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Posts Tagged ‘Operazione “Piombo fuso”’

STANNO ENTRANDO NELLA STRISCIA

3 gennaio 2009 Lascia un commento

pal_soldatoidf06Stanno entrando. Tanks Merkava e soldati stanno entrando nella Striscia di Gaza da due diversi punti. Un nuovo massacro sta iniziando. كلنا غزة  Un bambino palestinese è stato ucciso e undici altri sono stati feriti stasera da una cannonata sparata da un carro armato israeliano nella città di Gaza contro l’orfanotrofio di ar-Ramal. Sono le prime vittime dell’offensiva terrestre, secondo testimoni e fonti mediche.

L’offensiva di terra “non sarà nè breve nè facile. Non voglio illudere nessuno e anche gli abitanti nel sud di Israele passeranno giorni non facili” ha dichiarato poco fa il ministro della difesa israeliano Ehud Barak, per poi aggiungere che Israele segue «con attenzione» anche la situazione al confine con il Libano ed è pronta a qualsiasi evenienza, chiaro avvertimento al movimento sciita Hezbollah. “Noi seguiamo con attenzione la situazione sul confine nord. Noi non vogliamo uno scontro e speriamo che il fronte nord resti calmò ma siamo pronti a ogni eventualità”, ha continuato.

ANSA COMBATTIMENTI RAVVICINATI IN DIVERSE LOCALITÀ (di Safwat al-Kahlout e Aldo Baquis) (ANSA) – GAZA/TEL AVIV, 3 GEN – La città

REUTERS/Baz Ratner

REUTERS/Baz Ratner

immersa nel buio. Gli echi della battaglia che avanza inesorabilmente verso Gaza City. Lo stato di incertezza, alimentato dai telefoni che spesso non funzionano. Le voci contraddittorie che si susseguono. Sono questi gli ingredienti della nottata di terrore iniziata con l’inizio della seconda fase della operazione ‘Piombo Fusò. «Temevamo questo giorno – dice Muhammed S. – I miei figli stanno tremando, mentre gli elicotteri da combattimento sorvolano la nostra casa. In lontananza avvertiamo la presenza dei mezzi blindati israeliani. Israele deve assolutamente risparmiare le vite dei civili innocenti !» «Attorno a noi, ci sono solo tenebre – continua – I miei figli muoiono di paura. I vicini di casa sono rannicchiati in una stanza interna. Preghiamo solo che questa notte di inferno si concluda, che torniamo a vedere la giornata di domani». Che la situazione stesse per precipitare era divenuto evidente verso le 18 di sera, quando la artiglieria israeliana aveva preso a tempestare con l’artiglieria le zone settentrionali della striscia di Gaza. Nella zona della ex colonia ebraica di Dughit, a sud di Ashqelon, erano stati notati ammassamenti di mezzi blindati israeliani. Anche l’aeronautica aveva preso parte attiva ai combattimenti bombardando obiettivi a Gaza City e anche a Rafah, al confine fra Gaza e l’Egitto. Verso le 20 è giunta la conferma che forze di terra stavano entrando nella Striscia. Fonti locali riferiscono di colonne di mezzi blindati israeliani che avanzavano lungo due linee direttrici, da nord (nella zona di Beit Hanun, Beit Lahya) e da est, al valico di Karni (Mintar) e al rione di Sajaya. Queste informazioni, finora, non hanno ricevuto conferme attendibili e sono solo indicative. Da più parte si è avuto notizia di scontri divampati nel campo profughi di Jabalya, presso Gaza, e in quello di Nusseirat. A Beit Lahya miliziani palestinesi sarebbero riusciti a far esplodere cariche al passaggio delle forze israeliane. Sulle perdite di questi combattimenti finora si hanno solo voci non confermate. In serata si è appreso che nove miliziani erano rimasti uccisi, ma non è stato possibile avere conferma. Altre fonti parlano di perdite ancora più significative fra i miliziani palestinesi. Nel pomeriggio, mentre la incursione israeliana stava prendendo forma, l’aeronautica militare israeliana ha bombardato la moschea di Beit Lahya, nel nord della striscia di Gaza, dove 14 persone sono rimaste uccise e altre 60 ferite. gaza66_bigIl bilancio dei palestinesi uccisi dall’inizio della operazione Piombo Fuso è – secondo fonti mediche – di 460 morti e 2.300 feriti. Ma le stime vengono aggiornate di ora in ora. In serata il portavoce del braccio armato di Hamas, Abu Obeida, ha affermato che Israele pagherà un duro prezzo per la operazione odierna e che Gaza si trasformerà in un «cimiterò» per i suoi soldati. Hamas ha anche avvertito Israele che centinaia di kamikaze sono pronti ad entrare in azione. Nel frattempo la notte di Gaza è illuminata dalla durissima battaglia in corso. «Ormai non ci resta che pregare» conclude Mohammed S., dal suo nascondiglio

Nel frattempo leggiamo che quattro medici del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), tra cui un chirurgo specialista in ferite da guerra, sono bloccati da venerdì dalle autorità israeliane all’ingresso della Striscia di Gaza. Lo ha reso noto l’organizzazione con un comunicato. «Per il secondo giorno consecutivo, le autorità israeliane hanno impedito a un gruppo di soccorso medico della Cicr di entrare nella Striscia di Gaza», si legge nel comunicato. Un responsabile della delegazione, Pierre Wettach, ha criticato l’atteggiamento israeliano. «È assolutamente necessario entrare ora a Gaza – ha detto – perchè in questo momento c’è più bisogno di medici».

L’Operazione “piombo fuso” scende con i piedi a terra.

3 gennaio 2009 Lascia un commento

 

REUTERS _Baz Ratner_

REUTERS _Baz Ratner_

L’ARTIGLIERIA ISRAELIANA HA INIZIATO AD ATTACCARE LA STRISCIA DI GAZA SUL CONFINE ORIENTALE POCHI MINUTI FA. L’ATTACCO DI TERRA E’ QUINDI IMMINENTE.

I tiri d’artiglieria, secondo testimoni dai due lati della frontiera, sono iniziati alle 16:30 locali (le 15:30 italiane) e le granate sono piovute in particolare su Beit Hanun e a Jabaliya dove solo all’interno di una moschea si registrano 10 morti. Testimoni dicono anche che una grossa esplosione è stata sentita a Gaza City e diverse altre a ridosso del confine con Israele. 
L’artiglieria dell’esercito di Tel Aviv ha sparato decine di colpi dai cannoni Howitzer , mentre i carri armati israeliani sono stati visti muoversi attraverso il confine. Corrispondendi dell’AFP hanno riferito di aver visto lunghe colonne di fumo nero alzarsi dai territori. L’esercito non ha per ora commentato la natura dell’operazione.

Volantini sulla Striscia di Gaza

3 gennaio 2009 Lascia un commento

Gli aerei israeliani stanno lanciando questi volantini chiamando la popolazione di Gaza ad informare i militari sui luoghi usati per il lancio dei razzi in cambio di aiuto e assistenza. I volantini sono stati trovati a migliaia lungo tutta la Striscia venerdi mattina e portano la firma dell’esercito Israeliano. Simili tattiche sono state usate diverse volte dall’esercito israeliano: ultimamente nella guerra in Libano del 2006 e durante diversi attacchi in Cisgiordania dal 2003 in poi. 
Il volantino recita:

Alla popolazione della Striscia di Gaza,
siate responsabili del vostro destino!
Se desideri offrire aiuto ed assistenza al tuo popolo chiama il numero qui sotto e dacci le informazioni necessarie.I lanciatori di missili e gli elementi terroristi sono una minaccia per te e per la tua famiglia. 
Il potere di fermare il massacro è nelle tue mani.59468_200x150
Non esitare!
Saremo felici di ricevere tutte le informazioni che avete senza che sia necessario che ci lasciate informazioni personali.
L’anonimato è garantito
Chiamaci al numero 02-5839749
O mandaci un e-mail al :
The projectile launchers and the terrorist elements pose a threat to you and your families. 

L’operazione “piombo fuso” avanza. Notizie da Gaza e dintorni.

2 gennaio 2009 Lascia un commento

Il bilancio delle vittime dell’operazione militare israeliana a Gaza è salito a 430 palestinesi morti e 2.200 feriti.
Sono cinque i bambini palestinesi uccisi solamente oggi nei raid israeliani sulla Striscia di Gaza. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa palestinese ‘Maan’, che cita fonti mediche locali, tre bambini sono morti in un raid avvenuto poco fa nel villaggio di al-Qarara, nella parte meridionale della Striscia di Gaza.

Foto di Valentina Perniciaro _Rebibbia_

Foto di Valentina Perniciaro _Rebibbia_

Secondo testimoni oculari, facevano tutti parte della stessa famiglia e stavano giocando davanti alla loro casa quando è caduto un missile che li ha centrati in pieno, uccidendoli sul colpo. Il quarto bimbo ucciso ha 15 anni, si chiama Himad Masbah ed è stato colpito da un missile nel quartiere al-Shujuiya di Gaza. La quinta vittima è invece una bambina di 6 anni, Kristin al-Turk, morta in ospedale in seguito alle ferite riportate. Un altro raid è stato eseguito stamattina nel campo profughi di al-Nasiriyat.
Nel frattempo ieri era stata richiesta da Hamas la Giornata della collera nei territori occupati e secondo quanto riferisce la tv araba ‘al-Jazeera’, la manifestazione più imponente si sta svolgendo a Ramallah dove, alla fine della preghiera islamica del venerdì, migliaia di persone si sono riunite nella zona denominata di al-Manara.Come riferito da fonti dell’esercito israeliano, la protesta è degenerata in violenze quando sostenitori di Hamas sono arrivati allo scontro fisico con sostenitori di Fatah, accusati dagli integralisti di collaborare con lo Stato ebraico. Per porre fine alla rissa e disperdere i manifestanti la polizia palestinese ha sparato diversi colpi in aria.
In altre località si sono invece registrati scontri tra i manifestanti e i militari israeliani di guardia ai punti di transito. In qualche caso i soldati avrebbero sparato ferendo alcuni palestinesi.

Anche in Israele oggi è scoppiata la rabbia di decine di attivisti israeliani, com’è riportato dal Ynet, sito del quotidiano Yediot Ahronot hackerato oggi per un po’ dal gruppo islamico detto “la Squadra del crimine, terrortisti cibernetici e Squadra del diavolo”. La manifestazione si è svolta ad Haifa per chiedere la cessazione dei raid contro la popolazione palestinese, una manifestazione pacifica che si riconvocherà domani per le strade di Tel Aviv.

Nel resto del mondo arabo invece:

Foto di Valentina Perniciaro _Campi profughi palestinesi_

Foto di Valentina Perniciaro _Campi profughi palestinesi_

 

Egitto:  Violente proteste sono state attuate oggi da egiziani a sostegno dei palestinesi di Gaza all’altezza del valico di confine tra Egitto e Israele di Karim abu Salem (Kerem Shalom in ebraico), poco lontano da quello di Rafah, dove da giorni è stato schierato un gran numero di forze di sicurezza. Dopo aver bruciato pneumatici sulla strada ed aver dato fuoco ad alcune case del villaggio egiziano di El Mahmd, decine di persone hanno assalito un veicolo della polizia che avrebbe investito «volutamente» un esponente del partito di opposizione Tagammu, Medhat el Kachef, che era tra i dimostranti. Leggermente ferito l’uomo è stato trasportato all’ ospedale di Al Arish. È cominciato un fitto lancio di pietre contro il blindato della polizia ed i poliziotti hanno risposto a colpi di manganello contro gli aggressori. Nello scontro sono rimasti feriti una decina di manifestanti e tre poliziotti.

Giordania: Lievi scontri tra forze dell’ordine e dimostranti anti-israeliani si sono verificati oggi ad Amman, nei pressi della sede della locale ambasciata d’Israele. Al grido di «Via l’ambasciata israeliana da Amman!» e «Via Hosni Mubarak» in riferimento al presidente egiziano accusato di esser complice della politica dello Stato ebraico, migliaia di manifestanti hanno scagliato pietre in direzione del compound fortificato della sede diplomatica, protetta da barriere di filo spinato e da un doppio cordone di forze dell’ordine giordane in tenuta anti-sommossa. Gli agenti hanno risposto sparando razzi fumogeni e si sono registrati alcuni lievi tra manifestanti e polizia. Al momento non si registrano feriti. Dall’inizio dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza, numerose manifestazioni di protesta si sono svolte ad Amman. Il 60 % della popolazione giordana è di origine palestinese. Il regno hascemita e l’Egitto sono gli unici due Paesi arabi ad aver firmato un trattato di pace con Israele.

Iraq:  La capitale irachena, Baghdad, è stata protagonista oggi di una serie di manifestazioni di solidarietà con la popolazione di Gaza. Secondo la tv iraniana ‘al-Alam’, quella più imponente si è tenuta fuori alla moschea Umm al-Qura, quando l’Imam Muhammad al-Jiburi, durante il sermone del venerdì islamico, ha chiamato i fedeli a marciare dopo la preghiera comunitaria e a raccogliere i fondi per la popolazione palestinese di Gaza. «Quello che sta avvenendo lì è un vero e proprio genocidio – ha tuonato dal pulpito -. Si vuole distruggere un popolo perché i bombardamenti non distinguono tra obiettivi civili e politici». Una seconda manifestazione si è tenuta davanti all’università cittadina alla quale hanno partecipato circa cinquemila studenti. Infine un’altra manifestazione si è svolta nel sobborgo sciita di Baghdad noto col nome di Sadr City. Qui è stato letto un comunicato diffuso dall’Imam Moqtada al-Sadr il quale chiede «alle organizzazioni umanitarie di intervenire come possono per aiutare la popolazione di Gaza con degli aiuti. Chiediamo all’Onu di far cessare gli attacchi e di sostenere gli abitanti della striscia». Altre piccole manifestazione spontanee si sono tenute nei pressi di diverse moschee di Baghdad dove sono state anche più volte incendiate bandiere israeliane e americane

Libano: Centinaia di manifestanti libanesi e palestinesi si sono radunati oggi nei pressi della sede dell’ambasciata egiziana a Beirut, in solidarietà della popolazione della Striscia di Gaza, da una settimana sottoposta ai raid aerei israeliani. Al grido di «Col nostro sangue, con la nostra anima, ci sacrifichiamo per te, Palestina!», i manifestanti hanno raggiunto le barriere di filo spinato, erette dalle forze di sicurezza libanesi, portando a spalla una decina di finte bare nere con su scritto: «Palestina» e «Siamo tutti gente di Gaza». I dimostranti chiedono al governo del Cairo di aprire il valico di Rafah, al confine meridionale con la Striscia, mentre altri manifestanti hanno innalzato striscioni neri su cui sono stati riportati i celebri versi del defunto poeta palestinese Mahmud Darwish: «Siamo qui, rimarremo sempre qui, perchè il nostro unico obiettivo è essere».

Marocco: Uno studente marocchino ferito nei giorni scorsi in scontri con la polizia durante una manifestazione di sostegno ai palestinesi di Gaza è morto ieri a Marrakech, nel Marocco meridionale. Lo rende noto oggi la stampa marocchina. Secondo i giornali, il giovane, Abderrazak El Gadiri, è stato ferito alla testa domenica scorsa nei pressi della città universitaria di Marrakech. Circa 300 studenti si sono radunati stamani davanti all’obitorio dell’ospedale Ibn Tofail di Marrakech per protestare contro la morte del loro compagno, che militava in un sindacato studentesco.

Seguiranno aggiornamenti e magari immagini.
DOMANI A ROMA MANIFESTAZIONE ORE 16,30 DA PIAZZA DELLA REPUBBLICA A PIAZZA BARBERINI

“…mia figlia ‘Ala ha 3 anni”

30 dicembre 2008 1 commento

TESTIMONIANZA DA GAZA, PRESA DA MISNA:
“A mia figlia ‘Ala, che ha tre anni, dico che c’è una festa e che c’è gente che si diverte facendo scoppiare palloncini colorati”: Tamer al-Bahari, palestinese e operatore di un’organizzazione non governativa attiva a Gaza, non sa più cosa inventarsi per evitare che la figlia di tre anni si ammali di nuovo per la paura; raggiunto dalla MISNA nel corridoio della sua casa, al-Bahari racconta di attacchi di una violenza inaudita e mai conosciuta, di nuovi strumenti di guerra utilizzati dagli israeliani e della piccola ‘Ala che ieri lui stesso ha portato in ospedale perché aveva la febbre altissima. “Non è influenza né raffreddore è paura – aggiunge, mentre la cornetta si trasforma in nitida testimone di nuove esplosioni – i medici dicono che non è l’unico caso e che a causare la febbre sono i boati delle esplosioni, i vetri che vanno in frantumi, i rumori di questa guerra; mi resta avvinghiata tutto il giorno, non posso allontanarmi, la devo abbracciare in continuazione, farle sentire che le sono vicino”. A Gaza non ci sono solo i morti, ci sono anche gli effetti indiretti di ore ininterrotte di incursioni aeree e bombardamenti: “Stanno usando di tutto – continua ancora al-Bahari – ci bombardano dal mare con le navi, ci bombardano dal cielo con elicotteri, aerei e droni, ci lanciano contro i loro carri armati; ci resta solo la speranza che tutto finisca presto”. Come la maggior parte dei palestinesi di Gaza, anche al-Bahari deve fare i conti con l’acqua e l’elettricità che mancano, e con le scorte alimentari che non bastano. “Possiamo restare chiusi in casa per altri due giorni – aggiunge – poi non avremo null’altro da mangiare; stiamo razionando tutto e cerco di tenere carica la batteria del mio telefono cellulare. Per ogni esplosione che sento provenire da nord chiamo il resto della mia famiglia che vive lì per sincerarmi che stiano bene. L’esercito israeliano ci sta inviando anche messaggi di vario tipo; sul mio telefono ne è arrivato uno in cui offrono 20 milioni di dollari per informazioni su Gilad Shalit, il soldato israeliano tenuto in ostaggio a Gaza”. Altre esplosioni; nel corridoio della sua casa la piccola ‘Ala si stringe al padre: “Ma lo sa il mondo cosa sta succedendo qui – si chiede Tamer – lo sanno che dall’alba di oggi non si sono mai fermati? Che non ci sono solo centinaia di morti, ma anche tante piccole ‘Ada, l’angoscia di tanti genitori? Lo sa il mondo che stiamo morendo?”.

E INVECE POCHI MINUTI FA, L’AGENZIA DI STAMPA PALESTINESE MAAN, CI RACCONTA DI DUE SORELLINE DI 4 E 11 ANNI UCCISE A BORDO DI UN CARRETTO TRAINATO DA UN ASINO IN UNA STRADA DI KHAN YOUNIS, CAMPO PROFUGHI A SUD DI GAZA.
NESSUNA AGENZIA ISRAELIANA HA ANCORA PASSATO O COMMENTATO LA NOTIZIA.
IL NUMERO DI MORTI E’ SALITO A 363, CON CIRCA 1700 FERITI: LE NAZIONI UNITE ANCORA HANNO IL CORAGGIO DI PARLARE DI CIRCA UNA 50INA DI CIVILI UCCISI. ASSASSINI.

PIOMBO FUSO: aggiornamenti da Gaza e da Beirut

29 dicembre 2008 Lascia un commento

In questo momento decine di migliaia di persone si stanno radunando nella periferia meridionale di Beirut, convocate ieri da Hassan Nasrallah per esprimere solidarietà verso la popolazione di Gaza e condannare “l’atteggiamento di alcuni regimi arabi”. La zona adiacente al Malaab ar-Raya, lo Stadio del Vessillo si sta riempiendo per seguire dai maxischermi il discorso del leader sciita.

AP Photo/Hussein Malla _gli scontri di Beirut, ieri pomeriggio_

AP Photo/Hussein Malla _gli scontri di Beirut, ieri pomeriggio_

La situazione nel paese dei Cedri è sempre più tesa da quando è iniziata questa nuova massiccia operazione all’interno della Striscia di Gaza: il movimento armato ha già mobilitato i suoi combattenti nella zona meridionale del paese, quella confinante con lo stato d’Israele, violentemente colpita dai bombardamenti israeliani del 2006, e da poco prima liberatasi dall’occupazione militare.

AP Photo/Hussein Malla

AP Photo/Hussein Malla

Anche ieri a Beirut ci sono state diverse manifestazioni: una in particolare, convocata dalle organizzazioni di sinistra e dall’enorme comunità palestinese,  ha assediato l’ambasciata egiziana per diverse ore. Dopo poco sono iniziati scontri con la polizia: i manifestanti hanno attaccato con il lancio di pietre e la polizia ha risposto con numerosi lacrimogeni.

Nel frattempo Gaza e tutta la Striscia sono al loro terzo giorno di inferno: i raid aerei proseguono regolari e il bilancio è ormai agghiacciante.

Solo in una famiglia sono rimaste uccise 7 sorelline, mentre dormivano nei loro letti, un istituto per la formazione al lavoro ha visto morire 20 ragazzi di 16 anni che andavano lì per imparare un mestiere. L’attacco indiscriminato, nei kilometri quadri col più alto tasso di densità del mondo, sto portando il suo ovvio risultato: un brutto, ulteriore, capitolo del libro sul genocidio del popolo palestinese.
Tra poco l’attacco cambierà forma: agli F-16 si affiancheranno le truppe di terra che da due giorni sono pronte nelle basi alle porte di Gaza. Questa notte -ci riferisce il sito di intelligence israeliano Debka) ci sono state le prime incursioni di piccole unità di commando israeliane in alcune zone intorno a Gaza. Il compito di queste unità scelte, afferma Debka, è duplice: marcare obiettivi chiave per successivi attacchi aerei e spianare la strada a una prossima vasta incursione di mezzi blindati.
Quando entreranno i tanks sappiamo bene quale sarà lo scenario e come si muoveranno, sappiamo come quelle truppe uccideranno e distruggeranno.
Lo sappiamo eccome, eppure non facciamo nulla.

OPERAZIONE “PIOMBO FUSO”…la guernica mediorientale

29 dicembre 2008 Lascia un commento

Un’altra notte di sangue per le strade di Gaza. Questa mattina è iniziata la terza giornata dell’operazione “Piombo Fuso” condotta, per ora, dall’aviazione israeliana sulla Striscia di Gaza, la sua città e i suoi campi profughi. Quaranta obiettivi sono stati colpiti durante la notte e molte persone sono rimaste uccise.  buco
I raid aerei sono ricominciati dopo la mezzanotte soprattutto sopra Gaza e Rafah. E’ stata completamente distrutta l’università islamica (distruggere le università: non ci sono parole.) e la sede del ministero dell’Interno, entrambe sbriciolatesi sotto i missili degli F-16. Per colpire l’abitazione del primo ministro di Hamas, Ismail Haniyeh,  che ovviamente è nascosto altrove dall’inizio degli attacchi, è stata colpita una casa dove sono rimaste uccise diverse persone. Nella città di Gaza sono 7 i bambini che hanno perso la vita solamente questa notte.
Anche Rafah è stata violentemente colpita: un raid “mirato” contro un comandante della formazione armata islamica Hamas ha provocato la morte di un bimbo molto piccolo e dei suoi due fratelli adolescenti.
Mark Regev, portavoce del primo ministro israeliano ha dichiarato che l’attacco proseguirà fino a quando la popolazione del sud d’Israele «non vivrà più nel terrore e la paura di costanti lanci di missili» da parte di militanti palestinesi della Striscia di Gaza.

Israele ha un solo morto: questa notte un missile di tipo Grad, sparato dalla Striscia, ha colpito una palazzina in costruzione ad Ashkelon uccidendo, purtroppo, un manovale beduino originario del Neghev.

Nel frattempo, da Indymedia, vi riporto le parole di due esponenti della comunità ebraica romana, che anche questa volta si distingue nell’appoggiare completamente l’azione contro la popolazione palestinese :

RICCARDO PACIFICI
Al pari di tutti gli italiani guardiamo con grande ansia a quello che avviene a Sderot e a Gaza, con la differenza che molti di noi hanno parenti e amici intimi che vivono nella zona di guerra. Per ora non possiamo che aspettare gli sviluppi della situazione». MIDEAST-PALESTINIAN-ISRAEL-GAZA-CONFLICTCosì Riccardo Pacifici presidente della Comunità romana commenta i fatti in Medio Oriente. «Va detto che questa è una guerra non iniziata oggi ma otto anni fa con il lancio dei missili in territorio israeliano prima del ritiro e dopo il ritiro da Gaza. Va detto anche – ha spiegato Pacifici – che non esiste alcun contenzioso territoriale tra Israele e quel territorio». «Ci sentiamo ben rappresentati – ha aggiunto – da ciò che hanno espresso oggi autorevoli membri del governo nonchè quelli dell’opposizione all’interno del Parlamento».

AMOS LUZZATTO
«La reazione di Israele può essere giudicata soltanto sulla base delle minacce e dall’assedio che dura almeno dal 1948. A generare questa reazioni è la minaccia permanente e duratura di stringere Israele e la sua popolazione in una morsa mortale». Questo è il giudizio dell’ex presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane (Ucei) Amos Luzzatto che parla di «angoscia per l’avvenire». A giudizio di Luzzatto «più che un dialogo serve il riconoscimento di questa realtà che si chiama Israele. Bisogna mettere in atto le condizioni per un programma di convivenza tra le due componenti di questa parte del mondo e trovare la forma per far giungere il mondo musulmano ad accettare la realtà di Israele. Una realtà – ha aggiunto – che non ha nessuna intenzione di scomparire». «Nè bisogna dimenticare – ha concluso – che nella zona gravano interessi di grandi potenze che non guardano in faccia nessuno. Queste interferenze esterne contano ancora di più dei fanatismi».

E’ INVECE INTERESSANTE LA TESTIMONIANZA DI VITTORIO ARRIGONI, DA GAZA:
Racconta Vittorio Arrigoni, da Gaza : “Mi riferiscono che i media occidentali hanno digerito e ripetono a memoria i comunicati diramati dai militari israeliani secondo i quali gli attacchi avrebbero colpito chirurgicamente solo le basi terroristiche di Hamas.In realtà visitando l’ospedale di Al Shifa, il principale della città, abbiamo visto nel caos d’inferno di corpi stesi sul cortile, alcuni in attesa di cure, la maggior parte di degna sepoltura, decine di civili. Avete presente Gaza?
Ogni casa è arroccata sull’altra, ogni edificio è posato sull’altro, Gaza è il posto al mondo a più alta densità abitativa, per cui se bombardi a diecimila metri di altezza è inevitabile che compi una strage di civili. Ne sei coscente, e colpevole, non si tratta di errore, di danni collaterali. Bombardato la centrale di polizia di Al Abbas, nel centro,è rimasta seriamente coinvolta nelle esplosioni la scuola elementare lì a fianco. Era la fine delle lezioni, i bambini erano già in strada, decine di grembiulini azzurri svolazzanti si sono macchiati di sangue. Bombardando la scuola di polizia Dair Al Balah, si sono registrati morti e feriti nel mercato li vicino, il mercato centrale di Gaza. Abbiamo visto corpi di animali e di uomini mescolare  il loro sangue in rivoli che scorrevano lungo l’asfalto. Una Guernica trasfigurata nella realtà.
afp146819942712134504_bigHo visto molti cadaveri in divisa nei vari ospedali che ho visitato, molti di quei ragazzi li conoscevo. Li salutavo tutti i giorni quando li incontravo sulla strada recandomi al porto, o la sera per camminando verso i caffè del centro.
Diversi li conoscevo per nome. Un nome, una storia, una famiglia mutilata. La maggior parte erano giovani, sui diciotto vent’anni, per lo più  non  politicamente schierati ne con Fatah ne Hamas, ma che semplicemente si erano arruolati nella polizia finita l’università per aver assicurato un posto lavoro in una Gaza che sotto il criminale assedio israeliano vede più del 60% popolazione disoccupata. Mi disinteresso della propaganda, lascio parlare i miei occhi, le mie orecchie tese dallo stridulo delle sirene e dai boati del tritolo. Non ho visto terroristi fra le vittime di quest’oggi, ma solo civili, e poliziotti.
Esattamente come i nostri poliziotti di quartiere,  i poliziotti palestinesi massacrati dai bombardamenti israeliani se ne stavano tutti i giorni dell’anno a presidiare la stessa piazza, lo stesso incrocio, la stessa strada.
Solo ieri notte li prendevo in giro per come erano imbacuccati per ripararsi dal freddo, dinnanzi a casa mia.
Vorrei che almeno la verità donasse giustizia a queste morti. Non hanno mai sparato un colpo verso Israele, ne mai lo avrebbero fatto, non è nella loro mansione. Si occupavano di dirigere il traffico, e della sicurezza interna,  tanto più che al porto siamo ben distanti dai confini israeliani. Ho una videocamera con me ma ho scoperto oggi di essere un pessimo cameraman,non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime.
Non ce la faccio. Non riesco perché piango anche io. All’ospedale AL Shifa con gli altri internazionali dell’ISM ci siamo recati a donare il sangue. E lì abbiamo ricevuto la telefonata, che Sara, una nostra cara amica è rimasta uccisa da un frammento di esplosivo mentre si trovava vicino alla sua abitazione nel campo profughi di Jabalia. Una persona dolce, un’anima solare, era uscita per comprare il pane per la sua famiglia. Lascia 13 figli. Poco fa mi invece mi  ha chiamato da Cipro Tofiq.
Tofiq è uno dei fortunati studenti palestinesi che grazie alle nostre barche del Free Gaza Movement è riuscito a lasciare l’immensa prigionia di Gaza e ricominciare altrove una vita nuova. Mi ha chiesto se ero andato a trovare suo zio e se l’avevo salutato da parte sua, come gli avevo promesso.Titubante mi sono scusato perchè non avevo ancora trovato il tempo. Troppo tardi, è rimasto sotto alle macerie del porto insieme a tanti altri. Da Israele giunge la terribile minaccia che questo è solo il primo giorno di una campagna di bombardamenti che potrebbe protrarsi per due settimane.
Faranno il deserto, e lo chiameranno pace. Il silenzio del “mondo civile” è molto più assordante delle esplosioni che ricoprono la città come un sudario di terrore e morte”.

“Piombo fuso” a Gaza (3)

28 dicembre 2008 1 commento

Grossa ressa a Rafah, valico tra la Striscia di Gaza e il Sinai egiziano.

il bantustan di Hamas sotto attacco

Preso da Limes: il bantustan di Hamas sotto attacco

La popolazione in fuga e in cerca di farmaci e viveri è riuscita a rompere una breccia nel muro di confine e in centinaia sono riusciti a passare. Molte centinaia di persone sono invece ammassate lì vicino, circondate dalle forze di sicurezza egiziane ed israeliane.
Per ora l’operazione “Piombo Fuso” (nome, Oferet Yezukà in ebraico, preso da una celebre filastrocca ebraica scritta per la festa delle luci, l’Hanukà, che ricorreva pochi giorni fa) è limitata all’aviazione, ma diverse decine di tank e blindati si stanno ammassando alle porte della striscia. Il ministro degli Esteri dichiara di non voler occupare Gaza (?!) ma solo di voler proseguire la missione fin quando sarà necessario: l’ufficiale guerra contro Hamas è un attacco trasversale contro l’intera popolazione di Gaza, che ormai conta quasi 400 morti.
Nel frattempo, durante le giornate  di ieri e di oggi, sono stati violati anche i cieli libanesi, con voli di ricognizione dell’aviazione israeliana che hanno immediatamente surriscaldato l’atmosfera anche nel paese dei cedri, ancora in ricostruzione dopo la sesta guerra contro lo Stato ebraico d’Israele dell’estate 2006. Oggi è stato assediata l’ambasciata egiziana a Beirut, ma Nasrallah, leader degli Hezbollah, la formazione sciita che ha portato avanti la resistenza durante l’ultimo attacco,  ha convocato un “grande raduno in solidarietà con Gaza e in segno di lutto per i martiri” palestinesi.
 La manifestazione convocata da Hezbollah si terrà domani a partire dalle 15.00 locali (le 14.00 in Italia) al Malaab ar-Raya «Stadio del Vessillo»,a pochi passi da Haret Hreik , il quartiere sciita completamente raso al suolo due anni fa dai bombardamenti israeliani.
Nel frattempo il movimento armato sciita ha mobilitato i suoi combattenti nel sud del paese.

Seguiranno aggiornamenti

“PIOMBO FUSO”…il massacro prosegue

28 dicembre 2008 Lascia un commento

Prosegue la mattanza a Gaza e nei campi profughi della Striscia. Il governo di Tel Aviv ha autorizzato poche ore fa il richiamo di 6.500 riservisti, sia facenti parte delle unità combattenti che della protezione civile: così ha riferito il ministro della difesa Ehud Barak. Per la prima volta da quando è partita l’operazione detta “piombo fuso”, si inizia a parlare di una probabile operazione di terra che appoggi quella dell’aviazione iniziata ieri mattina.MIDEAST ISRAEL PALESTINIANS
Oltre ai 180 poliziotti morti negli attacchi alle caserme, si contano già centinaia di civili  massacrati nelle strade, nelle loro abitazioni, nelle moschee , nelle scuole. Il sionismo continua a mostrare la sua vera faccia: quella degli assassinii ciechi, quella dell’occupazione militare, quella della totale eliminazione della popolazione palestinese.
Non ci sono parole per descrivere le azioni israeliane: il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite ha condannato l’operazione definendola massacro, ma senza una condanna esplicita allo stato d’Israele. Tanto, sarebbe completamente inutile, si aggiungerebbe alle centinaia di risoluzioni che l’hanno precedentemente fatto in questi 60 anni di stupro di un popolo e di una terra.
CON LA RESISTENZA PALESTINESE,
CON IL POPOLO PALESTINESE,  
CONTRO IL SIONISMO, CONTRO L’OCCUPAZIONE MILITARE, CONTRO IL MURO DELL’APARTHEID

Pochi minuti fa è arrivata la notizia che anche le due carcere di Gaza, al-Mashtal e al-Saraya,  sono stati colpiti dai missili lanciati dagli F-16 con la stella di Davide. Molti detenuti sono rimasti  uccisi. Carceri ovviamente pieno di detenuti appartenenti a Fatah, cosa che palesa quanto siano false le notizie che caratterizzanto quest’attacco come diretto solo ed esclusivamente contro la formazione di Hamas. Se così fosse non si colpirebbe un carcere pieno di loro “nemici” interni.

ALTRA AGENZIA:”Numerosi abitanti della striscia di Gaza affermano di aver ricevuto da ieri telefonate minacciose su apparente iniziativa dell’intelligence di Israele. In questi messaggi registrati, in lingua araba, viene fatto presente che «chiunque nasconda armi nella propria abitazione la trasforma in un obiettivo per la aviazione israeliana». Tali armi devono dunque essere rimosse, viene precisato nel messaggio. Altri abitanti dicono di aver ricevuto nel loro telefono un altro messaggio registrato in cui viene promesso un premio pecuniario a chi sia in grado di fornire informazioni utili alla localizzazione di Ghilad Shalit, il soldato israeliano prigioniero di Hamas dal giugno 2006.”

I Tank israeliani sono alle porte di Gaza, ancora fermi, ma non lasciano ben pensare. Nel frattempo il numero delle vittime sta iniziando a sfiorare la cifra 400 con più di 1000 feriti.


OPERAZIONE PIOMBO FUSO: massacro in corso a Gaza

27 dicembre 2008 Lascia un commento

PRIME NOTIZIE DA GAZA
11.09: ISRAELE SCATENA L’ODIO E LA DISTRUZIONE SU GAZA. E’ STRAGE SULLA CITTA’ COSTIERA PALESTINESE.
UNA STAZIONE DI POLIZIA E’ STATA COLPITA NEL MOMENTO DEL GIURAMENTO DELLE RECLUTE UCCIDENDO DIVERSE PERSONE E IL CAPO DELLA POLIZIA, IL CAMPO PROFUGHI DI KHAN YOUNIS A SUD DELLA CITTÀ, ALCUNI OBIETTIVI A NORD.”non entreremo a gaza, ci sono altri mezzi. Non ce ne siamo andati da gaza per tornarci”: LE PAROLE DI SHMON PERES PUBBLICATA OGGI SU AL-SHARK AL-AWSAT,  E DOPO POCHE ORE DECINE DI MISSILI SONO STATI LANCIATI SU TUTTA LA STRISCIA.reuters146821922712134422_big
DOPO 40 MINUTI TUTTA LA STRISCIA ERA GIA’ PRIVA DI ENERGIA ELETTRICA E MOLTI BAMBINI SONO RIMASTI FERITI MENTRE SI TROVAVANO ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI SCOLASTICI. IL VALICO CON LA FRONTIERA EGIZIANA E’ STATO APERTO PER SOCCORRERE I FERITI.
LA MASSICCIA OFFENSIVA “è appena all’inizio” HA DETTO IL PORTAVOCE DELL’ESERCITO ISRAELIANO AVI BENYAHOU ALLA RADIO MILITARE.
PER LA PRIMA VOLTA SONO STATI LANCIATI MISSILI GRAD CONTRO GLI AEREI ISRAELIANI, SENZA OVVIAMENTE COLPIRLI.

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Tel Aviv, 27 dic. 18,08 PM – (Adnkronos) – Tzipi Livni coordina un’offensiva meditatica internazionale per cercare di ottenere un sostegno internazionale più vasto all’operazione militare lanciata oggi dagli israeliani a Gaza. Lo rivela oggi il sito di Haaretz precisando che il ministro degli esteri uscente ha dato «istruzioni affinchè si prendano delle misure d’emergenza» affinchè i diplomatici israeliani diano vita ad «un’aggressiva e diplomatica campagna di relazioni pubbliche internazionale». Tra le misure d’emergenza il rientro di tutti i diplomatici al momento in Israele per le vacanze nelle loro sedi all’estero – rivela ancora il sito del quotidiano israeliano – per «avviare immediatamente campagne di pubbliche relazioni con i media ed i politici locali». Anche in Israele il ministero sta mobilitando portavoce, cercando soprattutto persone che parlino «arabo, italiano, spagnolo e tedesco» precisa Haartez, per essere intervistati dai corrispondenti stranieri. E domani a Sderot – cittadina nel sud di Israele principale obiettivo dei lanci dei razzi palestinesi – sarà aperto un centro stampa internazionale. Mentre il ministero degli esteri organizzerà dei tour della zona per i giornalisti stranieri. 

afp146821062712134440_bigGerusalemme, 27 dic. 19,22 PM. L’ operazione, ha dichiarato in serata il ministro della difesa Ehud Barak, ha lo scopo «di cambiare radicalmente la situazione» a Gaza per ridare la quiete alla popolazione israeliana minacciata dai razzi. «È giunta l’ora di combattere – ha aggiunto – non voglio illudere nessuno: l’operazione non sarà facile e nemmeno breve». « Non cederemo mai a Israele, non importa quale forza sia usata contro di noi – gli ha risposto il leader del governo di Hamas a Gaza Ismail Haniyeh – Noi non lasceremo la nostra terra, non alzeremo bandiere bianche e non ci inginocchieremo se non di fronte a Dio». Si tratta di uno degli attacchi più sanguinosi contro Gaza e il bilancio potrebbe aggravarsi ancora perchè molte persone risultano ancora sotto le macerie. Un israeliano è stato ucciso e alcuni altri feriti nella successiva reazione di Hamas che ha sparato decine di razzi sui centri israeliani nel sud. L’operazione, che ha il nome in codice ‘Piombo fusò e che essendo stata lanciata di sabato ha avuto bisogno di una dispensa dei rabbini ai militari, intende costringere i gruppi armati a cessare totalmente i tiri di razzi sulla popolazione israeliana. È di durata indefinita e potrebbe anche essere ampliata, secondo quanto ha riferito il portavoce militare. Hamas, dal canto suo, ha detto che mai si arrenderà a Israele e non invocherà una tregua. Un suo portavoce, Fawzi Barhum, ha pure minacciato la ripresa degli attentati suicidi dentro Israele. Secondo quanto hanno riferito testimoni oculari a Gaza, erano circa le 11.30 locali (10.30 in Italia), quando improvvisamente decine di aerei da combattimento con la Stella di Davide sono apparsi in cielo su tutta la Striscia. Razzi e missili sono partiti dagli aerei e hanno colpite oltre un centinaio di basi, comandi, depositi, arsenali di Hamas e di altre milizie. Gli attacchi si sono susseguiti a intervalli nel corso della giornata, anche a tarda sera. Ma il primo attacco è stato quello più micidiale perchè ha apparentemente colto di sorpresa Hamas. Il numero più pesante di morti si è avuto in una base di Gaza dove era in corso una cerimonia di consegna dei diplomi ai partecipanti di un corso per ufficiali della polizia di Hamas. Il risultato dell’ attacco è stato devastante: tra le macerie e in strada si sono visti numerosi corpi di morti e feriti. Tra gli uccisi anche il capo della polizia di Hamas Tawfik Jaber. Per le strade di Gaza, tra gli scoppi delle bombe, l’urlo disperato delle sirene delle ambulanze, si sono viste scene di passanti in disperata fuga e fenomeni di isteria popolare. Israele ha dato prova di grande pazienza davanti al protrarsi dei tiri di razzi e non ha ora altra opzione che quella di agire militarmente, ha ribadito il ministro degli esteri Tzipi Livni aggiungendo di aspettarsi il sostegno della comunità internazionale contro Hamas, un movimento sostenuto dall’Iran e considerato anche dall’Europa un’organizzazione terroristica.