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Francesco Rosi: non fiori ma solidarietà per gli immigrati.
Ormai quando muore uno famoso per cui si prova stima si preferisce quasi tacere; un delirio di dolore collettivo, necrologi da spammare che forse è un po’ figlio del savianesimo da quattro soldi in cui tutti sembrano aver letto tutto, aver amato tutti, aver visto tutti i film e amato tutti i generi musicali…
una nenia insopportabile che fa passare la voglia di scrivere il proprio di ricordo.
Ma Francesco Rosi, che mo tutti amano da strapparsi i capelli che quasi vien da ridere, non posso non ricordarlo e per farlo uso il suo gran cuore, e quindi quello di sua figlia. Grazie.
Per ricordare Prospero Gallinari, un’iniziativa a Roma
Il 14 gennaio, a Reggio Emilia, moriva Prospero Gallinari. La sua scomparsa ha suscitato profonda
impressione nella sinistra antagonista, perché la coerenza etica e la trasparenza politica
della sua vicenda umana erano note a tutti, e avevano conquistato il rispetto delle vecchie e
delle nuove generazioni. Ciononostante, l’imbarazzo delle classi dominanti verso questa ondata
spontanea di cordoglio, si è presto mutato in aperto fastidio. Le polemiche seguite al funerale
di Coviolo hanno parso confermare che in Italia non solo la riflessione sulla storia, ma
nemmeno i sentimenti collettivi possono esprimersi in libertà.
Per questi motivi, abbiamo pensato di costruire una nuova occasione di ricordo per Prospero
Gallinari. Abbiamo pensato che presentare il suo libro, ascoltare le sue parole, ragionare sulla
sua vita, possa costituire non solo un contributo alla memoria delle classi subalterne, ma anche,
e semplicemente, un atto politico di libertà.
Si tratta di dire basta all’appetito insaziabile della storia dei vincitori. E di riconsegnare a ciascuno
di noi l’autonomia dei giudizi, contro i ricatti che comprimono i ricordi e le speranze,
inquinando le immagini e i pensieri.
Pasquale Abatangelo, Renato Arreni, Paolo Cassetta, Geraldina Colotti, Natalia Ligas, Maurizio
Locusta, Remo Pancelli, Bruno Seghetti

Foto di Valentina Perniciaro _Il funerale di Prospero_
Mercoledì 27 marzo alle 17:30
il Festival di Storia del Nuovo Cinema Palazzo
presenta il libro di Prospero Gallinari:
Un contadino nella metropoli.
Ricordi di un militante delle Brigate Rosse (Bompiani 2006).

Fotografia di Stefano Montesi
Letture, proiezione di inediti, ricordi e riflessioni
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Partiamo dall’analisi dell’autobiografia di Prospero Gallinari per cominciare a ragionare sull’autobiografia come fonte. Una serie di analisi condotte sui testi autobiografici di persone che, a vario titolo, hanno caratterizzato il Novecento: storici, scrittori, politici e militanti in organizzazioni armate, Brigate rosse in particolare. Questa breve carrellata, rende già evidenti le differenze sottese a ciascuna autobiografia, specchio di diverse esperienze di vita. Un primo elemento di analisi applicabile a tutti i testi e, attinente in realtà al genere autobiografico in generale, è il problema della memoria.
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«Un’origine, un percorso, una storia: quelli della mia vita. Superati i cinquant’anni, un viaggio nel proprio passato è anche un attraversamento di ricordi. Ricordi personali che però si intrecciano, si mischiano e spesso si confondono con fatti e avvenimenti che hanno avuto un peso nella vita collettiva. Di qui un problema? Usare il senno di poi? Raccontare attingendo a critiche, autocritiche, scomuniche, valutazioni o giudizi maturati a posteriori? Ho scelto un’altra strada».
«Ricordi personali – scrive Gallinari analizzando i contenuti della propria autobiografia – che però si intrecciano, si mischiano e spesso si confondono con fatti e avvenimenti che hanno avuto un peso nella vita collettiva. «Di qui un problema? Usare il senno di poi? Raccontare attingendo a critiche,
autocritiche, scomuniche, valutazioni o giudizi maturati a posteriori? Ho scelto un’altra strada. Quella di far riemergere il filo dei pensieri e degli atti compiuti nel modo in cui, effettivamente questi hanno attraversato e poi portato ad agire di conseguenza».
Intervengono:
– Marco Clementi, storico;
– Erri De Luca, scrittore;
– Valerio Evangelisti, scrittore;
– Sante Notarnicola, scrittore;
– Caterina Calia, avvocato.
UN PO’ DI LINK:
La cerimonia di saluto
Il funerale che andava fatto!
Tutti a Coviolo per salutare Prospero Gallinari la cerimonia si terrà domani 19 gennaio alle-14-30
Ciao Prospero
In diretta da Coviolo immagini e parole della cerimonia di saluto a Prospero Gallinari/1
In diretta da Coviolo in migliaia per salutare Prospero Gallinari/2
La diretta twitter dai funerali
Ciao Prospero
Gli assenti
Scalzone: Gallinari come Prospero di Shakespeare, “la vita è fatta della stessa sostanza dei sogni”
Fine di UNA storia, LA storia continua
Mai alcuna confessione di innocenza, Prospero
Testimonianze
In memoria di Prospero Gallinari di Oreste Scalzone
Al funerale di Gallinari la generazione più felice e più cara
Su Prospero Gallinari
Gallinari e il funerale che andava fatto anche per gli altri
La storia
Quadruppani – Mort d’un combattant
Bianconi – I parenti delle vittime convocati via posta per perdonare Gallinari
Prospero Gallinari chiede la liberazione condizionale e lo Stato si nasconde dietro le parti civili
“Eravamo le Brigate rosse”, l’ultima intervista di Prospero Gallinari
Prospero Gallinari quando la brigata ospedalieri lo accudì al san Giovanni
Gli avvoltoi s’avventano sulla memoria di Prospero Gallinari
Gallinari è morto in esecuzione pena dopo 33 anni non aveva ancora ottenuto la libertà condizionale
Prospero Gallinari un uomo del 900
Chi era Prospero Gallinari?
Gallinari e Caselli, il confronto tra cattivi maestri e bravi bidelli
Gallinari, Gotor e le lettere di Moro
Caselli Prospero Gallinari e i cattivi maestri
In risposta a Caselli su Gallinari
A Giorgio Frau, ucciso ieri a Roma
Prendo da Contropiano le righe che troverete qui in fondo,
che a scrivere altro in molti non riescono e si può capire perchè.

Foto di Valentina Perniciaro _il ragazzotto del Verano_
Son dolori sordi e lancinanti, adagiati come un pesantissimo lenzuolo su quel corpo, a cui in tantissimi erano legati.
E non ci interessa dei bensanti, di chi blatera sul “criminale” ammazzato a terra…
Ci interessa salutare Giorgio, punto.
Portare un fiore dove è stato ucciso,
stringere forte chi l’ha amato e gli è stato vicino,
asciugare queste lacrime, fare un urlo per una morte che non doveva avvenire…
“No Giorgio, no.
Anche quando riusciamo a malapena a sopravvivere e fatichiamo ad immaginare un futuro…. quando ci sale la rabbia perchè veniamo derisi da ex compagni che ci definiscono fessi perchè non facciamo come loro e non ci mettiamo al servizio di questo o quel vincente politico….anche quando tutto sembra nero e i compagni più cari non sono in grado di aiutarci e per qualcuno prosegue ancora la galera…. noi, noi che siamo testimoni della più importante esperienza comunista nata in Italia nel secondo dopoguerra, non abbiamo il diritto di cedere alla disperazione e buttare via la nostra vita! Non lo abbiamo Giorgio, compagno mio, compagno nostro”
scrive Vittorio, e la penso così.
CIAO GIORGIO, COMPAGNO NOSTRO
Rapina a Roma, scontro a fuoco e muore uno dei rapinatori. E’ Giorgio Frau, ex brigatista, senza lavoro e già arrestato 10 anni fa per una tentata rapina in Umbria.
(qui il link all’articolo)
Zona della basilica di Santa Maria Maggiore, in via Carlo Alberto, all’Esquilino. Un portavalori si ferma davanti alla filiale della Banca Popolare di Sondrio. Scatta il tentativo di rapina. Partono gli spari. Una guardia privata rimane ferita, uno dei rapinatori viene ucciso. E’ Giorgio Frau, 56 anni, ex militante di Lotta Continua a Roma Sud, poi “fiancheggiatore” delle Brigate Rosse, resosi latitante dopo la scoperta di una borsa contenente armi nella sua cantina, durante una perquisizione in sua assenza. Per qualche tempo si era rifugiato in Francia, avvicinandosi alle Ucc.
Fu arrestato in Spagna all’inizio degli anni ’90, dopo una rapina compiuta insieme alla sua compagna. Erano rimasti soli, avevano cambiato paese e sopravvivevano in quel modo.
Estradato in Italia dopo aver scontato la condanna spagnola, aveva passato alcuni anni in carcere anche in Italia. Scarcerato dopo aver scontato la pena, aveva cercato di rienventarsi una vita prima nelle cooperative sociali e poi come negoziante in proprio. Sommerso dai debiti in questo tentativo, aveva cercato la soluzione della rapina insieme ad alcuni “comuni”. Ma erano stati arrestati ancora prima di compierla, nel 2003.
Condannato a sette anni, solo per la detenzione delle armi, aveva scontato in carcere anche questa condanna. Una volta scarcerato, ovviamente, si era trovato in una condizione ancora peggiore di prima.
I carabinieri – respingendo l’assalto morboso della stampa, che ha tirato fuori anche falsi coinvolgimenti in altri episodi – hanno riconosciuto che questo ultimo gesto della sua vita non aveva alcun intento “eversivo”, ma motivato unicamente dalle banali necessità della sopravvivenza. A dispetto degli anni, doveva aver pensato che le “competenze” accumulate nella vita precedente potevano essere utilizzate ancora adesso.
Ciao, Giorgio. Che la terra ti sia lieve.
Per chi vuole salutare Giorgio
Venerd’ 8 marzo
ORE 11-12,30 Obitorio Piazzale del Verano
ORE 13-15 Via Masurio Sabino 31
30 anni dopo: “Look mummy, there’s an aeroplane up in the sky!”
Che faccio mi metto a parlare ad un disco?
Vabbhè ma mica è un disco normale, è consentito! Spero…
Non chiamate il 118 (per diversi motivi 😉 ) mentre mi leggete, tanto è una cosa che nella mia vita è successa diverse volte, è un vizietto psicotico che si ripete spesso nelle mie giornate: spesso parlo più con le cose inanimate che con le persone.
Spesso mi trovo a parlare con, non so, le pagine di un libro, le note di Faber, le parole di qualche poeta torturato in qualche cella…
insomma, di persone con cui dialogare se ne trovano tante nei meandri della mia mente.
Oggi mi sono svegliata ed ho letto che proprio tu, oggi, compi 30 anni.
“The Wall” … che ha scandito la mia infanzia, la mia adolescenza, ora anche il mio percorso nel diventare una mamma.
Una mamma che crescerà un bimbo anche con l’aiuto di quella marcia di martelli, anche con quel tritacarne dove infilare vita, anche con quei mattoni che crollano al suolo…
In questi 30 anni, ne parlavamo pochi giorni fa, di muri ne sono nati tanti…
ma quando sento le tue note, quando sento quella canzone, penso che forse un padre l’ho avuto anche io.
Un padre che oggi si chiama “The Wall” e che compie gli anni, un padre che m’ha insegnato tanto.
Così tanto che lo elogio e lo ricordo con una canzone che amo di quel disco-bibbia: MOTHER.
Mother, do you think they’ll drop the bomb?
Mother, do you think they’ll like this song?
Mother, do you think they’ll try to break my balls?
Mother, should I build the wall?
Mother, should I run for President?
Mother, should I trust the government?
Mother, will they put me in the firing line?
Is it just a waste of time?
Hush now baby, baby, don’t you cry
Momma’s gonna make all of your nightmares come true
Momma’s gonna put all of her fears into you
Momma’s gonna keep you right here under her wing
She won’t let you fly, but she might let you sing
Momma’s will keep Baby cozy and warm
Oooo Babe
Oooo Babe
Ooo Babe, of course Momma’s gonna help build the wall
Mother, do you think she’s good enough
For me?
Mother, do you think she’s dangerous
To me?
Mother will she tear your little boy apart?
Mother, will she break my heart?
Hush now baby, baby, don’t you cry
Momma’s gonna check out all your girlfriends for you
Momma won’t let anyone dirty get through
Momma’s gonna wait up until you get in
Momma will always find out where you’ve been
Momma’s gonna keep Baby healthy and clean
Oooo Babe
Oooo Babe
Ooo Babe, you’ll always be Baby to me
Mother, did it need to be so high?
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