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Istanbul: la parola alla piazza. Diffondete!

2 giugno 2013 15 commenti

Un comunicato dalla piazza, serrata contro la violenza della polizia.
Chi sta vivendo su quelle strade quei momenti ed ha contribuito alla traduzione e condivisione di queste righe, mi racconta che è stato scritto con la lotta NoTav nel cuore,
e quindi con la speranza che quel movimento lo legga e lo faccia proprio.

Ieri, a Taksim

Seguite http://mustereklerimiz.org/

Se ne diranno di cose, su questi quattro giorni. Si scrivera’, si parlera’, si tracceranno grandiosi scenari politici.

Ma che cose e’ successo veramente?

La resistenza per il parco di Gezi ha infiammato la capacita’ di gente come noi di autorganizzarsi ed agire – e per accenderla e’ bastata una scintilla. Abbiamo visto il corpo della resistenza stendersi verso di noi lungo il pontre del Bosforo, abbiamo visto il suo coraggio mentre combatteva per respingere gli idranti su Istiklal; Abbiamo visto le sue braccia in tutti quelli che, piegati da un’orgia di lacrimogeni, lottavano per mettere i compagni in salvo; abbiamo visto il corpo della resistenza in ogni negoziante che ci ha offerto il cibo, in ogni dottore sceso in strada per soccorrerci, in tutti quelli che hanno aperto la casa ai feriti, nelle nonne rimaste sveglie alla finestra a sbattere pentole tutta la notte contro la repressione.
La polizia ci aveva dichiarato guerra – ma non e’ riuscita a spezzare quel corpo. Ha finito le scorte di lacrimogeni contro di noi, ci ha gassati nei tunnel della metro, e’ venuta di notte a darci fuoco nelle tende, ha usato i proiettili di gomma.

L’uso folle dei gas lacrimogeni, 1 giugno 2013, piazza Taksim, Istanbul

Ma era bastata una scintilla per accendere il corpo della resistenza, e ormai poteva solo continuare. E quel che rimane di tutte queste esperienze, di tutte le nostre storie quel che resta di tutte le nostre, sara’ la linfa per questo corpo, sara’ memoria collettiva. Ci seguira’ in altre resistenze ed altre battaglie, ripetendocelo ancora e ancora: possiamo scegliercelo noi, il nostro destino, agendo collettivamente. Possiamo sceglierci quale vita vivere – e in quale citta’ vogliamo viverla.

Gezi e’ stato un viaggio fatto di tenacia, creativita’, determinazione, e coscienza. Dal parco la resistenza ha travolto piazza Taksim, e da Piazza Taksim via verso il resto del paese, finche’ Gezi e’ diventato per tutti noi lo spazio in cui tirar fuori tutta la rabbia contro chiunque voglia imporci come vivere nella nostra citta’. Adesso che questa rabbia l’abbiamo vista, che questa solidarieta’ l’abbiamo assaggiata, niente sara’ piu’ come prima. Nessuno di noi sara’ piu’ lo stesso. Perche’ abbiamo scoperto qualcosa del nostro essere insieme che mai prima avevamo visto. E non l’abbiamo solo visto: l’abbiamo creato insieme. Ci siamo visti far partire una scintilla, accendere il corpo della resistenza e farlo camminare.

La lotta per il parco di Gezi ha fatto scattare la rivolta giovanile di almeno due generazioni cresciute sotto i governi autoritari di Recep Tayyip Erdoğan e le imposizioni dell’AKP.

The day after, stamattina

Sono i figli delle famiglie sfrattate da Tarlabaşı in nome della speculazione edilizia, sono gli operai licenziati in nome della privatizzazione, i precari schiacciati ogni giorno sotto la ruota del profitto. Le lotte a venire faranno tesoro di questa rabbia. Ma c’e’ molto di piu’. La resistenza per il parco di Gezi ha cambiato lo la stessa definizione di quel che chiamiamo spazio pubblico, perche’ la battaglia per il diritto a restare in piazza Taksim ha stracciato l’egemonia del vantaggio economico come regola morale. Ha respinto il piano di riqualificazione col quale l’AKP avrebbe voluto sconvolgere il ruolo sociale dei nostri spazi urbani, cambiare le regole di come viviamo la nostra citta’, e a quale prezzo, e con quale estetica. Recep Tayyip Erdoğan ha provato a imporci la sua idea di piazza, ma oggi quello che e’ piazza Taksim lo abbiamo deciso noi cittadini: Taksim e Gezi park sono i nostri spazi pubblici.

Questa invece è Ankara, sempre ieri

Abbiamo visto che basta una scintilla per accendere il corpo della resistenza. Adesso sappiamo che ci portiamo dietro altre scintille per altre nuove battaglie. Adesso sappiamo di cosa siamo capaci quando lottiamo collettivamente contro l’esproprio dei nostri beni perche’ abbiamo scoperto cosa si prova a resistere. Da qui non retrocediamo. Sappiamo che basta un momento perche una scintilla prenda fuoco – e di scintille ne abbiamo ancora tante.
Questo e’ soltanto l’inizio – la lotta continua!

Müştereklerimiz

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Verso l’ergastolo di Santo Stefano per l’ennesimo fiore ed urlo contro il “fine pena MAI”: yalla, se vi va

2 giugno 2013 2 commenti

Luigi Veronelli, enologo anarchico, voleva trasformare Santo Stefano e il suo cimitero nella sua Mecca,
un luogo simbolico dove far pellegrinaggio ogni anno, per compiere un passo in più verso la consapevolezza dell’ergastolo e quindi la sua abolizione. Bitch+I+m+Fabulous_a4ae8b_3413462
Noi ci stiamo provando, e quest’anno andremo a Ventotene e poi allo scoglio prigionieri di Santo Stefano per spolverare quella prigione, per curare un po’ le tombe rimaste in quel cimitero del Fine Pena Mai,
dove siamo riusciti a riposizionare qualche nome, sulle tombe semi distrutte, presenti in quel piccolo cimitero sull’isola.
Tombe scavate, costruite, curate per anni dagli stessi detenuti, consapevoli che proprio quella stessa terra li avrebbe ricoperti da morti, loro che morti già lo erano su carta.

E allora partiamo, saltiamo su un gommone, con i nostri fiori e la voglia di abbattere la tortura della prigionia eterna,
a salutare Bresci e i suoi compagni di prigionia e morte, a smuovere ancora quella terra che tiene segreta una sofferenza che riusciamo a malapena ad immaginare.
In nome dei 1500 ergastolani del nostro paese, 1000 dei quali destinati a crepare in cella perchè accanto ad ergastolo hanno ricevuto in dono anche la parola “ostativo”: perché anche loro abbiano il diritto ai numeri,
al conto alla rovescia verso il loro fine pena.

693d5-the_santo_stefano_bQui sotto l’appello per il viaggio di quest’anno con un po’ di istruzioni,
poi una carrellata di link sull’ergastolo e sulla nostra bella avventura di Liberidallergastolo,
che prosegue (dopo la splendida iniziativa al cinema Mexico di Milano) e vi aspetta.

Potete scrivere anche qui o al mio indirizzo mail baruda@hotmail.it per comunicarci la vostra presenza ( gli altri contatti son presenti a fine comunicato)

PORTA UN FIORE PER L’ABOLIZIONE DELL’ERGASTOLO
22 GIUGNO 2013
Viaggio al cimitero degli ergastolani nell’isola di S. Stefano (Ventotene)

Il 22 giugno 2013, in occasione della  giornata mondiale dell’ONU contro la tortura, ritorneremo al cimitero degli ergastolani dell’isola di Santo Stefano (Ventotene), attiguo al vecchio carcere borbonico. Un luogo simbolico da vedere e far vedere  perché racconta in modo emblematico, con le sue 47 tombe, non solo la spietatezza dell’esclusione degli ergastolani dal consorzio umano anche dopo morti, ma soprattutto ciò che oggi è l’ergastolo.
La mattina del 22 attraverseremo il mare che separa Ventotene dall’isola di Santo Stefano per visitare il carcere guidati da Salvatore dell’associazione Terra Maris che ce ne illustrerà la storia.

Adotta il logo contro l’ergastolo sul tuo sito/ bacheca / blog / negozio / cruscotto / bar preferito / vicolo / banco di scuola etc etc

Cammineremo poi verso il cimitero per ricordare, portando dei fiori, l’appartenenza alla comunità umana  delle persone che lì sono sepolte, e di tutti coloro che si spengono socialmente e muoiono fisicamente all’ergastolo.
Per il pomeriggio sera stiamo cercando di organizzare altri due momenti da poter condividere:
Una visita alle Cisterne romane di Ventotene dette “dei carcerati”, dove vissero reclusi per volere di  Ferdinando IV di Borbone, cento forzati, che lavoravano sull’isola e che intervennero con pitture murali, disegni e graffiti sulle pareti di queste particolarissime celle.
Un incontro aperto alla cittadinanza (nella piazzetta antistante le Cisterne)  per proiettare i filmati che documentano il viaggio del 2012. Illustrare il progetto “liberi dall’ergastolo”. E raccogliere riflessioni, idee sull’esperienza in corso e l’immaginario che essa ci apre.

Istruzioni per organizzare in autonomia il viaggio:
Per arrivare a Ventotene si parte da Formia o con traghetto o con aliscafo.
Alcuni di noi saranno a Ventotene già venerdì 21 giungo.
Chi decide di arrivare direttamente sabato mattina può prendere il traghetto da Formia delle ore 9,15. L’appuntamento per tutti è all’arrivo di questo traghetto al porticciolo di Ventotene alle ore 11,15. Per prenotare il pernottamento bisogna rivolgersi alle varie agenzie di Ventotene, lo scorso anno abbiamo utilizzato l’agenzia Bentilem 0771 85365. Per comunicare la propria adesione e per informazioni scrivere a:
assliberarsi@tiscali.it;
nicovalentino@tiscali.it;
baruda@hotmail.it.
Per informazioni e immagini sui precedenti viaggi e sul progetto “liberi dall’ergastolo”:    liberidallergastolo.wordpress.com 

 

Sull’ergastolo leggi:
Adotta il logo contro l’ergastolo!!
L’ergastolo e le farfalle
Un fiore ai 47 corpi
Aboliamo l’ergastolo
Gli stati modificati della/nella reclusione
Il cantore della prigionia
Piccoli passi nel carcere di Santo Stefano, contro l’ergastolo
La lettera scarlatta e la libertà condizionale
Perpetuitè
Il 41 bis: se questo è un uomo

 

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