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Territori Occupati: Israele demolisce pozzi e cisterne d’acqua
QUESTO VIDEO E’ FATTO DA UN GRUPPO DI PACIFISTI CATTOLICI.
MERCOLEDI 14 dicembre.
Khashem ad-daraj-hathaleen, colline a sud di Hebron, nei Territori Palestinesi Occupati.
L’esercito israeliano demolisce tre cisterne d’acquq e due pozzi nei villaggi beduini della zona.
I villaggi in questione si trovano in Area C, dove, secondo gli accordi di Oslo, Israele ha il totale controllo militare e civile.
Tra le strutture abbattute ci sono anche due pozzi, costruiti una 70ina di anni fa, colmati di terra dai bulldozer israeliani: trattandosi di strutture costruite prima dell’occupazione israeliana dei Territori del 1967. La loro demolizione risulta una palese violazione del diritto internazionale e della stessa legge militare israeliana riguardante la salvaguardia delle proprietà nei Territori Palestinesi Occupati.
L’impatto sulla comunità palestinese a sud di hebron e la sua sopravvivenza della distruzione di pozzi e cisterne è enorme.
La politica portata avanti da israele in Area C è quella di impedire lo sviluppo delle comunità palestinesi, negando ogni permesso di costruzione e demolendo ogni struttura considerata “illegale”.
Allo stesso tempo, gli insediamenti ed avamposti israeliani presenti nella stessa area, pur essendo illegali secondo il diritto internazionale, continuano ad espandersi senza sosta, mentre i coloni continuano ad attaccare impunemente la popolazione autoctona.
Questa politica di restrizioni, chiusure, demolizioni, evacuazioni e soprusi, unita alle continue violenze da parte dei coloni israeliani presenti nell’area, nega di fatto i diritti umani dei palestinesi, ostacolando la possibilità di vivere nei propri villaggi e coltivare le proprie terre, impedendo lo sviluppo delle comunità locali.
Ancora sul Mossad e i suoi errori a Dubai
Gli aggiornamenti provenienti da Dubai, sull’assassinio del leader di Hamas Mahmoud al Mabhouh, sono sempre più divertenti.
Il capo della polizia degli emirati arabi ha chiesto addirittura l’arresto del primo ministro israeliano Bibi Netanyahu nonché quello del capo del Mossad Meir Dagan, per il loro diretto coinvolgimento nell’assassinio avvenuto inun albergo della capitale degli Emirati Arabi Uniti.
Tamim, questo il nome del capo della polizia, ha dichiarato che il Mossad ha “insultato” Dubai e tutti i paesi i cui passaporti sono stati utilizzati per coprire la vera identità degli agenti israeliani, killer di al-Mabhouh. Ha anche tenuto a precisare che le misure di sicurezza e i controlli verso gli occidentali sono molti più severi negli aereoporti del paese per fare in modo che non avvenga più un fatto simile. Tamim dichiara un po’ imbarazzato che una simile falla «è stata possibile tutto ciò perché non pensavamo che Israele falsificasse i passaporti dei grandi paesi occidentali. Noi rispetteremo i fedeli di tutte le religioni e non ci accaniremo contro gli ebrei o i cristiani staremo però più attenti nell’analizzare i passaporti occidentali per verificare se siano falsi o meno».
Per finire però c’è andato pesante e al giornale al-Sharq al-Awsat ha deriso i servizi segreti israeliani, famosi per essere i migliori del mondo, dicendo che «se il Mossad vuole imparare come travestire gli agenti e cambiare identità, gli possiamo mandare uomini della polizia di Dubai per insegnarglielo. Stanno usando metodi vecchi di 20 anni. Il modo in cui il team ha operato è stupido e ingenuo. Stanno ancora usando le parrucche!»Il capo della polizia di Dubai ha quindi spiegato di aver seguito le tracce dei killer usando la tecnica che i beduini mettono in atto per cercare un cammello disperso. «Usando questo metodo, siamo stati in grado di rivelare i dettagli dell’operazione dopo sole 20 ore» dall’omicidio.
Non credo che gli agenti siano stati felici del paragone!
Del montone: del mansaf e della maqluba
I beduini del Vicino Oriente sono gli inseparabili compagni del montone, senza dubbio perchè lo frequentano da quando è stato addomesticato in Mesopotamia, ottomila anni or sono. E’ vero sì che ignorano, e non a caso, lo squisito sapore dell’agnello allevato nei pascoli vicini al mare, e non è dalle loro parti che si aspetta il cosciotto come un innamorato, secondo quanto raccontava Grimond de la Reynière. Resta il fatto che Alexandre Dumas confessa nel suo Grand Dicionnaire de cuisine di aver mangiato in Tunisia, sul limitare del deserto, nel 1833, il miglior montone di tutta la sua sbalorditiva carriera di buongustaio. L’animale, ripieno di datteri, fichi, uva passa e miele, era cotto con tutta la pelle sotto la cenere, come si potrebbe fare con una patata o una castagna…
In Giordania, i valori beduini sono esaltati in tutti i toni.
Non potrete perciò sottrarvi al mansaf, un piatto che i pastori nomadi apprezza da sempre.
Consiste in carne d’agnello, cosciotto o spalla, bollita con cipolle tritate, zafferano, paprica, pepe e cannella fino ad essere cotta perfettamente. Il brodo è poi mescolato con latte di pecora fermentato, cotto in precedenza. Quando lo yogurt è di latte vaccino, come in Francia, bisogna aggiungervi una chiara d’uovo sbattuta e un po’ di farina prima di metterlo a fuoco medio mescolando ininterrottamente con un cucchiaio di legno. Il mansaf è poi preparato come una panata: in fondo al piatto di portata è disposto il pane tagliato in quadratini, poi il riso pilaf sul quale versano la carne e la salsa. Il tutto è guarnito con pinoli dorati nel samn (burro raffinato).
So che molti francesi esiteranno anche di fronte al mansaf più sontuoso, sia per ragioni religiose, dato che l’Antico Testamento vieta di cuocere l’agnello nel latte della madre, sia perchè uno yogurt, per loro, è un dessert al sapore di fragola o lampone, destinato alle merende dei bambini.
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