescere anche culturalmente: nei cortei romani di queste settimane., raccontano, si sono trovate ad affrontare spezzoni che usavano parole d’ordine intrise di maschilismo o omofobia, per esempio offendevano la ministra Gelmini in quanto donna con parole come “puttana”. Towanda non vorrebbe condividere la piazza con chi usa un linguaggio o ha un atteggiamento omofobo e maschilista.
Per questo, dicono, sono impegnate in diverse campagne di controinformazione nelle scuole e nelle piazze. Chiedono quindi una scuola che sappia ricostruire e raccontare tutti quei percorsi di liberazione femminile che la storia e i libri di testospesso trascurano o addirittura omettono. Vogliono un femminismo che sappia rifiutare ogni delega e sia reale partecipazione attiva e consapevole delle donne in ogni contesto sociale perché una società in cui le donne siano protagoniste non è solo possibile, ma necessaria per il bene di tutte e tutti. E’ proprio la violenza maschile sulle donne uno degli argomenti principali delle loro campagne, spesso portate avanti a fianco di chi opera nei centri antiviolenza, come nella partecipata assemblea che si è tenuta al Liceo scientifico Righi la scorsa settimana, cui hanno partecipato le avvocate impegnate nei centri.
Attualmente sentono forte la necessità di essere al fianco delle donne e dei giovani migranti, e si sono unite all’assemblea giovanile e antirazzista e contro ogni discriminazione, con la quale sono scese in piazza con un unico striscione: “Per una scuola libera, solidale e aperta al mondo”.
Se avete voglia di ascoltare il grido di battaglia di Towanda, non vi rimane che entrare nell’Onda, o cercarle su studentessetowanda.splinder.com.
I FASCISTI, perdio!
Piazza Navona, questa mattina: non avrei mai voluto sapere, ascoltare, trasmettere.
Blocco Studentesco ha preso la piazza dalla prima mattina.
Si sono appropriati della testa della manifestazione, con le loro parole d’ordine, i saluti romani e il sostegno del camion di Casa Pound.
Fascisti, nient’altro che fascisti.
E pochi minuti fa, verso le 11.20, hanno fatto il loro ingresso anche a Piazza Navona, spazzando via a suon di catenate i compagni presenti. Botte corpo a corpo, qualche testa rotta, molte cinghiate…
conosciamo bene i mezzi che usano per aggredire, conosciamo bene il loro modo di muoversi,
non conoscevamo questa capacità aggregativa nel movimento studentesco ed ora la stiamo imparando giorno dopo giorno; rimanendo sempre più sbalorditi da quello che la piazza, almeno questa piazza romana, ci sta offrendo.
Ed oggi le prime botte, di cui ancora si sa troppo poco …
13.10: Non sono mai riuscita a fermarmi un attimo per scrivere. Mattinata assurda, incomprensibile.
Ci sono due compagni con la testa aperta…dopo la prima carica contro il camion dei Cobas e gli studenti medi presenti in quel momento, è arrivato il corteo degli studenti universitari della Sapienza e di Roma 3.
Si è ricompattato su Corso Vittorio ed è rientrato in piazza, rispondendo a Blocco Studentesco.
Pare che il loro camion abbia fatto la fine che doveva fare.
Non scrivo una riga di più: sconcerto e orrore!
FASCISTI CAROGNE TORNATE NELLE FOGNE!
Se non li conoscete guardateli un minuto
Li riconoscerete dal tipo di saluto.
Lo si esegue a braccio teso mano aperta e dita dritte
Stando a quello che si è appreso dalle regole prescritte.
È un saluto singolare fatto con la mano destra
Come in scuola elementare si usa far con la maestra
Per avere il suo permesso ad assentarsi e andare al cesso.
Ora li riconoscete senza dubbio a prima vista
Solamente chi è fascista
fa questo saluto qui.
Se non li conoscete è norma elementare
Guardare la maniera con cui sanno marciare
Le ginocchia non piegate vanno al passo tutti quanti
Chi sta dietro dà pedate nel sedere a chi sta avanti
Chi le piglia senza darle è chi marcia in prima fila
Chi le dà senza pigliarle siano in dieci o in diecimila
È chi un po’ meno babbeo sta alla coda del corteo.
Ora li riconoscete senza dubbio a prima vista
Solamente chi è fascista
marcia in questo modo qui.
Se non li conoscete guardategli un po’ addosso
L’organica allergia che c’hanno per il rosso
Non gli riesce di vedere senza scatti di furore
Fazzoletti o bandiere che sian di questo colore
Forse tu li paragoni a dei tori alle corride
Ma son privi di coglioni e il confronto non coincide
Si è saputo da un’inchiesta che li tengon nella testa.
Ora li riconoscete come se li aveste visti
Solamente dei fascisti
sembran tori ma son buoi.
Se non li conoscete guardate quanto vale
Quel loro movimento che chiamano sociale
Movimento di milioni ma milioni di denari
Dalle tasche dei padroni alle tasche dei sicari
Già eran chiare ad Arcinazzo le sue vere attribuzioni
Movimento ma del cazzo come le masturbazioni
Fatte a tecnica manuale con la destra nazionale.
Li riconoscete adesso che sapete chi li acquista
Solamente chi è fascista
sa far bene da lacchè.
Se non li conoscete guardate il capobanda
È un boia o un assassino colui che li comanda
Sull’orbace s’è indossato la camicia e la cravatta
Perché resti mascherato tutto il sangue che lo imbratta
Ha comprato un tricolore e ogni volta lo sbandiera
Che si sente un po’ l’odore della sua camicia nera
Punta a far l’uomo da bene fino a quando gli conviene.
(…)
Ora li riconoscete sti fascisti ste carogne
Se ne tornino alle fogne
con gli amici che han laggiù.
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