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Gianicolo: desideri davanti al tramonto
Mi piacerebbe farti vedere questo panorama che sfiori da quando sei nato,
Mi piacerebbe donarti quest’aria fredda e questi colori caldissimi,
Insegnarti a distinguere il dolore dalla vita,
Dare ai tuoi occhietti curiosi e da combattente, un orizzonte lontanissimo e profumato.
Mi piacerebbe, piccolo uomo dal nome di una stella, prenderti per mano e camminare scalzi sulla sabbia, sulla terra, sull’erba bagnata; inserire i tuoi polpastrelli nelle fessure di una falesia, vederti sorridere e poi ridere e poi ancora ridere.
Vorrei donarti il mondo tutto, questa luna timida,
queste lucette che si illudono di trasformare questo presente di amputazioni in “festività”..
Vorrei vederti felice, innamorato, ubriaco, arrabbiato… Vorrei milioni di piccole cose, e come una cretina le vorrei ora, le vorrei subito, le vorrei capaci di lenire tutto ciò.
Sei la più bella delle stelle cadute in terra, sei di una forza sovrumana, che spero saprai insegnarmi.
Sei la vita mia, e malgrado tutto, riesci a renderla bellissima…
Pillole neurologiche:
– Il monitor
– Il pianto neurologico
– La caduta degli angeli
– Gianicolo e desideri
– Verso il ritorno
– Calabroni in neuroriabilitazione
– La mozzarella che strappò i sorrisi
– Imparare a contare
Mediorente, neve, gelo e profughi
Leggo articoli emozionati, che raccontano una città come Il Cairo che dopo 121 anni rincontra la neve.

La Valle della Beka’a e il suo susseguirsi di campi profughi, Photograph: Mohamed Azakir/Reuters
Invece questa neve, che tanto amo, inizia ad accanirsi con violenza sul medioriente: mai come in questi ultimi due anni il freddo aveva spazzato via i venti del deserto, mai come in questi due anni metri di neve avevano cambiato il profilo dei minareti e delle strade.
Ma non c’è niente di divertente.
Le immagini che arrivano dai campi profughi siriani sparsi tra Libano, Giordania e dintorni lasciano senza parole.
In Libano la situazione sta degenerando: le centinaia di migliaia di profughi che son giunte nel paese sono alloggiate spesso in campi di fortuna, non ufficiali, arrangiati con tende debolissime e senza alcuna struttura igienico-sanitaria. Tutta responsabilità, quindi, del governo libanese che sempre si è impegnato nel bloccare la costruzione di veri campi, così da tentar di scampare la stabilizzazione di migliaia di siriani nel paese.
Si chiama Alexa, questa tempesta ghiacciata, e si sta concentrando con i suoi venti gelidi e la sua portata di pioggia e neve proprio sulla Valle della Beka’a, dove son concentrati i due terzi del milione di siriani entrati in Libano: una mano santa proprio.
Poi ci sono i bimbi di Rastan, dove oltre alla popolazione del villaggio ci son molti fuggiti dalla vicina Homs.
Ieri a Rastan i bimbi non son morti sotto gli incessanti bombardamenti che colpiscono quella scuola, ma son morti di freddo: le immagini di quelle braccine irrigidite, senza vita, che sembrano chiedere “prendimi un po’ in braccio, che ho freddo” sono una coltellata in pieno petto.

ancora campi in Libano (foto AP)
Muoiono di bombe, muoiono di malattie e infezioni, muoiono di fame ed ora anche di freddo, in un silenzio irreale.
Irreale e colpevole.
Vi amo, piccoli bimbi di Siria,
ora che la mia vita è attraversata dal dolore dei bambini, ora che tutto il giorno e tutti i giorni vedo bimbi soffrire e a volte morire,
ora ancor più di prima darei la mia vita per voi.
Per rivedervi sorridere, in quella terra che profumava di vita.
Non metto le immagini di quel bimbo,
che non je la posso fare,
ma potete vedere il video a questa pagina (QUI).
Per il resto solo odio infinito.
Solidarietà ai NoTav: Roma scende in piazza il 14 dicembre
9 dicembre 2013, una nuova operazione repressiva a firma dei PM Padalino e Rinaudo, con varie perquisizioni e l’arresto a Torino di Chiara, Claudio, Niccolò (che era già detenuto alle Vallette) e a Milano di Mattia.
Le accuse, condite con l’aggravante di terrorismo (art. 280) riguardano un’azione contro il cantiere TAV in Clarea svoltasi nella notte tra il 13 e il 14 maggio.
Un attacco e un sabotaggio che avevano fatto infuriare il Partito del Tav e della Polizia, una possibilità concreta di inceppare la macchina del Terrorismo ad Alta Velocità che vogliono imporre in Val di Susa ed ovunque.
I No Tav hanno saputo rispondere bene, rifiutando ogni distinzione tra buoni e cattivi, assumendo la pratica del sabotaggio come storico strumento di lotta nella tradizione degli oppressi.
Le dichiarazioni del Ministro dell’interno sono esplicative: “Lo Stato c’è, ascolta e poi decide, lo Stato non si fa fermare”.
Sentiamo l’esigenza di dare una risposta forte e far vivere la solidarietà della Roma No Tav che ci ha fatto scendere in strada con determinazione e rabbia, intonando “si parte e si torna insieme”.
I No Tav ci sono, ascoltano e poi decidono, I No Tav non si fanno fermare.
Appuntamento Sabato 14 Dicembre ore 16 piazzale Tiburtino (San Lorenzo)
APPUNTAMENTO
FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA RABBIA
CHIARA CLAUDIO NICCOLO’ MATTIA LIBERI!
Roma NoTav
Per scrivere alla compagna e ai compagni in carcere:
Chiara Zenobi
Niccolò Blasi
Claudio Alberto
Mattia Zanotti
c/o Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”
Via Maria Adelaide Aglietta n. 35
10149 Torino
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