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I metronotte difendono la parata militare: realtà batte finzione
Devo dire che le barzellette ormai non son più all’altezza: la realtà supera qualunque finzione ed immaginazione.
Oggi è 2 giugno: i tricolori, la patria, le frecce, i carriarmatini (ah no, quest’anno si risparmia sui mezzi pesanti), i pennacchi e le divise. Chiunque sia il presidente di turno, nano o meno nano, la retorica patriottica e militarista oggi arriva al suo apice annuale: son tirati a lucido, petti da pollai in fuori e tronfi, miliardi e miliardi buttati per una ridicola dimostrazione di forza armata, passo dell’oca e fanfare.

Al passaggio del Battaglione San Marco lo speaker ha detto: “Rivolgiamo il nostro saluto ai due marò”. PRRRRRR!!
Lo schifo supremo che ogni anno si ripete.
Ma parlavamo di barzellette, appunto.
Bhè oggi ci siam proprio superati: e mica per il lungo applauso commosso per i Marò. No, quello lo davamo per scontato.
Che aspiranti assassini difendano emozionati degli assassini mi sembra naturale, può passare in secondo piano.
Invece… facciamocela insieme questa risata:
Il ministero della Difesa ha appaltato ai metronotte (ai metronotte oh!) la sicurezza di tutta sta pupazzata di parata: 1 milione e 800mila euro.
1 milione e 800mila euro che il ministero della Difesa sborza a privati per la sicurezza dei nostri soldatini e del loro pubblico sventolante tricolore.
“la parata all’insegna della sobrietà” “niente mezzi pesanti per risparmiare”… e poi c’è st’appalto straordinario e pure un po’ ridicolo,
come se niente fosse.
Playmobil privati in difesa di esercito, polizia, carabinieri e ogni divisa immaginabile per un numero complessivo di 3500 marcianti: siamo alla follia.
Frammenti di Oreste Scalzone, da Genova al 15 ottobre, passando per Matteo Renzi
12 anni bastano compagni.
Avete mai visto una rivoluzione, una sovversione, che continua a riprodursi per appuntamento, spettacolare.
Ce li organizza la società dello spettacolo, e noi appresso. Ogni volta s’è riprodotta così: chi faceva il pacifico, chi faceva il black bloc…ma fino a quando?Sappiamo già tutto, fino a quando andremo avanti?
Il 15 ottobre forse ha chiuso un cerchio.
[…]
La crescita, l’intergenerazionale…quelli del ’69, l’operaio comune eh, non io, Pifano, Curcio o Miliucci, ma quello delle canzoni di lotta continua: ha recuperato del reddito,no? ha mandato il figlio all’università? E mo si ritrova che fa da ammortizzatore sociale.
Pulisce il culo dei bambini, tiene in casa la nuora o il genero , c’ha già i genitori con l’Alzheimer (perché è l’aumento della speranza di vita dopo i 75 anni) aspetta di avercelo lui e gli dicono pure che ha rubato il futuro a quella faccia da cazzo di Matteo Renzi.
Come si fa a non amarlo?
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