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Quel che esporta la Folgore!
Ci chiedono di piangere gli “eroi della patria”. I soldati che “portano pace e rischiano la vita tutti i giorni”.
Oltre al ribrezzo che provo a pelle per la parola EROI…da dire a riguardo ce ne sarebbe e non poco, ma nemmeno mi va.
Nient’altro che “occupanti”, occupanti in una terra straniera da anni e scusate se allora considero quello di ieri non un “ATTENTATO”, ma un’azione di RESISTENZA contro occupanti stranieri, portatori di morte.
I piloti italiani in questo momento sono impegnati in un addestramento speciale negli Stati Uniti e si sono portati da casa (pensate quanto può essere costato) i nuovi cacciabombardieri dell’esercito italiano. I cacciabombardieri di solito non portano PACE.
Anzi…quello che bombardiamo continuamente è Uranio impoverito.
Vi ricordate i bimbi deformi di Baghdad?
Bhè, questi sono quelli afghani: questo è quello che portano “gli eroi della patria”.
Questo è quello che continuamente esportiamo in Afghanistan ed Iraq, quello che abbiamo portato in Somalia (anche quello che cade ogni giorno sul territorio sardo di Quirra, intorno al poligono interforze).
Io piango gli operai che muoiono ogni giorno, piango i migranti che a centinaia si perdono nel mediterraneo e con loro la speranza di altro.
Io non piango assassini, mutilatori, stupratori, mercenari, occupanti.
Gli U.S.A. bombardano: la Sardegna!
Le grotte di Is Ingutidroxus non esistono più…e le percentuali di leucemia si alzano
Prendo questa notizia da L’Unione Sarda
Il letto del fiume ostruito dai massi dopo il lancio dei missili sperimentali.
DAL NOSTRO INVIATO
PAOLO CARTA
VILLAPUTZU Nella base di Teulada le navi della Marina statunitense hanno bombardato e distrutto un isolotto. Nel poligono di Quirra è stata sacrificata sull’altare della Patria e delle esercitazioni una grotta. Meta di escursionisti e studiosi. Habitat naturale di un animale in via di estinzione, il tritone sardo di montagna.
IL DANNO Gli esperimenti sull’utilizzo delle bombe a guida laser di recente acquistate dal Ministero della Difesa e messe a disposizione di Marina Militare e Aeronautica, sono stati organizzati nel cuore del poligono tra Villaputzu e Perdasdefogu. I bersagli per i proiettili sono stati sistemati a poche decine di metri da un bunker costruito di recente, vicino alle grotte di Is Ingutidroxus. L’onda d’urto ha creato uno smottamento all’interno delle grotte dichiarate patrimonio naturale nell’ambito del progetto nazionale Cofin 2003. L’arco a sesto acuto all’interno del monumento naturale, creato da massi accostati da un lavoro millenario della natura, non esiste più: le rocce sono precipitate al suolo, interrompendo il corso di un fiume sotterraneo.
LA NOTIZIA La scoperta è di un gruppo di speleologi di Villaputzu. «Cinque anni fa – spiega Francesco Pala – abbiamo esplorato per la prima volta Is Ingutidroxus. La zona si trova all’interno del poligono, ma chiunque può accedervi quando non ci sono esercitazioni. Abbiamo accompagnato nella zona diversi appassionati intenzionati a scoprire i segreti della zona carsica di Quirra. Quest’anno abbiamo verificato diversi crolli. Il principale si trova a poche decine di metri dall’ingresso della grotta minore, Is Ingutidroxeddus. Molto probabilmente sono stati causati proprio dalle recenti esercitazioni militari. In quel punto la volta è molto sottile e il terreno sovrastante è proprio quello bersagliato da missili e armamenti sperimentali».
AEROPORTO Altro particolare che deve far riflettere: in quella zona dovrebbe sorgere, secondo i piani di Ministero e Finmeccanica, la pista area sperimentale a disposizione dei velivoli senza pilota, guidati da un sistema radar potentissimo. «Il nastro d’asfalto e la zona di sicurezza – spiega Massimo Coraddu, fisico cagliaritano consulente del Comitato spontaneo di cittadini del Sarrabus contrario alla presenza del poligono – dovrebbero nascere proprio nelle vicinanze delle grotte, mettendone ulteriormente a rischio la sopravvivenza».
NELLA GROTTA Intanto i danni sono già ingenti. Basta fare una passeggiata nell’altopiano di 11 mila ettari espropriati a contadini e allevatori nel 1956 (anche se oggi sono circa 400 i pastori di mucche, capre e maiali autorizzati a far pascolare gli animali tra sagome di carri armati e bombe e missili esplosi). C’è un proiettile inerte imbottito di cemento conficcato nel terreno, attorno i resti del sistema elettronico di guida in frantumi dopo l’impatto con il terreno. Anche nel greto del ruscello, secco da poche settimane, i resti della guerra non tanto simulata combattuta in questo paradiso naturale dalle industrie belliche e da eserciti in arrivo da tutto il mondo. Dopo pochi metri dall’ingresso, a terra, i grossi massi che si sono staccati dal soffitto della grotta.
I MORTI «Il disastro ambientale – commenta Mariella Cao del comitato pacifista “Gettiamo le basi” – è grave ma ancora più drammatico è il dato dei morti per leucemia o tumori del sistema emolinfatico riscontrati tra militari e civili a Quirra e dintorni (64). Morti causati dal poligono e solo di recente ammessi all’indennizzo dallo Stato con una legge che riconosce tutto questo. Eppure il poligono continua a funzionare, sperimentare e uccidere, malgrado le leggi internazionali impongano la chiusura precauzionale nei casi di attività così a rischio».
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