Archivio

Posts Tagged ‘tregua’

PROSEGUE RAPIDA LA COSTRUZIONE DI INSEDIAMENTI ISRAELIANI IN TERRITORIO PALESTINESE

28 gennaio 2009 Lascia un commento

La colonizzazione della West Bank continua a passo rapido. Gli insediamenti israeliani nei Territori Occupati crescono a vista d’occhio con una percentuale molto più alta dello scorso anno, cosa che alimenta l’impossibilità di vivere per i palestinesi, cosa che continua ad annullare qualunque idea di una continuità geografica del territorio palestinese ridotto a Bantustan circondati da un muro alto otto metri.
Un’agenzia stampa di pochi minuti fa dice: Nel 2008 il numero di nuove abitazioni negli insediamenti ebraici in Cisgiordania è cresciuto del 69 per cento rispetto all’anno precedente: lo rivela un rapporto dell’organizzazione ‘Peace Now’. In particolare sarebbero 1.518 le abitazioni realizzate lo scorso anno contro le 898 del 2007. Tale sviluppo si riflette sulla popolazione ebraica nella West Bank salita dalle 270 mila unità del 2007 alle 285 mila dello scorso anno, con un tasso di crescita superiore a quello di Israele. Sulla questione degli insediamenti, inoltre, pesa la promessa elettorale del leader del Likud Benyamin Nethanyahu che – in caso di vittoria nelle elezioni di febbraio – si è impegnato a permetterne lo sviluppo, considerato da molte parti come uno dei principali ostacoli alla definizione di un accordo di pace con i palestinesi.

POI CI PARLANO DEL PROCESSO DI PACE, DI HAMAS CHE CON I RAZZI BLOCCA QUALUNQUE POSSIBILITA’ DI TREGUA.
MA L’UNICA TREGUA DI ISRAELE E’ QUELLA DELL’OCCUPAZIONE MILITARE, DELLA CRESCITA DEGLI INSEDIAMENTI, DEL FURTO DI RISORSE IDRICHE E DI TERRA FERTILE. UNO STATO OCCUPANTE NON E’ DIFENDIBILE: QUELLA CHE LORO CHIAMANO PACE NON E’ ALTRO CHE APARTHEID, INACCETTABILE APARTHEID.
NESSUNA PACE SOTTO OCCUPAZIONE, NESSUNA PACE CON CHI RUBA LA TERRA ALTRUI, CON CHI STUPRA LA TERRA E UN INTERO POPOLO DA 61 ANNI!

CONTRO L’OCCUPAZIONE MILITARE DELLA CISGIORDANIA E DELLA STRISCIA DI GAZA
PER IL DIRITTO ALLA VITA DEL POPOLO PALESTINESE, PER L’ABBATTIMENTO DEGLI INSEDIAMENTI ISRAELIANI!

Ma’an intervista il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina

22 gennaio 2009 Lascia un commento

L’AGENZIA DI STAMPA MA’AN INTERVISTA L’FPLP SULL’AGGRESSIONE ISRAELIANA A GAZA – 18 GENNAIO 2009

http://www.pflp.ps/english/      

Il 17 gennaio 2009 l’agenzia di stampa Ma’an ha realizzato la seguente intervista con un portavoce del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP). Nell’intervista l’FPLP discute sulla centralità della resistenza palestinese e sulla persistente aggressione contro il popolo palestinese, in particolare sull’aggressione contro Gaza cui Israele ha dato inizio il 27 dicembre 2008.  Ma’an: L’FPLP ed il suo braccio armato, le Brigate Abu Ali Mustafa (BAAM), al momento sono impegnate in scontri contro le truppe di terra israeliane nella Striscia di Gaza, mentre continuano a lanciare missili attraverso la Green Line verso Israele.Ma’an ha parlato con un portavoce ufficiale del movimento laico e di sinistra per gettare un po’ di luce sull’attuale lotta contro Israele e sullo stato della politica palestinese, sui rapporti con Hamas e con l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP)
La seguente intervista è stata realizzata via email:    

1993_

Fotografia di Bar Am _Gaza: 1993_

Ma’an: Qual è la posizione dell’FPLP sulle motivazioni che hanno spinto Israele a lanciare la sua massiccia aggressione contro Gaza?

  FPLP: L’inizio dei massacri e dei crimini di guerra israeliani contro il nostro popolo è in linea con un obiettivo storico – il tentativo di eliminare la resistenza palestinese, in particolare a Gaza. Come già ha provato a fare nel 2006 in Libano, Israele ha tentato di separare la resistenza dal popolo perseguendo l’eliminazione della prima e l’indebolimento della causa palestinese e dei diritti della nostra gente.I piani israeliani contro il nostro popolo ed i nostri diritti possono essere realizzati – malgrado la complicità degli Sati Uniti, dei regimi arabi e di parte della “leadership” palestinese – solo con l’eliminazione della resistenza palestinese.Ora Israele sta imparando che, parimenti a quanto accaduto in Libano nel 2006, malgrado la sua brutalità e l’assoluta criminalità, la nostra gente è il cuore, la culla e la forza della nostra resistenza, e che i loro attacchi non sconfiggeranno mai il nostro popolo né la nostra determinazione nella difesa dei nostri diritti al ritorno, all’autodeterminazione e alla sovranità. 

 Ma’an: Le incursioni aeree, marine e di terra di Israele sono realmente dirette contro Hamas ed i razzi?

  FPLP: I razzi sono una rappresentazione allo stesso tempo pratica e simbolica della nostra resistenza all’occupante. Sono un promemoria costante che ricorda che l’occupante è tale, e che, per quanto possa impegnarsi in assedi, massacri, nel chiuderci in prigioni a cielo aperto, nel negarci il soddisfacimento dei bisogni umani primari, noi continueremo a resistere e ci aggrapperemo fermamente ai nostri diritti fondamentali, non permettendo che siano distrutti. Finché un razzo sarà lanciato contro l’occupante, il nostro popolo, la nostra resistenza e la nostra causa saranno vivi.Questo è il motivo per cui individuano come obiettivo i razzi: rendono l’occupante insicuro, poiché ognuno di essi è un simbolo ed un atto fisico del nostro rifiuto della loro occupazione, dei loro massacri, dei loro crimini e dei loro continui attacchi contro il nostro popolo. Ogni razzo dice che non acconsentiremo alle loro cosiddette “soluzioni”, basate sulla cancellazione e sulla negazione dei nostri diritti.  

Beit Lahiya  _luglio 2007_

Beit Lahiya _luglio 2007_

 Ma’an: Cosa dite a proposito delle prossime elezioni parlamentari israeliane? Hanno giocato un qualche ruolo nella decisione di attaccare Gaza?   

FPLP: Certamente l’attacco è legato alle elezioni israeliane – serve a sostenere l’immagine del partito Kadima ed in particolare di Livni e Barak, sulle spalle e col sangue di più di 1000 morti palestinesi. Che questo sia un fattore dirimente e positivo in queste elezioni la dice lunga sulla natura di Israele e del Sionismo    

Ma’an: Quanti combattenti dell’FPLP e delle BAAM sono stati uccisi durante l’invasione israeliana e/o I bombardamenti aerei?     

FPLP: Al momento non rilasciamo statistiche o informazioni di questo genere poiché sarebbero solo un aiuto all’aggressione militare del nemico contro il nostro popolo. Comunque, possiamo dire che membri delle BAAM sono stati fortemente attivi in tutte le forme di resistenza contro gli invasori e gli occupanti.  

Ma’an: Le BAAM sono state attive nella resistenza contro l’esercito invasore?    

 FPLP: Le BAAM hanno lanciato più razzi al giorno, si sono distinte particolarmente per l’utilizzo di bombe sulle strade, di autobombe e di altri congegni esplosivi che hanno procurato seri danni e distrutto carri armati ed altri veicoli militari dell’occupazione. I combattenti delle BAAM hanno partecipato a tutte le battaglie a tutti i livelli. Stanno inoltre lavorando strettamente e in coordinamento con tutte le altre forze della resistenza in una lotta unitaria per opporsi al nemico ed unificare la nostra resistenza di fronte ai crimini e ai massacri di Israele.fplp_corteo

Ma’an: In quale situazione l’FPLP potrebbe firmare un ‘cessate il fuoco’ con Israele?   

FPLP: Ci siamo opposti alla cosiddetta “tregua” o “cessate il fuoco” (in vigore tra il 19 giugno ed il 19 dicembre 2008) perché la consideravamo pericolosa per il nostro popolo e crediamo sia oggi dimostrato che la nostra analisi fosse corretta.Israele ha costretto ad una fine della “tregua” con i suoi attacchi ed omicidi – e poi l’ha usata come una scusa per attaccare i palestinesi (per esempio, il 4 novembre, bombardamenti aerei hanno ucciso cinque militanti ed un civile); un obiettivo che ha avuto da sempre, e ha usato un piano d’aggressione preparato precedentemente, durante la cosiddetta “tregua”.La resistenza, in maniera unificata, può sempre decidere che tattiche usare in ogni tempo. Noi chiediamo la fine dei massacri, il ritiro delle truppe d’occupazione dalla nostra terra, la piena, immediata ed incondizionata apertura di tutti i confini – in particolare del valico di Rafah – e la fine dell’assedio contro il nostro popolo. Ma non abbandoneremo mai i nostri diritti fondamentali – a resistere, a difendere il nostro popolo, al ritorno, all’autodeterminazione ed alla sovranità – in nome di una cosiddetta “tregua”, che è esattamente ciò che Israele desidera.  

Ma’an: Quali sono oggi le relazioni tra Hamas e l’FPLP?  FPLP:

Al momento le relazioni tra Hamas e l’FPLP sono determinate dalla resistenza.  

Ma’an: Ma l’FPLP è un movimento laico.
Ciò non crea difficoltà nel lavoro con Hamas, che invece crede in una società ed in un governo islamico?    
 

FPLP: Sia Hamas che l’FPLP militano nel campo della resistenza, della difesa del nostro popolo, della nostra causa e dei nostri diritti fondamentali. Entrambi rifiutano i cosiddetti “negoziati”, la cooperazione con l’occupante e qualsiasi cosiddetta soluzione politica basata sulla negazione e sull’abrogazione dei diritti della nostra gente; entrambi combattono uniti nella resistenza contro i massacri ed il genocidio perpetrati contro i palestinesi. Questa è l’unità ed è la relazione che ci interessa al momento: unità nella lotta, per il nostro popolo, la nostra causa ed i nostri diritti.    

Ma’an: Tornando alla politica, qual è la posizione dell’FPLP sulla legittimità di Mahmoud Abbas (Abu Mazen), il cui mandato è terminato ufficialmente il 9 gennaio?    

  FPLP: La sola legittimità palestinese che ci interessa al momento è la legittimità della resistenza. Questa è la definizione della nostra unità nazionale: lotta all’occupante e ai suoi crimini, difesa del nostro popolo e dei nostri diritti. La legittimità ora non è quella dell’ANP; essa deriva dallo stare con la resistenza, con la fermezza del nostro popolo, contro i crimini dell’occupante.      

Ma’an: L’FPLP crede che, date le circostanze, i palestinesi dovrebbero concentrarsi sulla Striscia di Gaza e meno sulla politica interna? O il ruolo della politica palestinese è più importante che mai?   

 

pal_nazistsFPLP: Questo è un momento fondamentale per il movimento nazionale palestinese e per la sua causa, di fronte ad un nemico dedito alla distruzione. La domanda per tutti è: stare con la resistenza o in disparte e permettere così che l’aggressione continui? Ogni briciolo di legittimità politica al momento dipende dalla risposta a questa domanda.  

 Ma’an: Qual è la situazione dell’FPLP e delle altre organizzazioni della resistenza nella West Bank?   

FPLP: Anche la West Bank è sotto assedio, solo di tipo diverso: l’assedio dell’occupazione, degli 11.000 prigionieri politici, della costante confisca della terra, della costruzione delle colonie, dell’innalzamento del muro d’annessione e degli altri crimini continui contro il nostro popolo. Infatti Israele sta approfittando che gli occhi del mondo si siano spostati dalla West Bank a causa dei massacri a Gaza, per procedere ad un numero ancor più grande di confische di terre e di attacchi in Cisgiordania.Noi non permetteremo che il nostro popolo sia diviso, risieda esso nella West Bank o a Gaza, nei territori palestinesi occupati nel 1948 (i palestinesi all’interno di Israele) o in esilio.     

Ma’an: L’FPLP si aspetta che i palestinesi fuori dalla Striscia si solleveranno contro l’occupazione, specialmente alla luce delle recenti atrocità israeliane a Gaza?    

FPLP: Noi siamo un’unica nazione, un unico popolo ed un’unica causa, e tutti i piani del nemico per spezzare quest’unità sono destinati a fallire. La nostra determinazione a resistere e a difendere i nostri diritti nazionali al ritorno, all’autodeterminazione, alla libertà e alla liberazione, alla sovranità, ci assicurerà la vittoria e l’unità del nostro popolo, della nostra terra e della nostra causa.    

Traduzione a cura del Collettivo Autorganizzato Universitario – Napo

HANNO GIUSTIZIATO IPPOCRATE, di Vittorio Arrigoni

12 gennaio 2009 1 commento

DA IL MANIFESTO del 10 GENNAIO 2009
A FIRMA DI VIK, VITTORIO ARRIGONI:
A Gaza, un plotone di esecuzione ha messo al muro Ippocrate, ha puntato e fatto fuoco. Le allucinanti dichiarazioni di un portavoce dei servizi segreti israeliani secondo cui l’esercito ha ottenuto via libera a sparare sulle ambulanze perché a bordo presenti presunti membri della resistenza palestinese, danno il quadro di che valore dà alla vita Israele in questi giorni, le vite dei nemici, s’intende. Vale la pena ripassare cosa dichiara il giuramento di Ippocrate,

Gaza _clinica mobile bombardata_

Gaza _clinica mobile bombardata_

a cui è tenuto ogni medico prima di iniziare a esercitare la professione, in particolare questi passi: “Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro: di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento; di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica”. Sono sette fra i dottori e infermieri volontari i camici bianchi uccisi dall’inizio della campagna di bombardamenti, una decina le ambulanze colpite dall’artiglieria israeliana. I sopravvissuti tremano di paura, ma non si tirano indietro. I lampeggianti cremisi delle ambulanze sono gli unici squarci di luce lungo le strade nelle notti oscure di Gaza, esclusi i lampi che precedono le esplosioni. Riguardo a questi crimini, l’ultima denuncia è partita da Pierre Wettach, capo della Croce Rossa a Gaza; le sue ambulanze sono potute accorrere sul luogo di un massacro, a Zaiton, est di Gaza city, solo dopo 24 ore dall’attacco israeliano. I soccorritori dichiarano di essersi trovati dinnanzi uno scenario raccapricciante: “quattro bambini piccoli vicini ai corpi senza vita delle loro madri in una delle case. Erano troppo deboli per tenersi in piedi. E’ stato trovato vivo anche un uomo, anche lui troppo debole per tenersi in piedi.

Gaza _le corsie degli ospedali_

Gaza _le corsie degli ospedali_

In tutto sui materassi giacevano 12 corpi”. I testimoni di questa ennesima carneficina raccontano come i soldati israeliani, penetrati nel quartiere, hanno radunato le decine di membri della famiglia Al Samouni in un solo edificio e poi lo hanno ripetutamente bombardato. Con i miei compagni dell’ISM sono giorni che giriamo sulle ambulanze della mezzaluna rossa, abbiamo subito molteplici attacchi e perso un caro amico, Arafa, colpito in pieno da un colpo di obice sparato da un carro armato. Altri tre paramedici nostri amici rimangono ricoverati negli ospedali dove fino a ieri lavoravano. Sulle ambulanze il nostro dovere è raccogliere feriti, non accogliere a bordo guerriglieri. E quando troviamo riverso per strada un uomo ridotto una poltiglia di sangue, non si ha il tempo di controllare i suoi documenti, chiedergli se parteggia per hamas o fatah. Anche perchè quasi sempre i feriti non rispondono, come i morti. Alcuni giorni fa caricando un ferito grave ha cercato contemporaneamente di salire sull’ambulanza anche un altro uomo, ferito in maniera lieve. Lo abbiamo spintonato fuori, proprio perché sia chiaro a chi ci spia dal cielo che non fungiamo da taxi per il trasporto di membri della resistenza, bensì accogliamo sopra le nostre ambulanze solo feriti gravi, il cui rifornimento da parte di Israele non cessa un istante.

Gaza _militanti di Hamas?_

Gaza _militanti di Hamas?_

La notte scorsa è arrivata all’ospedale Al Quds di Gaza City Miriam, 17 anni, in preda alle doglie. Al mattino erano passati nello stesso ospedale suo padre e sua cognata, entrambi cadaveri, vittime di uno dei tanti bombardamenti indiscriminati. Durante la notte Miriam a partorito un bel bimbo, inconsapevole del fatto che mentre lei si trovava in salo parto, un piano più in basso, all’obitorio era giunto anche il giovane marito. Alla fine persino le Nazioni Unite si sono accorte che qui a Gaza siamo come tutti immersi nello stesso catino, bersagli mobili per ogni cecchino. Siamo arrivati a quota 789 vittime, 3300 i feriti, 410 vertono in situazione critica, 230 i bambini uccisi, decine e decine i dispersi. Il computo delle vittime civile israeliane, fortunatamente, è fermo a quota 4. Per bocca di John Ging capo dell’Unrwa (Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi), le Nazioni Unite hanno annunciato di sospendere le loro attività umanitarie lungo la Striscia. Ho incrociato Ging negli uffici dell’agenzia di stampa Ramattan, e l’ho visto sdegnato agitare il suo indice accusatorio contro Israele dinnanzi alle telecamere. L’ONU cessa le sua attività a Gaza dopo che due dei suoi operatori sono stati uccisi ieri, beffa vuole durante le tre ore di una tregua che Israele ha annunciato e al suo solito non rispetta. “I civili di Gaza hanno a disposizione 3 ore al giorno per cercare di sopravvivere, i soldati israeliani le restanti 21 per cercare di sterminarli” ho sentito Ging dichiarare a due passi da me. Da Gerusalemme mi scrive Yasmine, moglie di uno dei numerosi giornalisti in fila al valico di Erez, giornalisti ai quali per chissà perchè Israele non concede il lasciapassare per venire qui a filmare e a raccontare l’immane catastrofe innaturale che da tredici giorni ha colpito. Queste le sue parole: “L’altro ieri sono andata a vedere Gaza dal di fuori. I giornalisti del mondo sono tutti ammucchiati su una collinetta di sabbia a un paio di km dal confine. Decine di telecamere che puntano verso di voi. Aeri che ci sorvolano, si sentono ma non si vedono, sembrano solo illusioni mentali finché non si vede il fumo nero salire all’ orizzonte, Gaza. La collina e’ diventata anche meta turistica per gli Israeliani di zona. idf-purim5Con grandi binocoli e macchine fotografiche vengono a vedere i bombardamenti dal vivo.” Mentre sto trascrivendo in fretta e furia questa mia corrispondenza una bomba cade nel palazzo a fianco a quello in cui mi trovo. I vetri tremano, le orecchie dolgono, mi affaccio dalla finestre e vedo che hanno colpito l’edificio dove sono raccolti i principali media arabi. E’ uno dei palazzi più alti di tutta Gaza city, l’Al Jaawhara building. Sul tetto tengono fissi una troupe con una telecamera, li vedo ora contorcersi tutti a terra, agitare le braccia invocando aiuto, avvolti da una cappa nera di fumo. Paramedici e giornalisti, le professioni più eroiche in questo spicchio di mondo. All’ospedale Al Shifa ieri sono andato a trovare Tamim, reporter sopravvissuto ad un bombardamento aereo. Mi ha spiegato come secondo lui Israele sta adottando le stesse identiche tecniche terroristiche di Al Al-Qaeda, bombarda un edificio, attende l’arrivo dei giornalisti e dei soccorsi, quindi fa cadere un’altra bomba che fa strage di quest’ultimi. Per questo motivo a suo avviso si sono registrate molte vittime fra i paramedici e i reporters, gli infermieri attorno al suo letto facevano cenni di consenso. Tamim mi ha mostrando sorridendo, i suoi moncherini. Ha perso le gambe, ma è felice d’ essersela cavata, il suo collega Mohammed è morto con in mano la macchina fotografica, la secondo esplosione lo ha ucciso. Nel frattempo mi sono informato sulla bomba appena caduta nel palazzo qui vicino, sono rimasti feriti due giornalisti, entrambi palestinesi, uno di Libyan tv l’altro di Dubai tv. Giusto un altro sonoro avvertimento da chi esige che questo massacro di vittime civili non venga in alcun modo raccontato. Non mi resta che augurarmi che nel quartier generale dei vertici militari israeliani non si legga Il Manifesto, ne vi siano affezionati visitatori del mio blog. Restiamo umani. Vik

LA TREGUA BOMBARDATA

10 gennaio 2009 Lascia un commento

17.00: Le artiglierie israeliane non hanno taciuto oggi nemmeno durante le tre ore di tregua umanitaria che stamane erano state confermate da Israele per consentire alla popolazione palestinese di rifornirsi di viveri e altri generi di prima necessità. Lo hanno riferito all’Ansa testimoni sul posto confermando che a Gaza City, tra le 13:00 e le 16:00 (ora italiana) si sono uditi distintamente numerosissimi colpi d’artiglieria israeliana. «Hanno sparato come pazzi», hanno detto i testimoni.

PIOMBO FUSO: 3 ore di tregua al giorno. Aggiornamenti vari

7 gennaio 2009 1 commento

TRE ORE DI TREGUA AL GIORNO DALLE 11 ALLE 14.
QUESTA E’ L’ULTIMA NOTIZIA PROVENIENTE DALLA STRISCIA DI GAZA. TUTTI I GIORNI SARANNO GARANTITE TRE ORE DI STOP ALLE AZIONI MILITARI : ECCO IL CORRIDOIO UMANITARIO DI CUI SI PARLAVA IN QUESTE ULTIME ORE.
Nel frattempo 40 obiettivi sono stati colpiti alle prime ore dell’alba, mentre alcuni testimoni riferiscono che lo Tsahal, l’esercito con la stella di Davide, ha lasciato il campo profughi di  Khan Younis: i tanks sono ora posizionati al di là delle recinzioni israeliane.

Foto di Mohammed Salem _Bombardata scuola U.N.R.W.A._

Foto di Mohammed Salem _Bombardata scuola U.N.R.W.A._

ORE 10.23: Centinaia di migliaia di sciiti libanesi simpatizzanti del movimento sciita Hezbollah stanno dando vita oggi ad una grande manifestazione in occasione di una importante ricorrenza religiosa sciita, ma anche per protestare contro l’offensiva israeliana a Gaza. Il leader del movimento Hezbollah, il Sayyed Hassan Nasrallah, dovrebbe per l’occasione pronunciare un discorso rivolto ai manifestanti, attraverso un enorme schermo montato allo stadio al Raya, in cui certamente parlerà della situazione a Gaza, così come ha fatto nei dieci giorni scorsi in occasione delle celebrazioni per l’Ashura. L’Ashura è la commemorazione del martirio di Hussein nipote del profeta Maometto, nel 680, da parte delle truppe del sovrano sunnita. I sostenitori di Ali e di suo figlio Hussein sono stati sin da allora conosciuti come sciiti (seguaci, o partigiani). «Rinnovate il vostro impegno alla resistenza (armata) e la vostra collera contro Israele e il Grande Satana (gli Usa), che danno ordini a Israele», ha esortato i manifestanti Nasralalh, quando ha convocato la marcia di oggi. «Labbaika Nasrallah», ovvero ‘ai tuoi ordini Nasrallah’. Labaiki Gaza«, ‘ai tuoi ordini Gazà, »Israele è il nemico dei musulmani«, hanno da parte loro scandito marciando i manifestanti, tra cui si staglia una marea di donne vestite di nero.

Foto di BIlal Hussein _Ashura, oggi, a Beirut_

Foto di BIlal Hussein _Ashura, oggi, a Beirut_

«Siamo pronti per ogni possibilità e ogni aggressione», ha detto oggi minacciosamente il leader del movimento sciita libanese Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, rivolto ad Israele. L’offensiva israeliana contro il Libano del 2006 «sarà per voi come una passeggiata se paragonata a ogni nuova aggressione», ha detto ancora Nasrallah in un discorso pronunciato in occasione delle celebrazioni per la ricorrenza sciita dell’Ashura. «Tutte le possibilità sono aperte e dobbiamo essere pronti per qualsiasi emergenza o sorpresa», ha aggiunto parlando ai suoi sostenitori e, rivolgendosi al premier israeliano Ehud Olmert, ha affermato: «Non riuscirai a distruggere Hamas come non riuscirai a distruggere Hezbollah».«Come (l’ex ambasciatore Usa alle Nazioni Unite John) Bolton ha detto, il piano americano e israeliano è di consegnare Gaza all’Egitto e parti della Cisgiordania alla Giordania, per quanto la generosità israeliana lo permetterà, e mettere fine all’opzione di due Stati», ovvero uno israeliano e uno palestinese. Egli ha però poi affermato che «fino ad ora non sappiamo l’ampiezza e le conseguenze del piano e le collusioni» con esso da parte dei regimi arabi ma, ha ripetuto, «dobbiamo essere pronti per ogni possibilità».

12.32 Nessun accordo economico con Israele fino a quando non sospenderà l’operazione militare nella Striscia di Gaza.

Foto di Ramzi Haidar _Donne velate e non all'Ashura di Beirut_

Foto di Ramzi Haidar _Donne velate e non all'Ashura di Beirut_

Lo hanno chiesto all’Ue alcune ong francesi – Comitato cattolico contro la fame (Ccfd), Oxfam Francia e la Federazione internazionale dei diritti dell’uomo (Fidh) – alla vigilia dell’incontro informale dei ministri degli Esteri dell’Unione a Praga. Le ong d’Oltralpe, che hanno accusato Israele di «violare il diritto internazionale umanitario e favorire il proseguimento della violenza», hanno chiesto a Bruxelles di sospendere il processo, che dovrebbe concludersi nel 2009, che mira a potenziare la cooperazione economica e politica con Israele. Nessun legame privilegiato con Israele «fino a quando non accetterà il cessate il fuoco completo e permetterà l’ingresso nella Striscia». In gioco, spiegano le ong, «la stessa credibilità dell’Ue»

13.59: Il rappresentante di Hamas in Libano, Osama Hamdan, ha affermato che il suo movimento sta studiando una proposta egiziana per un cessate il fuoco nella striscia di Gaza, ma respinge ogni ipotesi di dispiegamento di una forza internazionale nella Striscia stessa. «Hamas sta studiando una iniziativa egiziana, anche se ha molte riserve in merito», ha detto Hamdan all’emittente tv panaraba al Jazira. «In ogni caso – ha aggiunto – non accetteremo (il dispiegamento di) forze internazionali». Il presidente egiziano Hosni Mubarak ha annunciato ieri un piano per un cessate il fuoco, senza fornire dettagli. Secondo fonti di stampa, esso prevede però l’uso di una forza internazionale per sigillare le frontiere della striscia di Gaza per il contrabbando di armi per Hamas.

14.02:  È ormai sull’orlo del collasso il principale ospedale di Gaza, il policlinico di Ash-Shifa, la cui funzionalità (assieme alla vita di decine di pazienti) è affidata alle ultime riserve di carburante che fanno funzionare i quattro generatori di energia. Il direttore dell’ospedale, Hussein Aashour, ha spiegato all’agenzia ‘Maan News’ che senza nuovi rifornimenti di carburante dovranno essere sospesi tutti i servizi d’emergenza, come quelli che tengono in vita

Foto di Mohammad Salem _Jabaliya, i funerali delle vittime del raid di ieri al rifugio Unrwa

Foto di Mohammad Salem _Jabaliya, i funerali delle vittime del raid di ieri al rifugio Unrwa

25 neonati prematuri, oltre a decine di pazienti in terapia intensiva e a quanti si sottopongono a dialisi. Le riserve di gas bastano per i prossimi due giorni, dopo i quali i pazienti non potranno neppure godere di pasti caldi o materiale sterilizzato, ha aggiunto il direttore dell’ospedale, che con i suoi 596 posti letto non riesce a reggere il carico supplementare di lavoro legato all’attacco militare israeliano

14.54: Fonti di Hamas a Gaza, citate dalla radio pubblica israeliana, hanno detto che questo movimento islamico sta esaminando le proposte egiziane per un cessate il fuoco

15.03: Il gabinetto per la sicurezza israeliano ha rinviato oggi una decisione se ordinare alle truppe di procedere alle terza fase delle operazioni militari nella striscia di Gaza, che prevede l’ordine all’esercito di entrare nel cuore dei centri urbani.

15.14: È finita pochi minuti fa la tregua di tre ore proclamata dall’esercito israeliano e sono ripresi i bombardamenti sulla striscia di Gaza. Secondo l’inviato della Tv araba ‘al-Jazeera’, gli attacchi sono ripresi con un colpo di artiglieria sparato poco fa dalle forze israeliane contro una casa del quartiere al-Zeitun che si trova nella periferia sud orientale di Gaza. Il cessate il fuoco di tre ore è stato rispettato anche dalle milizie di Hamas che in questo lasso di tempo non hanno lanciato razzi contro Israele. In questo momento gli elicotteri militari israeliani stanno sorvolando con insistenza nella parte nord della striscia di Gaza pronti a colpire nuovi obiettivi.

18.14: La rete fognaria nella striscia di Gaza rischia il collasso a causa dei bombardamenti israeliani, 10mila persone sono in pericolo. È l’allarme lanciato dalla Banca mondiale che precisa come le pompe che evacuano le acque reflue verso i bacini nel Nord della striscia hanno smesso di funzionare per la mancanza di corrente elettrica e olio combustibile. Le pompe sono indispensabili per evitare che il principale bacino di recupero delle acque di scarico, afp147185010401095233_bigsituato a Beit Lahiya, nel Nord del territorio, debordi. Secondo la Banca mondiale le mura del bacino di Beit Lahiya sono minacciate dalle esplosioni di bombe avvenute nelle vicinanze e dalla pioggia, e potrebbero causare un disastro ambientale e sanitario per 10 mila residenti. Già nel marzo 2007 cinque palestinesi rimasero uccisi e altri 1.500 furono sfollati nella Striscia di Gaza a causa di un’inondazione provocata dallo sprofondamento del sistema di evacuazione delle acque reflue.

19.10: Il gabinetto di sicurezza del governo israeliano ha dato il ‘via libera’ ad un allargamento dell’offensiva contro Hamas a Gaza. Lo ha riferito una fonte militare all’agenzia France Press. “Hanno provato il proseguimento dell’operazione di terra”, ha reso noto la fonte, “che comprende una terza fase di allargamento e la spinta piu’ profonda dentro le aree popolate”. “(Il governo) lascia comunque alla difesa (il compito) di stabilire se applicare la decisione”.

22.56: Non c’è accordo in seno al Consiglio di Sicurezza dell’Onu su un cessate il fuoco tra Israele e Hamas: lo ha detto l’ambasciatore francese Jean-Marie Ripert, il presidente di turno, ai giornalisti.Ripert ha ricordato che i documenti sul tavolo del Consiglio di Sicurezza sono due: una bozza di risoluzione presentata dalla Libia e una bozza di dichiarazione presentata dalla presidenza di turno francese. «Dato che su nessuno dei due documenti c’è l’unanimità, i negoziati in seno al Consiglio di Sicurezza proseguono», ha precisato il rappresentante permanente della Francia.

OPERAZIONE PIOMBO FUSO: massacro in corso a Gaza

27 dicembre 2008 Lascia un commento

PRIME NOTIZIE DA GAZA
11.09: ISRAELE SCATENA L’ODIO E LA DISTRUZIONE SU GAZA. E’ STRAGE SULLA CITTA’ COSTIERA PALESTINESE.
UNA STAZIONE DI POLIZIA E’ STATA COLPITA NEL MOMENTO DEL GIURAMENTO DELLE RECLUTE UCCIDENDO DIVERSE PERSONE E IL CAPO DELLA POLIZIA, IL CAMPO PROFUGHI DI KHAN YOUNIS A SUD DELLA CITTÀ, ALCUNI OBIETTIVI A NORD.”non entreremo a gaza, ci sono altri mezzi. Non ce ne siamo andati da gaza per tornarci”: LE PAROLE DI SHMON PERES PUBBLICATA OGGI SU AL-SHARK AL-AWSAT,  E DOPO POCHE ORE DECINE DI MISSILI SONO STATI LANCIATI SU TUTTA LA STRISCIA.reuters146821922712134422_big
DOPO 40 MINUTI TUTTA LA STRISCIA ERA GIA’ PRIVA DI ENERGIA ELETTRICA E MOLTI BAMBINI SONO RIMASTI FERITI MENTRE SI TROVAVANO ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI SCOLASTICI. IL VALICO CON LA FRONTIERA EGIZIANA E’ STATO APERTO PER SOCCORRERE I FERITI.
LA MASSICCIA OFFENSIVA “è appena all’inizio” HA DETTO IL PORTAVOCE DELL’ESERCITO ISRAELIANO AVI BENYAHOU ALLA RADIO MILITARE.
PER LA PRIMA VOLTA SONO STATI LANCIATI MISSILI GRAD CONTRO GLI AEREI ISRAELIANI, SENZA OVVIAMENTE COLPIRLI.

——————————————————————————

Tel Aviv, 27 dic. 18,08 PM – (Adnkronos) – Tzipi Livni coordina un’offensiva meditatica internazionale per cercare di ottenere un sostegno internazionale più vasto all’operazione militare lanciata oggi dagli israeliani a Gaza. Lo rivela oggi il sito di Haaretz precisando che il ministro degli esteri uscente ha dato «istruzioni affinchè si prendano delle misure d’emergenza» affinchè i diplomatici israeliani diano vita ad «un’aggressiva e diplomatica campagna di relazioni pubbliche internazionale». Tra le misure d’emergenza il rientro di tutti i diplomatici al momento in Israele per le vacanze nelle loro sedi all’estero – rivela ancora il sito del quotidiano israeliano – per «avviare immediatamente campagne di pubbliche relazioni con i media ed i politici locali». Anche in Israele il ministero sta mobilitando portavoce, cercando soprattutto persone che parlino «arabo, italiano, spagnolo e tedesco» precisa Haartez, per essere intervistati dai corrispondenti stranieri. E domani a Sderot – cittadina nel sud di Israele principale obiettivo dei lanci dei razzi palestinesi – sarà aperto un centro stampa internazionale. Mentre il ministero degli esteri organizzerà dei tour della zona per i giornalisti stranieri. 

afp146821062712134440_bigGerusalemme, 27 dic. 19,22 PM. L’ operazione, ha dichiarato in serata il ministro della difesa Ehud Barak, ha lo scopo «di cambiare radicalmente la situazione» a Gaza per ridare la quiete alla popolazione israeliana minacciata dai razzi. «È giunta l’ora di combattere – ha aggiunto – non voglio illudere nessuno: l’operazione non sarà facile e nemmeno breve». « Non cederemo mai a Israele, non importa quale forza sia usata contro di noi – gli ha risposto il leader del governo di Hamas a Gaza Ismail Haniyeh – Noi non lasceremo la nostra terra, non alzeremo bandiere bianche e non ci inginocchieremo se non di fronte a Dio». Si tratta di uno degli attacchi più sanguinosi contro Gaza e il bilancio potrebbe aggravarsi ancora perchè molte persone risultano ancora sotto le macerie. Un israeliano è stato ucciso e alcuni altri feriti nella successiva reazione di Hamas che ha sparato decine di razzi sui centri israeliani nel sud. L’operazione, che ha il nome in codice ‘Piombo fusò e che essendo stata lanciata di sabato ha avuto bisogno di una dispensa dei rabbini ai militari, intende costringere i gruppi armati a cessare totalmente i tiri di razzi sulla popolazione israeliana. È di durata indefinita e potrebbe anche essere ampliata, secondo quanto ha riferito il portavoce militare. Hamas, dal canto suo, ha detto che mai si arrenderà a Israele e non invocherà una tregua. Un suo portavoce, Fawzi Barhum, ha pure minacciato la ripresa degli attentati suicidi dentro Israele. Secondo quanto hanno riferito testimoni oculari a Gaza, erano circa le 11.30 locali (10.30 in Italia), quando improvvisamente decine di aerei da combattimento con la Stella di Davide sono apparsi in cielo su tutta la Striscia. Razzi e missili sono partiti dagli aerei e hanno colpite oltre un centinaio di basi, comandi, depositi, arsenali di Hamas e di altre milizie. Gli attacchi si sono susseguiti a intervalli nel corso della giornata, anche a tarda sera. Ma il primo attacco è stato quello più micidiale perchè ha apparentemente colto di sorpresa Hamas. Il numero più pesante di morti si è avuto in una base di Gaza dove era in corso una cerimonia di consegna dei diplomi ai partecipanti di un corso per ufficiali della polizia di Hamas. Il risultato dell’ attacco è stato devastante: tra le macerie e in strada si sono visti numerosi corpi di morti e feriti. Tra gli uccisi anche il capo della polizia di Hamas Tawfik Jaber. Per le strade di Gaza, tra gli scoppi delle bombe, l’urlo disperato delle sirene delle ambulanze, si sono viste scene di passanti in disperata fuga e fenomeni di isteria popolare. Israele ha dato prova di grande pazienza davanti al protrarsi dei tiri di razzi e non ha ora altra opzione che quella di agire militarmente, ha ribadito il ministro degli esteri Tzipi Livni aggiungendo di aspettarsi il sostegno della comunità internazionale contro Hamas, un movimento sostenuto dall’Iran e considerato anche dall’Europa un’organizzazione terroristica. 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: