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Posts Tagged ‘manifesto’

Nikos ha vinto: SOLO LA LOTTA PAGA

10 dicembre 2014 5 commenti

Sono emozionata nello scrivere queste righe perchè sinceramente la vedevo nera, lo ammetto, soprattutto dopo le parole della corte suprema di ieri che rigettava l’appello presentato dal suo avvocato:

Il piantonamento di questi giorni davanti alla sua stanza d’ospedale

non mi sembrava una situazione con una semplice possibilità di uscirne vittoriosi, quindi vivi.
Nikos Romanos ha fatto capire la sua enorme determinazione dal primo istante e il governo greco sembrava fottersene totalmente e spudoratamente, senza lasciare a lui altra opzione che un proseguimento dello sciopero della fame e poi della seta ormai ai limiti della sopravvivenza.

Nikos invece ha vinto, ha ottenuto i permessi studio con un emendamento votato in extremis oggi dal parlamento greco: 6 mesi di e-learning e poi braccialetto elettronico per poter seguire i corsi all’università.
Una vittoria per lui, e per tutti i detenuti che vogliono accedere ai permessi studio: grazie Nikos, per la tua determinazione, per averci palesato ancora una volta che solo la lotta paga e paga anche bene!Ci racconta Petros Damianos (l’insegnante di Romanòs presso il carcere minorile di Avlonas)”Sono appena uscito dall’ospedale. La sua prima frase dopo la felicità. Signore Petros, che contattiamo la Facoltà, così non perdo il semestre”

Noi ti vorremmo libero,
fuori dal carcere, come tutti e tutte i compagni di prigionia!

Sapere che il tuo sciopero della fame è finito e che il tuo corpo potrà riprendersi rende il nostro cuore più leggero,
e il mio lo emoziona: hai strappato con ogni grammo del tuo corpo un pezzo della tua libertà e di quella di tutti i prigionieri!
Fino alla vittoria, Nikos…

LEGGI:
Solidarietà a Nikos
La corte suprema condanna a morte Nikos Romanos

P.S.: Vorrei ricordare a chi legge questo post che qui in Italia non sarebbe minimamente possibile ottenere quello che ha ottenuto Nikos. Per reati armati e politici che son quelli per cui lui è arrestato si sta in regimi di alta sorveglianza dove solitamente non sono ammessi più di 2 libri per volta. Figuriamoci recarsi in facoltà con un braccialetto elettronico: cose di altri mondi, comunque

La corte suprema condanna a morte Nikos

9 dicembre 2014 7 commenti

La Suprema Corte ha sentenziato la condanna a morte di un ragazzo di soli 21 anni,
che oggi è entrato nel trentesimo giorno di sciopero della fame e lei cui condizioni sono critiche in modo sempre più allarmante.
Una condanna a morte, perché Nikos Romanos, militante anarchico condannato a 16 anni per una rapina a mano armata, ha fatto capire che non smetterà la sua lotta,
anche dovesse esser l’ultima.

FUORI I COMPAGNI DALLE GALERE. LIBERTA’ PER NIKOS

A Nikos spirò un caro amico tra le braccia: e avevano solo 16 anni.
A Nikos lo stato greco uccise un amico con un proiettile regalato e immotivato e da quel giorno la sua vita cambiò per sempre:
fino a quell’arresto ridicolo, fino alla tortura, ai pestaggi, alla condanna grandissima
e ora a questo sciopero della fame solo per accedere ad un suo diritto:
lo studio.

Il suo avvocato, Frangiskos Ragousis, già parlava di poche speranze di successo con la Corte suprema e in effetti così è stato:
Nikos ha superato gli esami di ammissione all’università di Atene, come detenuto,
ma non potrà accedere allo studio e per ottenerlo sta andando incontro alla morte.

Tutta la solidarietà possibile a questo ragazzo,
la cui vita è stata distrutta dallo stato greco già nel 2008 con l’assassinio di Alexis,
Tutta la solidarietà a questo giovane combattente, perchè possa sentirla a tonnellate,
perché possa resistere. Resistere e ancora resistere.

DOLOFONOI!

AGGIORNAMENTI:
LA VITTORIA DI NIKOS

Alexis Grigoropoulous : 15 anni
Piccolo reportage da Atene
Non sparate sui nostri sogni
Un Natale asfissiante
Il sangue scorre e chiede vendetta
Contro Stato, Chiesa, esercito, polizia e democrazia
Merry crisis and a happy new fear
Atene, un anno dopo
Il suicidio di Savas
A Nikos

 

 

 

A Nikos, al martire che non deve diventare!

8 dicembre 2014 2 commenti

Ne è passato di tempo dall’assassinio di Alexis,
tanto che mi sembra impossibile sia volato così.

Foto di ORESTIS PANAGIOTOU: lo striscione recita ASSASSINI

Foto di ORESTIS PANAGIOTOU: lo striscione recita ASSASSINI

Perchè il mio ricordo ancora brucia in modo strano, sento ancora l’odore acre di lacrimogeni che mai avevo sentito prima,
sento ancora le palpitazioni per delle corse senza meta, in una città che non conoscevo e che mi accoglieva in modo schizofrenico:
facoltà, quartier, spazi e compagni che sembravamo conoscerci da sempre,
opliti, gas, fumi gialli e blu, camionette, manganelli, tanto tanto odio dalla parte opposta.

Quando mi ripenso nelle strade di Atene in battaglia penso a quella signora,
tutta pelliccia e pacchettini natalizi davanti alla carcassa del suo macchinone incendiato:
lei mi spiazzò più della pioggia di molotov che per giorni avevo davanti agli occhi e a cui non ero abituata.
Lei guardava la sua macchina dicendo “d’altronde, hanno ragione, quel ragazzo aveva solo 15anni”.
Già.
Solo 15 anni.

Accanto a lui, quando fu ucciso a freddo in quella simpatica piazzetta di Exarchia, senza alcuna ragione,
c’era Nikos, suo coetaneo, anche lui un giovane anarchico.
Lui ha visto morire Alexis davanti ai suoi occhi, un suo amico, un suo compagno,
uno che da quel giorno ha capito che indietro non si tornava più dopo quell’esperienza.
Probabilmente la sua vita sarebbe stata molto diversa senza quel 6dicembre: quel proiettile poteva centrare in pieno lui e invece prese il suo amico, che spirò immediatamente e tra le sue braccia.
Erano poco più che bambini, ma davanti a quel sangue, chi sopravvisse, non potè che iniziare un percorso rivoluzionario e contro lo Stato.

Il suo arresto, nel febbraio del 2013,  fu incredibile e indimenticabile, ne scrissi a riguardo un post quasi basito e silenzioso,
pubblicando il video di un’operazione di polizia che sembrava rivolta ad una cellula terroristica micidiale e invece portava in prigione un pugno di ragazzi appena maggiorenni.
Uno di loro era proprio Nikos, poi ripetutamente torturato e condannato a 16anni per una rapina in banca.
Il regime carcerario a cui è stato sottoposto dal primo istante è tra i più duri immaginabili

Nikos ora sta portando avanti una battaglia incredibile, dalla sua cella:
Una battaglia per il diritto allo studio, da prigionieri, a lui costantemente negato, malgrado abbia superato con successo i test d’ingresso all’università.

E’ in sciopero della fame dal 10 novembre: tra due giorni è un mese..
Già ricoverato da un po’ nel repartino detentivo dell’ospedale di Gennimatàs, le sue condizioni stanno velocemente peggiorando e rischiano di diventare irreversibili: lo sciopero della fame ti mangia dentro e nemmeno troppo lentamente.
Si rischia, anche prima del mese, un blocco renale e quindi un successivo blocco cardiocircolatorio: la situazione di Nikos è gravissima, il suo corpo di 21enne prigioniero sta iniziando ad arrancare in questa battaglia.
Però andrà avanti, questo è chiaro a tutti: anche a chi da giorni sta affrontando lo stato greco e i suoi armamenti per portare tra le strade tutta la solidarietà possibile, per fare in modo che arrivi fino al terzo piano di quell’ospedale.
Per fargli capire che non vogliamo martiri,
Che c’è bisogno di lui, che deve resistere, che deve rimaner vivo per poter continuare a lottare con noi,
nel ricordo del suo amico,
Alexis, compagno di tutti noi.

Resisti Nikos, ti vogliamo vivo,
ti vogliamo fuori,
ti vogliamo ancora a masticare asfalto in faccia allo Stato.
Nessun martire, nessun eroe: tutti e tutte, gomito a gomito, passo dopo passo.

Un messaggio da una manciata di mamme per te, Nikos
Caro Nikos, siamo con te. Resisti.
Non regalargli la tua vita. E’ quello che vogliono. Possono cancellarla un attimo dopo.
Non temono la tua morte. Temono che tu resti in vita a testimoniare.
Resisti, Nikos
La madre di Dax, ucciso da fascisti a Milano il 16 marzo 2003
La madre di Renato, ucciso da fascisti a Roma il 27 agosto 2006
La madre di Carlo, ucciso dallo Stato italiano a Genova il 20 luglio 2001
Le figlie di Pino Pinelli, ucciso dallo Stato italiano a Milano il 15 dicembre 1969
La sorella di Iaio, ucciso insieme a Fausto da ignoti (fascisti + servizi deviati) a Milano il 18 marzo 1978.
Cristina, mamma di Mattia, No Tav, incarcerato per terrorismo

Alexis Grigoropoulous : 15 anni
Piccolo reportage da Atene
Non sparate sui nostri sogni
Un Natale asfissiante
Il sangue scorre e chiede vendetta
Contro Stato, Chiesa, esercito, polizia e democrazia
Merry crisis and a happy new fear
Atene, un anno dopo

Ad Alexis Grigoropoulous, che non dimenticheremo mai!

6 dicembre 2012 5 commenti

4 anni fa veniva assassinato a freddo un ragazzo di 15 anni,
colpevole probabilmente di stare in una piazzetta “a frequentazione anarchica”.
Ucciso, dal piombo della polizia greca, ucciso a 15 anni.
La città esplose in una lunga battaglia durata tre settimana, che giorno e notte ha visto università, quartieri popolari e periferie battersi contro lo stato con ogni mezzo possibile.

vi lascio un po’ di link di quello che ho vissuto in quelle giornate,
respirando i gas lacrimogeni dei MAT e vivendo le lunghe notti del politecnico.
Con il cuore ancora tra quelle strade, e sugli occhi dolci di un 15enne ammazzato a freddo.

Alexis Grigoropoulous : 15 anni
Piccolo reportage da Atene
Non sparate sui nostri sogni
Un Natale asfissiante
Il sangue scorre e chiede vendetta
Contro Stato, Chiesa, esercito, polizia e democrazia
Merry crisis and a happy new fear
Atene, un anno dopo

MPATSI GOURUNIA DOLOFONOI!
SE BRUCIANO LE CITTA’ CRESCONO I FIORI!

” We do not Forget, We do not Forgive, We are going on…the ghost of December is always here, Solidarity, Self-Organisation, Direct Democracy, Newspaper Drasi”

 

” The State continues assassinating, destroying everything – We struggle for everything, Authoritarian Movement of Athens (AK)”

 

” A Ghost is looming above the city” Thursday 6/12 March 10:30 on Democracy Avenue, Anarchists by the Schools of Agioi Anargyroi and Kamatero.”

 

” We do nto Forget we do not forgive, Local march in  St Tryfon Square, Terpsithea” (Glyfada: South Athens)

 

 

“We do not forget, We do not forgive, We go forward” March in Agios Dimitris Square,  Antifascists of Arta”

 

“Discussion-Event about December 2008 in Samos”

 

“Did you forget? We do not forget, murderers in uniform killed Alexis” poster from Chios

MANIFESTAZIONE NAZIONE CONTRO LE LOGICHE SECURITARIE, PER L’AUTOGESTIONE E GLI SPAZI SOCIALI

16 febbraio 2009 Lascia un commento

n1606758765_30148972_9836Le mani moleste della Proprietà e del Controllo sono in grande attività: Trasformano la salute in un affare per imprenditori
Ci raccontano che la migliore cura è l’espulsione
Cancellano l’edilizia popolare e trasformano in merce i bisogni
Negano i diritti, la solidarietà Per salvaguardare i loro loschi affari
ingabbiano la cultura, cacciano le persone, cancellano la storia
In città ridotte a macchine per fare soldi, vogliamo liberare spazi, luoghi in cui stare e tempi da attraversare
Con la forza dei nostri desideri e con le armi della solidarietà vogliamo sconfiggere l’ossessione di controllo di chi nega il diritto all’esistenza e l’avidità di chi trasforma la conoscenza in un lusso
Per la salvaguardia e l’ampliamento dei diritti, contro la meschinità del razzismo di governo e contro la cementificazione delle città e delle menti

             28 febbraio
MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LE LOGICHE SECURITARIE, PER L’AUTOGESTIONE E GLI SPAZI SOCIALI
    ——– Milano ore 15 piazza XXIV maggio ——–

       _LE COMPAGNE E I COMPAGNI DI MILANO_

MILANO IN PIAZZA CONTRO LO SGOMBERO DI IERI

24 gennaio 2009 Lascia un commento

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HANNO GIUSTIZIATO IPPOCRATE, di Vittorio Arrigoni

12 gennaio 2009 1 commento

DA IL MANIFESTO del 10 GENNAIO 2009
A FIRMA DI VIK, VITTORIO ARRIGONI:
A Gaza, un plotone di esecuzione ha messo al muro Ippocrate, ha puntato e fatto fuoco. Le allucinanti dichiarazioni di un portavoce dei servizi segreti israeliani secondo cui l’esercito ha ottenuto via libera a sparare sulle ambulanze perché a bordo presenti presunti membri della resistenza palestinese, danno il quadro di che valore dà alla vita Israele in questi giorni, le vite dei nemici, s’intende. Vale la pena ripassare cosa dichiara il giuramento di Ippocrate,

Gaza _clinica mobile bombardata_

Gaza _clinica mobile bombardata_

a cui è tenuto ogni medico prima di iniziare a esercitare la professione, in particolare questi passi: “Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro: di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento; di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica”. Sono sette fra i dottori e infermieri volontari i camici bianchi uccisi dall’inizio della campagna di bombardamenti, una decina le ambulanze colpite dall’artiglieria israeliana. I sopravvissuti tremano di paura, ma non si tirano indietro. I lampeggianti cremisi delle ambulanze sono gli unici squarci di luce lungo le strade nelle notti oscure di Gaza, esclusi i lampi che precedono le esplosioni. Riguardo a questi crimini, l’ultima denuncia è partita da Pierre Wettach, capo della Croce Rossa a Gaza; le sue ambulanze sono potute accorrere sul luogo di un massacro, a Zaiton, est di Gaza city, solo dopo 24 ore dall’attacco israeliano. I soccorritori dichiarano di essersi trovati dinnanzi uno scenario raccapricciante: “quattro bambini piccoli vicini ai corpi senza vita delle loro madri in una delle case. Erano troppo deboli per tenersi in piedi. E’ stato trovato vivo anche un uomo, anche lui troppo debole per tenersi in piedi.

Gaza _le corsie degli ospedali_

Gaza _le corsie degli ospedali_

In tutto sui materassi giacevano 12 corpi”. I testimoni di questa ennesima carneficina raccontano come i soldati israeliani, penetrati nel quartiere, hanno radunato le decine di membri della famiglia Al Samouni in un solo edificio e poi lo hanno ripetutamente bombardato. Con i miei compagni dell’ISM sono giorni che giriamo sulle ambulanze della mezzaluna rossa, abbiamo subito molteplici attacchi e perso un caro amico, Arafa, colpito in pieno da un colpo di obice sparato da un carro armato. Altri tre paramedici nostri amici rimangono ricoverati negli ospedali dove fino a ieri lavoravano. Sulle ambulanze il nostro dovere è raccogliere feriti, non accogliere a bordo guerriglieri. E quando troviamo riverso per strada un uomo ridotto una poltiglia di sangue, non si ha il tempo di controllare i suoi documenti, chiedergli se parteggia per hamas o fatah. Anche perchè quasi sempre i feriti non rispondono, come i morti. Alcuni giorni fa caricando un ferito grave ha cercato contemporaneamente di salire sull’ambulanza anche un altro uomo, ferito in maniera lieve. Lo abbiamo spintonato fuori, proprio perché sia chiaro a chi ci spia dal cielo che non fungiamo da taxi per il trasporto di membri della resistenza, bensì accogliamo sopra le nostre ambulanze solo feriti gravi, il cui rifornimento da parte di Israele non cessa un istante.

Gaza _militanti di Hamas?_

Gaza _militanti di Hamas?_

La notte scorsa è arrivata all’ospedale Al Quds di Gaza City Miriam, 17 anni, in preda alle doglie. Al mattino erano passati nello stesso ospedale suo padre e sua cognata, entrambi cadaveri, vittime di uno dei tanti bombardamenti indiscriminati. Durante la notte Miriam a partorito un bel bimbo, inconsapevole del fatto che mentre lei si trovava in salo parto, un piano più in basso, all’obitorio era giunto anche il giovane marito. Alla fine persino le Nazioni Unite si sono accorte che qui a Gaza siamo come tutti immersi nello stesso catino, bersagli mobili per ogni cecchino. Siamo arrivati a quota 789 vittime, 3300 i feriti, 410 vertono in situazione critica, 230 i bambini uccisi, decine e decine i dispersi. Il computo delle vittime civile israeliane, fortunatamente, è fermo a quota 4. Per bocca di John Ging capo dell’Unrwa (Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi), le Nazioni Unite hanno annunciato di sospendere le loro attività umanitarie lungo la Striscia. Ho incrociato Ging negli uffici dell’agenzia di stampa Ramattan, e l’ho visto sdegnato agitare il suo indice accusatorio contro Israele dinnanzi alle telecamere. L’ONU cessa le sua attività a Gaza dopo che due dei suoi operatori sono stati uccisi ieri, beffa vuole durante le tre ore di una tregua che Israele ha annunciato e al suo solito non rispetta. “I civili di Gaza hanno a disposizione 3 ore al giorno per cercare di sopravvivere, i soldati israeliani le restanti 21 per cercare di sterminarli” ho sentito Ging dichiarare a due passi da me. Da Gerusalemme mi scrive Yasmine, moglie di uno dei numerosi giornalisti in fila al valico di Erez, giornalisti ai quali per chissà perchè Israele non concede il lasciapassare per venire qui a filmare e a raccontare l’immane catastrofe innaturale che da tredici giorni ha colpito. Queste le sue parole: “L’altro ieri sono andata a vedere Gaza dal di fuori. I giornalisti del mondo sono tutti ammucchiati su una collinetta di sabbia a un paio di km dal confine. Decine di telecamere che puntano verso di voi. Aeri che ci sorvolano, si sentono ma non si vedono, sembrano solo illusioni mentali finché non si vede il fumo nero salire all’ orizzonte, Gaza. La collina e’ diventata anche meta turistica per gli Israeliani di zona. idf-purim5Con grandi binocoli e macchine fotografiche vengono a vedere i bombardamenti dal vivo.” Mentre sto trascrivendo in fretta e furia questa mia corrispondenza una bomba cade nel palazzo a fianco a quello in cui mi trovo. I vetri tremano, le orecchie dolgono, mi affaccio dalla finestre e vedo che hanno colpito l’edificio dove sono raccolti i principali media arabi. E’ uno dei palazzi più alti di tutta Gaza city, l’Al Jaawhara building. Sul tetto tengono fissi una troupe con una telecamera, li vedo ora contorcersi tutti a terra, agitare le braccia invocando aiuto, avvolti da una cappa nera di fumo. Paramedici e giornalisti, le professioni più eroiche in questo spicchio di mondo. All’ospedale Al Shifa ieri sono andato a trovare Tamim, reporter sopravvissuto ad un bombardamento aereo. Mi ha spiegato come secondo lui Israele sta adottando le stesse identiche tecniche terroristiche di Al Al-Qaeda, bombarda un edificio, attende l’arrivo dei giornalisti e dei soccorsi, quindi fa cadere un’altra bomba che fa strage di quest’ultimi. Per questo motivo a suo avviso si sono registrate molte vittime fra i paramedici e i reporters, gli infermieri attorno al suo letto facevano cenni di consenso. Tamim mi ha mostrando sorridendo, i suoi moncherini. Ha perso le gambe, ma è felice d’ essersela cavata, il suo collega Mohammed è morto con in mano la macchina fotografica, la secondo esplosione lo ha ucciso. Nel frattempo mi sono informato sulla bomba appena caduta nel palazzo qui vicino, sono rimasti feriti due giornalisti, entrambi palestinesi, uno di Libyan tv l’altro di Dubai tv. Giusto un altro sonoro avvertimento da chi esige che questo massacro di vittime civili non venga in alcun modo raccontato. Non mi resta che augurarmi che nel quartier generale dei vertici militari israeliani non si legga Il Manifesto, ne vi siano affezionati visitatori del mio blog. Restiamo umani. Vik

Contro lo Stato, la chiesa, l’esercito, la polizia, la democrazia: Atene!

20 dicembre 2008 2 commenti

Foto di Valentina Perniciaro _Atene senza tempo_

Foto di Valentina Perniciaro _Atene senza tempo_

Una citta’ inevitabilmente senza tempo, perche’ anche gli orologi non hanno diritto ad esistere… il governo in crisi non sa bene come muoversi e per ora ha fatto sparire dalla vista i suoi reparti speciali.
Questa notte il concerto è andato bene, più di diecimila persone hanno riempito l’enorme piazza scandendo slogan rabbiosi tra un gruppo ed un altro, che hanno suonato dalle 17 alle 2 di notte.
Oggi sarà  la giornata contro gli assassini di Stato, che i compagni greci hanno chiesto di estendere in tutta Europa…
Da questa mattina la città è piena di mobilitazioni in diverse zone, anche periferiche… manifestazioni che in pomeriggio confluiranno nel centro della città, per poi partire in un corteo unitario dalle 21, dal quartiere di Exarchia, dove è stato ucciso il giovane Alexis, simbolo di questa rivolta che non vuole fermarsi, malgrado l’ormai chiara e palese assenza di energie. Oggi Atene si è svegliata un po’ impaurita…molti botteghini sono chiusi, non si respira certo l’aria dell’ultimo sabato prima del Natale. Provano a far finta di niente, a rimontare i vetri delle banche e dei 500 negozi distrutti, provano a far tornare la città

Foto di Valentina Perniciaro _madonne e macchine in fiamme

Foto di Valentina Perniciaro _madonne e macchine in fiamme

alla normalità, malgrado tutto sia ancora fumante, tutto puzza di gomma bruciata o di quelle fottute sostanze che sembrano rimanere nell’aria per giorni. Ieri sera al concerto ancora si sentivano nel naso, nei polmoni…ogni tanto arrivavano ventate insopportabili che sembrano fresche…e invece intorno è tutto tranquillo.
Surreale, surreale l’uso che stanno facendo degli armamenti antisommossa: granate assordanti, urticanti, paralizzanti…quando lanciano i CS è quasi da ringraziarli, perchè tutto il resto toglie proprio il respiro, l’orientamento, la capacità di tenersi in piedi sulle proprie gambe.
I reparti speciali del MAT sono armati in modo impressionante…ognuno ha con se decine di gas, compreso un fucile che a corta distanza riempie i corpi di una polvere insostenibile: il corpo a corpo è impossibile, anzi è da evitare, perchè si rischia di essere arrestati con molta facilità…le SAS inglesi chiamano quelle granate “incapacitanti”, ideali per una rivolta di piazza in cui si deve cercare di arrestare più attivisti possibile. Oggi sarà una lunga giornata…una lunga lunga giornata!

Foto di Valentina Perniciaro _Nazione Chiesa Guerra Esercito Stato Polizia

Foto di Valentina Perniciaro _Nazione Chiesa Guerra Esercito Stato Polizia

Infatti vi lascio, STO DROMOS, nella strada…che è il mio posto, l’unico dove mi sento a casa, l’unico dove desidero stare.
La strada rivoltosa, rabbiosa, capace di sognare e crederci…una piazza che non ha niente da perdere,
una generazione che è nata avendo perso già tutto: e che ora prova a strappare qualcosa al potere.
Qualcosa come la dignità, la libertà, si, proprio lei….la libertà!
Sperando di riportare la pelle a casa, anche questa volta.
A presto, inshallah

VIETATO VIETARE

14 agosto 2008 4 commenti

PIU’ POTERI AI GRANDI SINDACI DELLE NOSTRE CITTA’!LA SAGRA DELLA STUPIDITA’ UMANA E’ APERTA.
MA VIETARE AI GIORNALISTI DI SCRIVERE? VIETARE AL CORRIERE DELLA SERA CERTI SERVIZI?
VIETARE LA LETTURA DI STRONZATE, MAI??? 

Ecco l’elenco di alcuni divieti comparsi in alcune località italiane:

VENDITORI AMBULANTI: vietata la vendita abusiva di qualsiasi merce sulle spiagge. Multa 
da 250 euro a 1.500 euro. In diverse località, come Roma, Venezia, Firenze ed Alassio (Sv) è vietato trasportare merce in borsoni, sacchetti di plastica e simili. Multa da 25 euro a 250
ANIMALI – A Sirolo, in provincia di Ancona, è proibito l’ingresso di gatti e cani, anche con guinzaglio e museruola. Multa fino a 155 euro
MASSAGGI – Niente massaggi da personale ambulante sui litorali toscani e romagnoli. Multa da 2 mila euro a 10 mila
NUDISTI – A Ravenna no al nudismo, altrimenti si paga una sanzione fino a 102 euro
FUOCHI D’ARTIFICIO – A Positano non si possono sparare i fuochi d’artificio durante le feste private, ad esclusione del sabato. Multa da 50 euro a 500
PICCIONI – In diverse città italiane è vietato dare da mangiare ai piccioni. Multe da 50 euro a 500.
FONTANE – Vietato rinfrescarsi nelle fontane pubbliche. Multa da 50 euro a 500
CABINA – Non si può cucinare all’interno delle cabine da spiaggia. Il pranzo fai-da-te può costare fino a mille euro di multa
ASCIUGAMANI – È proibito prenotare il proprio posto in spiaggia lasciando l’asciugamano in terra. Multa fino a 1.000 euro
ZOCCOLI – Camminare con gli zoccoli è troppo rumoroso, per questo è stato vietato a Positano e Capri. Multa 50 euro
BANCHETTARE – Vietati i picnic in spiaggia o in strada a Positano, Ravello, Venezia, Capri, Firenze. Multa da 25 euro a 500
DECORO – In diverse località non si può camminare per strada senza maglietta o solo in bikini. Multa da 50 euro a 1.000
GIOCHI IN SPIAGGIA – No al calcio, bocce, racchettoni e altri giochi in spiaggia. Ad Eraclea, Venezia, è vietato anche costruire castelli di sabbia, perché ostruiscono il passaggio ai bagnanti e non si possono scavare buche. Multa da 25 euro a 250. In molte spiagge è vietato tuffarsi. Multa da 100 euro a 1.000. A Torino sono banditi dalle piscine pubbliche vandali, bulli e disturbatori
SPIAGGIA – È vietato occupare la fascia di 5 metri della battigia destinata al transito dei bagnanti e anche accendere fuochi. Multa da 100 euro a 1.000. Ad Eraclea, nel veneziano, non si possono raccogliere conchiglie e portare via la sabbia. Multa da 25 euro a 250. È proibito appropriarsi di relitti trovati in fondo al mare o sulla spiaggia. Multa fino a 1.032 euro
TAGLIARE L’ERBA – A Forte dei Marmi è vietato usare il tagliaerba nelle ore pomeridiane e nei weekend. Multa fino a 500 euro
SKATEBOARD – No agli skateboard nel centro storico di Viareggio. Multa da 25 euro a 500
ACCATTONAGGIO – Vietato chiedere l’elemosina, importunare i turisti, chiedere spiccioli ai passanti, in tutte le città d’Italia. Multa da 100 euro a 1.000
SOSTA NEI PARCHI – A Novara, vietato sostare in più di due persone nei parchi pubblici dopo le 23.30. Multa da 25 euro a 500
FUMO – Non si può fumare nei parchi giochi pubblici attrezzati per i bambini a Verona. Multa 50 euro. Divieto assoluto a Napoli e Bolzano. Multa da 25 euro a 500. Sigaretta bandita in in spiaggia a Is Aruttas (Oristano). Multa fino a 360 euro
EFFUSIONI AMOROSE – Anche un bacio è vietato nelle automobili a Eboli (Sa). Multa fino a 500 euro
PIERCING – A Bologna è vietato farsi un piercing «su parti anatomiche le cui funzionalità potrebbero essere compromesse». La multa non è ancora stata decisa
RISCIO’ – A Mintumo, Latina, non si possono usare i risciò a pedali sul lungomare nei fine settimana di luglio e in tutto il mese di agosto. Multa 500 euro
PROSTITUZIONE – Divieto di praticare l’attività su tutti il territorio comunale. Multe salate anche per i clienti
BIBITE E ALCOLICI – In alcune località sono vietate le bibite di vetro. Multa fino a 500 euro. Nel centro storico di Genova il divieto riguarda gli alcolici sia in bottiglia che in lattina . Multa fino a 360 euro. 
SOSTA – A Capri è vietato sedersi sulle scalette della famosa piazzetta. Multa 50 euro. A Genova non si può bivaccare nei vicoli del centro storico dalle 22 alle 6. Multa fino a 250 euro. A Voghera, nel pavese, non si può sostare sulle panchine e nei parchi pubblici, dopo le 23. A Viareggio, invece, è vietato appoggiare i piedi sulle panchine pubbliche in qualsiasi ora del giorno. Multa da 25 euro a 500 euro
FUNGHI E FRUTTI DI BOSCO – Vietato calpestare e danneggiare i funghi sui terreni pubblici dell’Alto Adige. SI rischia di pagare fino a 113 euro. Sul Monte Gran Paradiso è vietato raccogliere fragole, lamponi e mirtilli. Multa da 25 euro a 1.000
MUSICA – Sulla spiaggia, dalle 13 alle 16, bisogna tenere il volume basso della radio. La multa arriva fino a 1.000 euro
CARTELLI DIVIETI – Divieto di danneggiare o rubare i cartelli che recano messaggi di divieto. Multa da 77 euro a 428
AUTO E MOTO – Divieto di sosta sia per la auto che le moto nei pressi della spiaggia demaniale. Multa fino a 1.032 euro. In Emilia Romagna è vietato accedere con mezzi a motore nelle aree boschive. Multa salata: da 2.000 euro a 10.000
VOLANTINAGGIO – È vietato fare volantinaggio in spiaggia. Multa fino a 250 euro
BURQA – A Azzano Decimo (Pn), vietato alle donne musulmane girare per le vie del paese con indosso il tradizionale burqa
REDDITO MINIMO – Per richiedere la residenza a Cittadella (Padova), bisogna avere un reddito minimo di sopravvivenza di 5000 euro
LAVAVETRI – Divieto di intralciare in qualsiasi modo il traffico. Una misura per impedire che i lavavetri sulle strade. Multa 206 euro
ALIMENTI – Vietato vendere cibi crudi, nel periodo compreso tra il primo giugno e il 30 settembre, in Emilia Romagna. Multa fino a 206 euro
[CORRIERE DELLA SERA]
AH!DIMENTICAVO….a Trieste è vietato fotografare i bambini in piscina!

Ucciso sul lavoro!

25 giugno 2008 2 commenti

ALTRO MORTO ALLA CENTRALE ENEL DI CIVITAVECCHIA.

Oggi alla centrale Enel di Torre Valdaliga Nord (Civitavecchia), non si lavora.
Si sciopera. Otto ore.
Per un altro morto.
Stavolta è toccato ad un operaio di 24 anni, Ivan Ciffary, slovacco, dipendente della ditta Pichler, addetto al montaggio del nastro trasporto carbone. E’ precipitato da un altezza di 15-20 metri.
Non si sa

perchè.
Pochi mesi fa a Michele Cozzolino cadde un tubo innocenti sulla testa, ammazzandolo.

http://nomortilavoro.noblogs.org

BASTA CON QUESTI OMICIDI QUOTIDIANI.
BASTA CON LA DEFINIZIONE “MORTI BIANCHE”.
IL SANGUE DEL PROLETARIATO NON E’ BIANCO.

Ma quando inizieranno a morire i padroni?
IL LAVORO UCCIDE.LO SFRUTTAMENTO UCCIDE. SOLO LA LOTTA PAGA!

La strage quotidiana

12 giugno 2008 Lascia un commento

 

 

Nella giornata di ieri ci sono stati 9 morti sul lavoro.
Questa mattina un’altra donna s’è aggiunta al lungo elenco.
Il genocidio perpetrato dai padroni non si ferma.

E noi si continua a morire sul posto di lavoro, a rimaner schiacciati, 
asfissiati, incastrati, sommersi,
a volar giù dai ponteggi, a morire nelle stive, nelle cisterne, 
nelle acciaierie, sotto le ruspe.

FERMIAMO QUESTO GENOCIDIO.
E lo si può fermare solo prendendo coscienza, ricominciando a lottare
su tutti i posti di lavoro, ricominciando ad avere potere nelle mani, 
a sovvertire i rapporti di forza.

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