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Dopo Choukri Belaid, assassinato in Tunisia Mohamed Brahmi!

25 luglio 2013 3 commenti

Mohamed Brahmi insieme a Choukri Belaid: Mohamed è stato assassinato poche ore fa, Choukri a febbraio

Avevamo pianto la morte, l’assassinio, di Choukri Belaid, leader del Fronte Popolare tunisino solo il 6 febbraio di quest’anno. Era una morte annunciata dopo le numerose minacce ricevute dai gruppi islamisti più radicali, ed è stato un assassinio eseguito con 4 colpi di pistola alla testa, mentre usciva di casa alle 8 di mattina.
Un comunista rivoluzionario, un compagno.
Poche ore fa, anche il miltante e deputato all’Assemblea Nazionale Costituente per il Fronte Popolare, che in questa foto vediamo stretto a Choukri è stato assassinato: 11 colpi alla testa, davanti a casa sua e alla sua famiglia, a Tunisi. E’ stata la moglie a portarlo in ospedale dove è arrivato morto.
Intanto il Fronte ha convocato una manifestazione tra pochi minuti davanti alla sua sede, ma sono già migliaia ad affollare le strade e ad aver raggiunto il ministero degli interni, dove da un po’ ci son scontri e lanci di lacrimogeni.
A PUGNO CHIUSO!

Il post di Infoaut appena pubblicato: LEGGI

Leggi:
La Tunisia brucia dopo l’assassinio di Belaid
L’omaggio del FPLP a Belaid
Un’intervista a Besma, compagna di Belaid

Un’intervista a Besma, compagna di Belaid

11 febbraio 2013 1 commento

Poco dopo la morte di suo marito, ecco Besma Khalfaoui che si unisce al corteo, con il suo dolore, la sua incredibile dignità e forza.

PRENDO QUESTA PAGINA DA INFOAUT.
Grazie

 

Pubblichiamo l’intervista a Besma Khalfaoui, moglie di Chokri Belaid, diffusa da RTL soir, dopo poche ore dall’omicidio del compagno tunisino. Besma è scesa subito in piazza con il segno della vittoria! Insieme ai compagni e alle compagne ha lanciato uno dei più grandi scioperi generali della storia della Tunisia. Il saluto a Belaid si è tramutato in una gigantesca manifestazione politica che ha portato più di un milione e mezzo di manifestanti a gridare “il popolo vuole la caduta del regime!”. “Ennahdha degage!” nelle strade della capitale. La presenza delle donne della rivoluzione durante la manifestazione è stata altissima quanto determinata. Anche questa è la straordinaria Tunisia di lotta e di dignità! Differente e contrapposta a quelle poche migliaia (3000) di manifestanti pro-governo e legati ad Ennahdha e altre fazioni islamiste, che ieri hanno avuto anche il coraggio di scendere in piazza al fianco del Ministero degli Interni, nel mal riuscito e meschino tentativo di deturnare il dibattito pubblico scandendo slogan contro la Francia.

Il segno della vittoria di Besma, già in strada dopo poche ore dall’assassinio di Belaid, che sia da monito alla transizione democratica degli islamisti a stelle e strisce, e dei fascisti verdi delle petrol-monarchie.

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DOMANDA: vostro marito Chokri Belaid, segretario generale del Partito dei Patrioti Democratici Uniti, è stato assassinato questa mattina mentre usciva dalla vostra abitazione. Si sentiva minacciato in questo periodo?

RISPOSTA: certo, era sempre minacciato, riceveva minacce da ben quattro mesi:su facebook, al telefono. Alcuni responsabili politici lo avevano avvisato avvertendolo della gravità della situazione.

D: secondo lei perché è stato preso di mira?

R: perché divulgava informazioni per far sapere le verità del suo paese; non voleva che tali informazioni venissero nascoste al popolo tunisino. In questo paese ci sono alcune persone messe in sicurezza e altre, come mio marito, uccise alle 8 di mattina in mezzo alla strada, davanti a tutti con quattro colpi sparati alla testa e al cuore in modo che non si potesse più muovere.

D: quando parla di “alcune persone”, si riferisce al partito islamista al potere?

R: si esattamente, parlo proprio del partito islamista Ennahdha che è al potere. Ci sono due correnti all’interno del partito, quella fuori dal potere che continuava a dichiarare pubblicamente, dentro le moschee, la morte di mio marito e l’altra, costituita dal ministero degli interni che avrebbe dovuto garantire la sicurezza ad un leader politico. Accuso Ennahdha di essere responsabile dell’omicidio.

D:come vi spiegate che malgrado le minacce esplicite il governo non abbia protetto vostro marito?

R: non sono io che devo rispondere a queste domande!

D:quindi lei sta affermando che al governo andava bene che suo marito non fosse protetto?

R: certo. Andava bene al partito Ennahdha. Loro vogliono uccidere chi dice la verità, vogliono uccidere la democrazia, vogliono affondare la popolazione nella violenza.

D: domani è stato chiesto uno sciopero nazionale da quattro partiti dell’opposizione, questa sera lei chiederà la fine del governo?

R: io lo spero, io spero nella fine del governo.

D: oggi, a due anni dall’inizio della primavera araba, lei può dire di rimpiangere Ben Ali?

R: ah no, io non rimpiango assolutamente Ben Ali perché è a causa sua che ora ci troviamo in questa situazione, io ora aspetto, chiedo solo la democrazia. Ora siamo qui(siamo contro questo governo) perché questo potere è lontano dalla democrazia, è un potere che non conosce il dialogo.

D: potete affermare che vostro marito è morto per la democrazia?

R:certo, mio marito è morto per il paese. E’ morto per la democrazia, lui stava instaurando la democrazia.

D: stiamo assistendo ad un ritorno della violenza nelle strade in Tunisia, volete mandare un messaggio agli oppositori che stasera scenderanno a manifestare per la morte di suo marito?

R: voglio dire a tutti di essere uniti per evitare che il potere vinca. Uniti contro questa espressione di violenza.

D:domani andrete a manifestare signora Khalfaoui?

R: oggi sono scesa a manifestare, perche mio marito avrebbe fatto la stessa cosa. Domani farò lo stesso, scenderò di nuovo nelle strade. Io e i suoi compagni continueremo in nostro percorso. Non smetteremo mai di parlare. Ci saranno 1000 Chokri Belaid.

Chokri Belaid: un omaggio dal FPLP ad un compagno ammazzato

6 febbraio 2013 4 commenti

Il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina saluta il compagno Chokri Belaid, assassinato oggi in Tunisia

Prosegue l’incredibile giornata di rabbia in Tunisia,
dalla costa alle principali via della capitale, alle zone delle miniere di fosfati:
è esploso tutto, contro Ennahda, subito dopo che il corpo di Chokri è caduto a terra, pare colpito da 4 colpi, almeno ad ascoltare le testimonianze.
Questo un omaggio giunto ora dalla Palestina, come a migliaia ne arrivano da ogni parte del mondo arabo e non.
Non un “esponente laico” come le nostre televisioni lo stanno descrivendo,
ma un compagno, un avvocato militante delle organizzazioni della sinistra rivoluzionaria tunisina.
Almeno tacessero cristo santo, loro e la loro terminologia che cerca di trattarci da idioti.
CIAO CHOKRI, A PUGNO CHIUSO E CON LA RABBIA NEL CUORE.

La Tunisia brucia, dopo l’assassinio di Chokri Belaid

6 febbraio 2013 3 commenti

Tunisi, Gafsa, Béja, Sidi Bouziz, Sousa

Pagherete caro!

non c’è sede del partito Ennahda in Tunisia che non è presa d’assalto proprio in questi minuti.
Le tonnellate di immagini che arrivano fanno capire a che livello di collera si è arrivati per le strade tunisine e quanto sia forte la determinazione di chi sta scendendo sui marciapiedi ora,
cercando di lasciarsi alle spalle solo un po’ di macerie delle sedi dove son riusciti ad entrare fino ad ora,
dopo l’assassinio di Chokri Belaid, compagno tra i leader del Fronte popolare tunisino ( su questa pagina di Infoaut trovate molte informazioni su di lui e sulle modalità del suo assassinio, avvenuto questa mattina.

Dopo gli assalti e la distruzione di molte sedi di Ennahda, sono iniziate le cariche e il fitto lancio di lacrimogeni contro i manifestanti, davanti al ministero dell’Interno, dove in una manciata di minuti si son radunati già in più di 5000 persone.
L’urlo è unico ed immenso: Dégage!
Proviamo a rimanere aggiornati.

AGGIORNAMENTI ORE 15.45:
anche l’ambulanza con il suo corpo ha faticato a passare tra i cordoni di polizia schierata e i lacrimogeni… il solo modo che lo Stato tunisino aveva di salutare Choukri.
Ma la pagheranno cara.
Le immagini che arrivano fanno vedere una grande folla che cerca di salutare Choukri, e la polizia che mira all’ambulanza con i lacrimogeni, difficile aggiungere parole.
Nel frattempo il Fronte come molte altre organizzazioni chiamano allo sciopero generale.
ECCO IL VIDEO CON I LACRIMOGENI SUL CORTEO FUNEBRE E L’AMBULANZA

16:30 Hamma Hammami, esponente storico della sinistra comunista tunisina lancia appunto lo sciopero generale per la giornata di domani: “NON ABBIAM PAURA DELLA MORTE”
ORE 17.20: La capitale si sta riempiendo di barricate, proseguono gli scontri davanti al ministero dell’interno e nelle vie limitrofe.
ORE 19: (da INFOAUT La collera non si placa in Tunisia. Le manifestazioni continuano in tutto il paese puntando dapprima sulle sedi del partito Ennadha per darle alle fiamme, e poi verso le questure. Sembra che a Gafsa il ministero degli interni abbia dato l’ordine alle autorità cittadine di liberare tutti i dormitori pubblici per dare spazio ai nuovi plotoni di poliziotti. A Tunisi gli scontri scoppiati nel centro, dopo la grave provocazione poliziesca contro il corteo di saluto e l’ambulanza che portava la salma di Chokri Belaid, si sono diffusi nel resto della città. Barricate in fiamme, lacrimogeni, lanci di pietre e manganelli continuano a contendersi il territorio, mentre secondo la pagina facebook ufficiale dell’UGTT la polizia ha tentato di sfondare le porte della centrale sindacale. Stessa sorte per Tanit Press, agenzia stampa, i cui locali sono stati oggetto di lanci di lacrimogeni e i giornalisti aggrediti dai celerini. Il Fronte Popolare Tunisino si è dimesso ufficialmente dall’Assemblea Nazionale Costituente, e sembra che anche tutti gli altri partiti d’opposizione abbiano annunciato le dimissioni dei propri rappresentanti. E la crisi istituzionale più profonda che la Tunisia post-elezioni(farsa) abbia conosciuto. Intanto in rete sta circolando in video dove vengono ripresi alcuni esponenti di fazioni islamiste radicali declamare la condanna a morte contro Chokri Belaid, considerato un comunista e nemico dei loro progetti
Ecco il video:

Un omaggio del FPLP: QUI

La rivoluzione in Tunisia vuole ricominciare: “Via la nuova dittatura, ci vuole una nuova rivoluzione”

9 aprile 2012 1 commento

A tutti coloro che evitano di parlare delle “primavere arabe”,
a tutti coloro che lo fanno strumentalmente parlando solo di Libia e Siria per cercare di convincerci che ci sia per forza la mano occulta imperialista dietro a chi alza la testa,
a tutti coloro che si sentono proprietari della rivoluzione, intrisi di occidente becero, pronti a dare dei salafiti, come dei sionisti, a chiunque ci metta la faccia e il cuore per cercare di capire i cambiamenti del Nord Africa e del Medioriente,
a tutti coloro che si schierano con gli Hezbollah per difendere Assad, parlando di “asse del bene”  usando gli stessi linguaggi e criteri geopolitici del dipartimento di stato americano,
a tutti coloro che attaccano chi scende in piazza dandogli dei pericolosissimi Fratelli Musulmani sunniti,
prendendo le loro parole dalle componenti sciite ( mamma mia si arriva anche a questo in Italia) senza nemmeno conoscere le varie componenti che da mesi e mesi riempiono le piazze arabe, da Tunisi a Manama…

leggete quel che accade nelle strade di Tunisi,
leggete come siamo solo all’inizio.
Leggete e capite quanto c’è da imparare ed amare nei giovani maghrebini e mashreqini che scendono in piazza
sfidando qualunque tipo di repressione.
LUNGA VITA ALLE RIVOLUZIONI CHE SI AFFACCIANO PER LE STRADE DEL MONDO,
E CHE COMBATTONO CONTRO TUTTO E TUTTI, PER LA LIBERTA’…quella vera.
Ringrazio Infoaut per l’articolo e per gli aggiornamenti che seguiranno:

Duri scontri nel centro di Tunisi tra manifestanti e polizia che sta facendo ampio uso di lacrimogeni caricando un partecipatissimo corteo. Sembra che alcuni militanti del sindacato UGTT ed esponenti della società civile e dei partiti della sinistra radicale (come Hamma Hammami del Partito dei lavoratori tunisini) siano stati selvaggiamente pestati e poi arrestati. Alle 10am l’appuntamento era sull’Avenue Mohamed V con l’obiettivo di dirigersi verso l’Avenue Bourguiba interdetta alle manifestazioni da un provvedimento imposto dal Ministero degli Interni. Quest’ultimo approfittando dello show architettato lo scorso 28 marzo dalle fazioni salafite nel centro della città aveva promulgato il divieto a manifestare sull’Avenue Bourguiba, decisione contestata dai movimenti di lotta che fin da subito hanno tentato di respingere la provocazione congiunta di salafiti e polizia

Sabato 7 aprile un grande presidio organizzato dal Coordinamento dei Diplomati Disoccupati era stato attaccato dalle forze dell’ordine che a suon di manganellate e lacrimogeni erano riusciti a scacciare dal centro (dopo una lunga resistenza) i disoccupati in lotta. E da settimane andava avanti la repressione contro l’associazione dei martiri e dei feriti della rivoluzione che più volte hanno tentato di avvicinarsi al Ministero dei Diritti dell’Uomo per far sentire le proprie ragioni contro un ministro che da quando si è insediato, al di là di qualche futile sortita mediatica, ha risposto ordinando pestaggi e provocazioni poliziesche contro l’associazione.

Insomma la misura era colma per la piazza di Tunisi che in queste ore è tornata a battersi gridando “ il popolo vuole la caduta del regime!”, “viva la Tunisia, viva i Martiri”, “no alla nuova dittatura, ci vuole una nuova rivoluzione”. Ma lo slogan che oggi assume un valoretunis_2 davvero importante per la Tunisia post Ben Ali è quello che recita: “il popolo tunisino è un popolo indipendente, noi non vogliamo né il Qatar né gli USA!”, il 9 aprile è infatti la data che ricorda i martiri tunisini della lotta anti-coloniale contro i francesi, una data dai fortissimi lineamenti politici che oggi viene intelligentemente curvata dal movimento tunisino contro quei paesi che tramite politiche di debito e investimento (orientato verso le lobby affaristiche delle fazioni islamiste più o meno moderate) stanno tentando di scippare la rivoluzione alla Tunisia alle prese con un fragile termidoro islamista.

In questi minuti apprendiamo che gli scontri si stanno allargando anche ai quartieri limitrofi del centro di Tunisi con il proletariato giovanile della zona impegnato a dare manforte come sempre al movimento rivoluzionario. E’ la stessa piazza che solo un anno fa ha imposto il “game over” al rais Ben Ali e che ora torna a muoversi per staccare direttamente la spina a quella macchina perversa di un regime che tramite elezioni farsa e vesti moderate islamiste credeva di poter ricominciare a rapinare impunemente il popolo tunisino. Il 9 aprile in Tunisia non è più da oggi una ricorrenza retorica ma sta divenendo barricata su barricata, pietra su pietra, slogan dopo slogan una giornata della rivoluzione, della nostra rivoluzione globale contro l’1% del vecchio regime…

Seguiranno aggiornamenti… intanto ci uniamo allo slogan “Tahya Tunes”, “Forza Tunisia” con l’augurio che sia l’inizio della fine di questo breve termidoro!

 

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