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Nazifascisti, complotti e rivendicazioni: poveri noi!
Vivessi ancora la vita di prima, dove il blog era comunque un compagno quotidiano,
questa cosa l’avrei scritta al momento, a caldo, quando lo sconcerto si è presentato dentro di me.
Parlo di Alba Dorata, dei due nazifascisti uccisi a pistolettate qualche settimana fa, il cui video dell’esecuzione è subito girato online.
Mi correggo: non parlo di loro, non parlo nemmeno di chi l’ha lasciati a terra, ma di chi, davanti alle immagini dell’azione ha immediatamente commentato con “no oh, non possono essere stati i compagni”
“no oh barù ma le hai viste le immagini? quelli so’ sicuro dei servizi”
Basita.
Non capisco perchè riconosciamo i compagni solo se son cadaveri ammazzati da Stato e/o fascisti,
riconosciamo i compagni solo quando sono massacrati di botte, riconosciamo i compagni pure quando hanno le sembianze da democristiani,
poi però davanti ad un’azione del genere,
tutti i tromboni dell’antifascismo sparano al volo “so’ i servizi”, “azione militare”, “strategia della tensione”
Non se ne può più, il vittimismo sta maciullando le sinapsi,
i neuroni arrancano sui lividi che ci piace avere, sul sangue che sempre noi perdiamo:
non sappiamo più pensarla la vendetta, non sappiamo più immaginare che qualcuno davanti ad un compagno ucciso, davanti allo sfruttamento,
davanti a ‘sta vita di merda faccia … PUM.
Per forza il complotto, per forza i servizi, per forza “oddio oddio no, noi siamo buoni” “vedi che la rivendicazione non c’è?! che vuoi di più chiaro per capire che è una provocazione di Stato?!”
Siamo più propensi a pensare che i fascisti si pistolettino l’un l’altro piuttosto che immaginare compagni incazzati che vendicano il sangue del loro sangue.
L’antifascismo è diventato un piagnisteo retorico, attaccato con le unghie ad una Costituzione che…
ma scusate, ma che ce ne fotte a noi della Costituzione?
non dovevamo distruggere tutto?
Tenetevi la costituzione e i complotti, tenetevi la tessera dell’anpi, il fazzoletto al collo e la retorica vittimaria:
noi intanto ci leggiamo queste 18 pagine di rivendicazione. OH!
Vi lascio con le parole di Franco Senia, che mi hanno strappato un sorriso (e non è facile questo periodo) e dove trovate anche il link della rivendicazione, in lingua originale.
Alla fine, la rivendicazione è arrivata, a ricordare – con le parole di Buenaventura Durruti – che “Nessun governo combatte il fascismo per distruggerlo. Quando la borghesia vede che il potere le sta scivolando dalle mani, chiede aiuto al fascismo per mantenere i privilegi.”
La rivendicazione è arrivata, a sottolineare, con i fatti che la parola “vendetta” può anche non essere vuota di significato.
La rivendicazione è arrivata, dicevo, e puntuali (per la seconda volta) sono arrivate le voci querule dei grilli parlanti, dai rossobruni di “donchisciotte” ai fini analisti di “contropiano”. I teorici innamorati del vittimismo (degli altri, naturalmente), quelli che negli anni ’70 piagnucolavano tutti in coro che “ci ammazzano, ci sfruttano, ci buttano in galera …”
La rivendicazione sta lì – scritta in greco, ma può essere tradotta – pronta a farsi fare a pezzettini dalla burocrazia devota della “Strategia della Tensione”, magari anche mettendo in atto qualche “piccola correzione” alla verità (dalla traduzione “fantasiosa” all’affermazione circa il fatto che la polizia avrebbe sdoganato immediatamente il documento, come autentico, a dilatare fino a raddoppiarlo, il tempo intercorso fra l’azione e la rivendicazione) di modo da riuscire a convincerci meglio che il nostro destino è quello di essere inermi, sempre, e che qualsiasi tentativo di sfuggire a tale sorte cadrà inesorabilmente vittima delle loro analisi linguistiche e caratteriali. Non può mancare, alla fine di queste brillanti analisi improntate alla più stringente logica, l’esibizione del metodo doxa, per cui – a conferma e a conforto – la “stragrande maggioranza” sarebbe scettica riguardo la genuinità di quella che come ai bei tempi andati rimane una “sedicente” organizzazione rivoluzionaria.
E’ il sondaggio, baby, e non ci puoi fare niente!
Pavlos Fissas, ammazzato dai fascisti

A pugno chiuso, Pavlos!
The world has become a big prison
and I ‘m looking for a way to break the chains.
There is a place waiting for me,
there at a high mountain peak for me to arrive.
That’s why I stretch again my two hands very high,
to steal some light from the bright stars.
I cannot take it down here and I’m about to choke from
this human misery, as much as sorrow.
I cannot stand it anymore and all these people were not from me,
so I followed another path and not the one they forced me to.
It was rough, tough and with many pitfalls,
bad love and friends like venomous vipers.
It had monsters with strange uniforms
always secretly lurking in the shadows.
Don’t stop if you decide to follow it,
tighten your teeth firmly and do not cry.
I took it myself and reached its end
and as the old wise people write in books
when the sun reaches its end,
eagles will light a fire from above.
To those who betrayed me by back stabbing me I want them to know that
I will not bother to cry.
And to all my old loves I want them to know that
I will not bother to cry.
And to those that threatened me burning chains I want them to know that
I will not bother with fear.
Let them come and find me at the mountain top, I’m waiting for them and
I will not bother with fear.
They told me not to have “crazy” dreams,
not dare to look at the stars,
but I ‘ve never took them seriously,
I took the whole world in my arms.
They want nowadays to build me a nest,
where there ‘s more fear, ugliness
and a moaning cry and a heavy chain,
carrying the curse of the gods and blasphemy.
I will not shed a tear and I will not be afraid.
I will not let them steal my dreams.
I fly free, high, very high
while they are jealous of my proud unbound wings.
And I’m waiting for other brothers to come here
in this mountain peak waiting for them all,
as long as they don’t cry and fear
living in this well thought fraud.
To those who betrayed me by back stabbing me I want them to know that
I will not bother to cry.
And to all my old loves I want them to know that
I will not bother to cry.
And to those that threatened me burning chains I want them to know that
I will not bother with fear.
Let them come and find me at the mountain top, I’m waiting for them and
I will not bother with fear.
To those who betrayed me by back stabbing me I want them to know that
I will not bother to cry.
And to all my old loves I want them to know that
I will not bother to cry.
And to those that threatened me burning chains I want them to know that
I will not bother with fear.
Let them come and find me at the mountain top, I’m waiting for them and..
Il testo di una canzone di Pavlos Fissas, conosciuto nel mondo della musica come Killah P…
ucciso dai fascisti di Alba Dorata nelle strade di Keratsini, periferia ovest ateniese.
Trentaquattro anni, rapper, era con un amico e la sua fidanzata in giro quando è sono stati attaccati da un gruppo di Alba Dorata, partito neonazista greco, finchè non è arrivata una macchina, il cui autista è sceso e l’ha colpito a morte, al cuore e allo stomaco.
E’ morto poco dopo in ospedale, mentre la sua morte è stata “vigilata” da una moto della polizia che è intervenuta solamente a coltellate date: il suo assassino, 45enne appartenente ad Alba Dorata di nome Georgios Roupakias (Γεώργιος Ρουπακιάς) e più che conosciuto nel mondo dell’estrema destra greca, è stato poi arrestato.

Ecco quei cosi schifosi de Alba Dorata
Le strade greche hanno risposto immediatamente a questo balordo assassinio: più di 26 città hanno visto ogni vicolo riempirsi di determinazione, odio antifascista e scontri con la polizia. Athens, Thessaloniki, Patras, Larisa, Chania, Rethimno, Iraklio, Kozani, Trikala, Komotini, Mytilene, Chios, Kalamata, Corinth, Preveza, Volos, Agrinio, Arta, Ptolemaida, Mesollogi, Samos, Serres, Giannena, Alexandroupolis, e Livadia: tutte queste città erano solo una piazza, solo uno slogan,
un solo urlo di rabbia che si propaga per un paese che non ne può più della repressione dello Stato e della manovalanza fascista che sempre più colpisce migranti e antifascisti.
Si contano centinaia di arresti, ma anche una determinazione che non verrà fermata con la repressione, nè con le cariche della polizia.
A PAVLOS, A PUGNO CHIUSO!
Leggi anche: Ufficiale della marina italiano punta pistola contro antifascisti a Patrasso, QUI
GIU’ LE MANI: Solidarietà a Indymedia Atene e la stazione radio 98FM!
Con un po’ di ritardo, visto che una delle iniziative di cui si parla era fissata per ieri… (a questo link le info a riguardo)
queste le ultime notizie provenienti dalla Grecia “digitale”, anch’essa sotto costante attacco della repressione.Entrambi i testi sono stati tradotti e messi in rete da http://it.contrainfo.espiv.net/
Dal 11 Aprile, Atene IMC e la stazione radio 98FM sono sotto la repressione da parte dello Stato. In particolare, il rettore del Politecnico di Atene, Simos Simopoulos, ha scollegato la loro connettività ad internet, disabilitando così l’accesso ai server ospitati nei locali universitari. Mentre le autorità insistono su questo bavaglio, il progetto auto-organizzato di Atene IMC e la stazione radio 98FM rivendicano il loro diritto politico di trasmettere liberamente attraverso il campus del Politecnico.
In una grande assemblea il Sabato 13/4 ad Atene, ambedue i collettivi hanno informato le persone sui sviluppi più recenti, e si è deciso di chiamare per una settimana di azioni a livello nazionale ed internazionale di solidarietà con Atene IMC e la stazione radio 98FM, dal 15 al 21 Aprile 2013.
Inoltre, ad Atene, un raduno di protesta è stato fissato per Lunedì 15/4 dalle 09:00 presso la piazza centrale della città universitaria di Zografou.
Diffondere questo messaggio a chiunque sia disposto ad agire in difesa delle infrastrutture antagoniste e della libertà di espressione. Questo è un attacco politico e sarà risposto di conseguenza.
Spot di solidarietà da Radiofragmata, radio online qui
Accesso temporaneo a Atene IMC qui
Qui invece il testo che chiama all’assemblea di gestione di Indymedia Athens
La censura nell’era della dittatura dei memorandum e del capitalismo…
Non riuscirà a sopprimere la contro-informazione!
La storia è vecchia… Gli sforzi della censura e della repressione anche…
A partire dalle questioni dei fascisti nel Parlamento, passando per le minacce fino agli rinvii a giudizio dall’ OTE (Compagnia delle Telecomunicazioni Ellenica)… a volte in modo spudoratamente repressivo e a volte di nascosto e in modo sotterraneo con black-out durante il fine settimana e prima delle grandi mobilitazioni… Tutti questi anni dal 2008 fino ad oggi, non sono riusciti E NEMMENO OGGI RIUSCIRANNO a chiudere athens.indymedia.
Questa volta si fanno avanti un “uomo d’affari” e un rettore. Un spietato cacciatore di denaro che con inimmaginabili truffe ha fatto una grande fortuna (Alafouzos) e un tipo casuale e transitorio che consente la svendita della sapienza a vantaggio dei padroni. Un “accademico” che per salvare il suo stipendio e i suoi privilegi non esita ad eludere ogni senso di difesa della libertà di parola, della libera circolazione delle idee, che sono appunto gli elementi che costituiscono l’asilo sociale, il quale lo difenderemo a qualsiasi costo. Questo impiegato spudorato si associa adesso con gli assassini di un intero popolo e diventa pioniere della messa a tacere di qualsiasi richiesta sociale e lavorativa, ignorando ostentatamente il supporto dei collettivi degli studenti verso i mezzi della contro-informazione. Supporto che ha preso anche la forma di risoluzioni specifiche da parte degli studenti… Sia degno, allora, il suo salario.
– Oggi, quindi, più che mai, è evidente la necessità dello Stato di mostrare i suoi denti, di sopprimere tutte le forme di lotta e resistenza (dalla soppressione delle lotte operaie, delle azioni ambientali locali, degli spazi occupati auto-gestiti) e di censurare tutto ciò che non è soggetto al suo appetito o pubblica l’umiliazione sociale che tutti noi viviamo attualmente, con la finalità della schiavitù totale di una intera società.
– Ora più che mai è indispensabile per il potere, per i padroni, per il governo e gli altri portavoce della troika e dei memorandum di far prevalere l’orrore della propaganda del regime-governo espressate dalla televisione, la stampa e le radio del regime.
– Oggi per lo stato è più che necessario mettere a tacere ogni libera espressione, ogni libertà di movimento delle idee radicali e sovversive, sperando di fermare la resistenza di coloro che non accettano in silenzio il destino che li aspetta.
Il loro fine ultimo, ma anche la loro vana speranza, è quello di soffocare e disorientare ogni tentativo di discussione, di visione e di azione verso l’organizzazione ed espressione della società in modo diverso e combattivo.
Non ci riusciranno, però, come non ci sono riusciti in tutti i loro precedenti sforzi disperati.
Athens.indymedia è costituito dai suoi utenti, da tutti coloro che informano e vengono informati sulla guerra sociale di classe condotta nelle società capitalistiche in tutto il mondo. Per quanto possano provare non riusciranno metterlo a tacere.
La censura e la repressione non ci intimidiscono, ma al contrario ci rafforzano.
Come gruppo di gestione di athens.indymedia, facciamo tutto il possibile per mantenere gli sforzi della diffusione e della promozione delle lotte e delle resistenze sociali. Per ora, e fino ad uscire normalmente su internet ci sono modi alternativi per accedere alla contro-informazione tramite il sito http://indymedia.squat.gr/ e anche attraverso la rete Tor all’indirizzo gutneffntqonah7l.onion
Continuiamo i nostri sforzi, e fra poco tempo, athens.indymedia.org funzionerà di nuovo normalmente, continuando a chiedere il diritto di utilizzare la rete pubblica credendo fermamente che tutto ciò che sia pubblico appartiene alla stessa società e non al potere, allo stato o al capitale. Non li lasceremo gioire della repressione. Non li permetteremo di depredare per sempre le risorse pubbliche che ci appartengono! Non rimarremo a guardare restando inattivi, stando in silenzio e non soccomberemo alla repressione e alla censura anche se ciò significa che dovremo andare in “esilio” e trovare terreno fertile in altri luoghi di ospitalità!
La contro-informazione non si imbavaglia, non si censura non si sopprime!
Le lotte sociali di classe non si fermano dagli impiegati svenduti e dai meccanismi della repressione!
Gruppo di Gestione di Athens.Indymedia.org
Atene: è aria di rivolta! “LA DEMOCRAZIA E’ NATA QUI E QUI LA SEPPELLIREMO”
Alle dieci di sera, orario in cui apro finalmente questo blog, le persone presenti a Syntagma, la piazza del parlamento greco ad Atene si aggirano intorno alle 30.000. Una piazza che da questa mattina non ha vissuto un secondo di tregua, una piazza che alle 8 già vedeva i manifestanti iniziare ad ammassarsi e dodici ore dopo ( di cui molte di scontri pesanti e un lancio di lacrimogeni a tappeto difficile da dimenticare) sono ancora lì.
La giornata dell’ “ora parliamo noi”, dell’ennesimo sciopero generale paralizzante in un paese non piegato ma spezzato dalle riforme d’austerity decise dai grandi killer della finanza globale, come il Fondo Monetario.
Un paese piegato e incazzato, che non intende piegarsi più, che si definisce esausto ma contemporaneamente dimostra di avere delle energie che noi ci sogniamo. Perché sono anni che il movimento greco si struttura e si espande: dall’assassinio di Alexis, nel dicembre 2008, il livello di consapevolezza, di organizzazione e di scontro s’è alzato vertiginosamente cambiando forme e colori continuamente.
Dalle proteste radicali di studenti e migranti, che per un mese hanno bruciato Atene e Salonicco, le lotte operaie e dei portuali, così come di molte altre categorie hanno insegnato alla popolazione tutta cosa vuol dire riappropriarsi almeno della propria dignità.
Gli apparati della repressione oggi si sono mossi come son soliti fare ad Atene: normali reparti celere affiancati ai M.A.T., ma soprattutto al gruppo DIAS/DELTA, gli scagnozzi in motocicletta, che oggi hanno bastonato e caricato continuamente, per poi prenderne comunque tante.
Difficile fermare tanta rabbia e determinazione.
“PANE, EDUCAZIONE, LIBERTA’: LA GIUNTA NON E’ FINITA NEL 1973”, scandito da migliaia di persone, dopo un MPATSI, GOURUNIA, DOLOFONI (GUARDIE MAIALI ASSASSINI), lo slogan che dalla morte d’Alexis non ha mai smesso di rimbombare per le strade dell’ellade.
La piazza è stata territorio di guerra per molte ore, tanto che anche dentro la fermata della metropolitana sono stati lanciati moltissimi lacrimogeni e ancora non si riesce ad avere idea del numero di feriti.
La cosa che sembra apparire chiara è che la Grecia ha voglia di cambiare, ha voglia di prendere in mano il proprio futuro, ha voglia di parlare di RIVOLUZIONE.
Ha voglia di farla.
LA DEMOCRAZIA E’ NATA QUI E QUI LA SEPPELLIREMO!
Ancora dalla Grecia senza benza
Prosegue lo sciopero degli autotrasportatori greci: l’assemblea di ieri, al quinto giorno di blocco e dopo una giornata di scontri con la polizia contro il piano di precettazione, ha deciso di andare avanti con il blocco totale che sta mettendo in ginocchio il paese alle porte d’agosto.
L’assemblea s’è conclusa con una manifestazione verso Syntagma, sede ateniese del parlamento greco. L’industria turistica, la solo che sembrava non aver ricevuto scosse telluriche da crisi economica, è frastornata da questo sciopero ad oltranza: 33mila camionisti non hanno ascoltato l’ordinanza di precettazione. La situazione per i turisti ha del comico: 100.000 serbi sono bloccati tra le località dell’Egeo e le isole lì difronte, mentre la maggiorparte delle migliaia di veicoli affittati dai vacanzieri girovaghi sono stati abbandonati sul ciglio delle strade, completamente privi di anche solo una goccia di carburante.
CINQUE EURO AL LITRO al mercato nero, se proprio si vuol viaggiare: la guerra è guerra come si diceva una volta e si sta tornando a dire.
Il governo greco, ormai rimasto senza più un capello in testa dallo stress, ha ordinato stamane l’impiego di camion cisterna dell’esercito per far fronte all’emergenza benzina e alimenti freschi.
Dopo gli scontri ad Atene, ieri sera è stata Salonicco la città invasa dalla rabbia dei lavoratori in sciopero: scontri in tutta la città si sono verificati contro le forze dell’ordine.
Grecia senza benzina
Grecia bloccata…e non è una novità ormai.
Il bello è che quando succede il 30 luglio per quel paese è un dramma non da poco: ci sono migliaia di turisti già bloccati e molte cancellazioni in corso.
Questa volta non è servito un sciopero generale per paralizzare il paese, ma è bastato uno sciopero dei camionisti che va avanti da cinque giorni a tenere i paese senza benzina e altri beni. Ieri diversi disordini e scontri si sono verificati ad Atene dove gli autotrasportatori avevano indetto una manifestazione di piazza contro le precettazioni: l’ordinanza di precettazione che il governo ateniese ha celermente emesso (una misura straordinaria a cui si fa ricorso molto raramente) non è stata minimamente rispettata e il blocco sembra voler continuare. Oggi è stato indetto dall’assemblea generale degli autotrasportatori un nuovo direttivo che deciderà se proseguire lo sciopero iniziato a causa dell’avvio di un processo di liberalizzazione delle licenze, che rientrerebbe nel grande piano di risanamento varato in accordo con il Fondo monetario internazionale e ovviamente con l’Unione Europea. Lo strozzinaggio internazionale legalizzato.
Che si tratti di studenti, di anarchici, di migranti, di portuali, di autotrasportatori o altri lavoratori, le piazze greche non cessano di urlare rabbia, di fronteggiare schiere di uomini in divisa, di tentare di riappropriarsi della dignità e magari pure del futuro.
AGGIORNAMENTI del 31 LUGLIO: QUI
Dalla Grecia… con molto “furore”
Aria sempre più che calda nell’Ellade.
La Grecia, e non solo la capitale Atene, continuano a disseminare il territorio di attacchi alla polizia, attentati dinamitardi ed incendiari, manifestazioni, scioperi e occupazioni di scuole e facoltà universitarie.
L’ala più dura dell’anno rivoltoso, il massiccio movimento anarchico non sembra lasciarsi fermare dalle pesanti intimidazioni del nuovo governo e oggi rivendica l’attentato di ieri mattina contro gli uffici del partito di estrema sinistra Syriza. La rivendicazione riporta una firma tutta nuova “Incendiari dell’isteria e del terrore”, che dichiarano nel comunicato di aver voluto colpire quel partito per denunciarne l’evidente condotta antirivoluzionaria e che l’azione era stata compiuta con ordigni a gas proprio “per non mettere in pericolo la vita delle persone” ma solo per far arrivare chiaro il messaggio.
Ieri invece di cose ne son successe diverse ad Atene, Salonicco e anche ad Heraklion, principale città dell’isola di Creta (dove sono state incendiate diverse auto della regione) . A Salonicco 5 uomini armati hanno sparato all’alba contro agenti della polizia : una pattuglia li aveva sorpresi armati di fucile su due auto, non si capisce se hanno intercettato una rapina o se fosse un’azione di uno dei gruppi armati attivi ormai nel paese. Solamente pochi giorni fa un commissariato di Atene era stato assaltato da un gruppo armato e 6 agenti erano rimasti feriti.
E siamo sempre più vicini al 17 novembre, anniversario della rivolta studentesca contro i colonnelli del 1973 e al 6 dicembre, primo anniversario dell’uccisione di Aleksis
Qui tutti gli aggiornamenti fatti su Atene nell’arco di quest’anno
MPATSI GOURUNIA DOLOFONOI
Tanti auguri al PASOK … non li invidio molto! ;-)
In Grecia vince il PASOK di Papandreou con una maggioranza non da poco.
Quando penso al PASOK mi viene in mente quella salitina, a pochi passi da Exarchia, dove c’è la loro sede principale.
Nelle giornate di dicembre era probabilmente il luogo più blindato, quello attorno a cui i MAT provocavano continuamente pattugliando i marciapiedi con le loro ridicole divise e quella tonnellata di armamenti chimici a testa. Era anche il luogo attorno a cui l’attenzione di quel massiccio e incazzato movimento era sempre alta, sempre pronti ad attaccarla alla prima distrazione dei burattini verdi e blu.
E’ stato poi, il Pasok, nei mesi successivi, oggetto di quasi tutti gli attentati avvenuti tra Atene e Salonicco
Repubblica ce la spaccia come la nuova speranza per la sinistra europea… noi sappiamo bene che sarà ancor più dura di prima.
Si scaldano le piazze ateniesi e greche. La polizia compie atti “illeciti”
ATENE torna a scaldarsi. Dopo le tre settimane di rivolta iniziato il 6 dicembre dopo l’omicidio di Alexis e la “pausa” natalizia, gli studenti e i rivoltosi greci stanno ricominciando ad occupare le strade. Hanno iniziato con le mobilitazioni di sostegno alla popolazione di Gaza ed ora stanno ricominciando a mobilitare tutto il movimento studentesco, prima dei nuovi scioperi operai.

Foto di Aris Messinis _Ieri, ad Atene_
Anche ieri una manifestazione di 3000 persone tra studenti, docenti e precari ha percorso diverse strade del centro ed ha attaccato la polizia che ha risposto con la solita pioggia di armi chimiche.
La manifestazione si è spostata dalle parti del Politecnico e della Facoltà di Legge, non più e non ancora occupate. Per evitare che fosse nuovamente rioccupato il Politecnico alcuni docenti e studenti hanno fatto cordone intorno all’edificio: la struttura ha subito ingenti danni durante la battaglia di dicembre.
Nel frattempo da Oliva vengo a sapere:
Blitz a casa dell’ avvocato Stavroula Ghiannakopoulou alle 2:00 di notte senza avvertimento,senza la sua presenza e senza la presenza di testimoni come previsto dalla legge.Cosa cercavano , cosa hanno preso e da chi hanno avuto il permesso solo i poliziotti di Eksarxia lo sanno.Infine,come la stessa avvocato denuncia,per molte ore,in sua assenza ,entravano ed uscivano dal suo appartamento molti estranei.
Appunto per il gran numero di gente e per la confusione che facevano questi ultimi,i vicini di casa-come hanno dichiarato-pensavano ci fosse…una festa! Tornata a casa ha trovato la porta aperta e tutta la casa sotto sopra.Spaventata e convinta di essere stata derubata si è recata al vicino commissariato di Eksarxia per denunciare il fatto.Un poliziotto l’ha informata dell’accaduto invitandola ad andarsene dal commissariato…
PROVERO’ AD AGGIORNARE A BREVE SULLA SITUAZIONE GRECA.
Atene a colpi di Kalashinkov, questa notte
Ieri un’imponente manifestazione ha attraversato le vie del centro di Atene per portare solidarietà alla Striscia di Gaza, sotto attacco israeliano da 9 giorni.
Durante la manifestazione, oltre a bruciare le bandiere di Israele e degli U.S.A., sono state incendiate alcune banche e un grosso concessionario della Mercedes Benz. La polizia ha disperso il corteo con il lancio di lacrimogeni e granate urticanti.

Foto di Valentina Perniciaro _Atene negli infuocati giorni di fine dicembre_
Questa notte invece è accaduta un’altra cosa, di cui vi incollo l’agenzia:
Un poliziotto greco è rimasto gravemente ferito la notte scorsa ad Atene da colpi di mitraglietta esplosi da sconosciuti contro di lui e un collega. Lo riferiscono fonti di polizia. L’agente, ferito al torace e ad un piede, è stato ricoverato in ospedale in condizioni gravi e dovrà essere operato, ha detto la stessa fonte. L’episodio ha avuto luogo poco dopo le 4:00 del mattino ora locale. I due poliziotti si trovavano nei pressi del ministero della Cultura nel centro di Atene. Gli sconosciuti che hanno aperto il fuoco sono poi fuggiti e sul posto sono stati trovati una ventina di proiettili, probabilmente di un Kalashnikov. Le forze dell’ordine hanno lanciato una vasta operazione in tutta la città e hanno sentito una quarantina di persone nel solo quartiere di Exarchia, dove il poliziotto è stato ferito. Il 23 dicembre sconosciuti avevano sparato scontro un furgone delle forze anti-sommossa ad Atene. L’attacco era stato rivendicato l’indomani da un gruppo sconosciuto, denominatoso ‘Attacco popolare’, in una telefonata anonima ad un sito internet d’informazione. Dalle indagini risulta che in quel caso i colpi erano stati sparati da due diversi Kalashnikov.
DA UN’ AGENZIA POMERIDIANA:
Secondo la polizia greca almeno una delle armi che hanno sparato sarebbe la stessa usata in un attacco di Lotta rivoluzionaria, considerato il principale gruppo terroristico presente nel paese. «L’inchiesta sulla pistola 9mm utilizzata nell’attacco di oggi – ha spiegato un portavoce della polizia – ha dimostrato che è stata utilizzata in un attacco ad una stazione di polizia avvenuto ad aprile 2007». Quell’attacco era stato appunto rivendicato da Lotta rivoluzionaria. Nel caso di oggi invece, non c’è stata fino a sera alcuna rivendicazione. Sul posto gli agenti hanno trovato 37 bossoli provenienti da un’arma automatica tipo Kalashnikov e 4 compatibili con una calibro 9. Uno dei tre poliziotti coinvolti nell’attacco, Diamantis Mantzounis, 21 anni, è stato ferito da due pallottole, al petto e alla coscia, ed è stato ricoverato in ospedale, dove è stato operato. Il suo stato di salute è stato definito grave dai medici ma non è in pericolo di vita. Lotta rivoluzionaria è un gruppo di estrema sinistra, che si è fatto conoscere a partire dal 2003, vale a dire dopo che la polizia aveva smantellato la rete di ’17 Novembrè, organizzazione responsabile di numerosi sanguinosi attentati in Grecia per oltre un decennio. Da allora Lotta rivoluzionaria ha firmato otto attentati ad Atene, tra cui un attacco con razzi all’ambasciata statunitense nel gennaio 2007. La polizia ormai segue la pista di Lotta rivoluzionaria anche per i colpi sparati contro un furgone delle forze antisommossa il 23 dicembre in un altro quartiere di Atene. I bossoli di Kalashnikov utilizzati per quest’attacco, che non ha causato feriti, sono identici a quelli ritrovati oggi a Exarchia. Per Lotta rivoluzionaria – che afferma di rispondere alla crescente repressione – ogni poliziotto è un nemico da abbattere. La morte il mese scorso del giovane Alexandros Grigoropoulos ha creato d’altra parte un clima di tensione ad Atene che sembra stimolare Lotta rivoluzionaria ad agire. (ANSA-REUTERS-AFP)
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